Page 12 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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idealità e nei fini.
Non è stata ancora scritta, salvo qualche studio limitato nel tempo e nei
personaggi, una storia organica del contributo che Cremona e il suo territorio
diedero al Primo Risorgimento.
Se questa storia non è stata ancora scritta dai giornali , dalle memorie, dai
documenti ufficiali, dai rapporti della Polizia Austriaca, dai verbali delle
Associazioni Patriottiche si sprigiona e circonda il lettore di queste carte tutta
una atmosfera particolare che appare identica alla atmosfera in cui agirono i
Patrioti Cremonesi del 1943 – 1945.
Le epiche pagine della Liberazione della città di Cremona, nel marzo del 1848,
assomigliano e si identificano in quelle non meno radiose dell'aprile 1945.
Il truce periodo, che va dall'agosto 1848 al giugno 1859, rivive nel ricordo di
coloro che sentirono, dal settembre 1943 alla primavera del 1945, passare
cadenzato sul selciato cittadino il passo baldanzoso degli invasori nazifascisti.
I caduti e i Martiri cremonesi della guerra dell'indipendenza nazionale hanno gli
stessi volti e parlano lo stesso linguaggio dei giovani eroici caduti per le vie e
sulle piazze cittadine nelle ultime battaglie contro i tedeschi in fuga.
I volontari cremonesi in Ispagna e Portogallo, i combattenti cremonesi della
colonna Tibaldi, i difensori di Venezia e Roma nel 1849, i cremonesi della
spedizione dei Mille, della pattuglia di Villa Glori avrebbero compreso, si
sarebbero affratellati con i giovani Partigiani combattenti sulle Alpi, sugli
Appennini, e in Grecia e in Iugoslavia.
La vecchia e cara Cremona, nell'aprile del 1945 apparve trasfigurata e
gloriosamente inebriata di quello spirito nazionalmente democratico di cui, alle
grandi ore, essa fu pervasa e che diede alle sue moltitudini forza di resistere allo
straniero, tenacia nelle avversità, impeto prorompente di vittoria.
Ecco perciò che a questo punto già si delineano gli elementi sui quali,
criticamente e con passione di patrioti, si può e si deve contessere uno studio
sulla Resistenza Cremonese nel secondo Risorgimento.
Com'è naturale è strettamente legata ed interdipendente al periodo storico che la
Nazione attraversò, né poteva essere diversamente.
Se fin dal 1848 i quasi 46 mila voti del capoluogo e della provincia dati alla
annessione col Piemonte contro i 24 per lo Stato separato, significavano una
coerente coscienza nazionale, l'azione successiva e le correnti di pensiero
politico sviluppatesi a Cremona chiarirono e dimostrarono coerenza al filone
della idea Italiana.
In uno studio come il nostro, limitato ad avvenimenti provinciali, bisognerà pur
tenere conto di questo inquadramento ideologico e di più ampi fatti e di più
determinati fattori. Oltre il concetto direttivo della unità e della indipendenza
nazionale, che appare veramente determinante come molla propulsiva del
movimento cremonese di liberazione, esistono e confortano a tener conto del
sopraddetto inquadramento anche i motivi nazionali dettati dalla esistenza e dalla
azione dei risorti, su scala nazionale, partiti politici.

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