Page 10 - Emilio Zanoni - 1955 - Saggo storico
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IL MOVIMENTO CREMONESE DI LIBERAZIONE
                           NEL SECONDO RISORGIMENTO

                                        saggio storico

         DAL PRIMO AL SECONDO RISORGIMENTO NAZIONALE
              Necessità di una storia locale della resistenza al fascismo

                                             Parte I

L'apporto che il popolo cremonese, rappresentato nei suoi espressivi elementi e
nelle grandi masse dei ceti produttori, diede a quel grande fenomeno di vita
italiana che ormai passa sotto il nome di Secondo Risorgimento Nazionale, non
può essere compreso e spiegato se non si tiene conto della evoluzione storica, in
senso democratico ed economico, che la provincia cremonese compi ed a cui
essa collaborò, grosso modo, in quasi un secolo di storia moderna.
Il secondo Risorgimento Nazionale, con la effettiva immissione nella vita
politica italiana di masse e di forze fino allora rimaste estranee o tenute in
soggezione, con la apertura democratica verso realizzazioni, che nel secolo
scorso sembravano confinate nella sognata repubblica di Mazzini o nella
utopistica città del sole di Carlo Pisacane, rappresenta, dopo il superamento della
eclissi dittatoriale, il coronamento del ciclo storico del I° Risorgimento col quale
l'Italia moderna, assunta a dignità di Nazione, iniziava il faticoso cammino
sull'erta che porta alla fraternità e solidarietà dei popoli in una gara, solenne e
produttiva, di opere feconde per il bene dell'umanità.
I valori di rinascita nazionale, cui la parte migliore del popolo italiano, nel primo
Risorgimento, diede ala e nutrì di sangue e sacrifici, permisero immutati e
costituivano degli ideali per i quali i Patrioti del 1945 insorsero in aperta
battaglia, formulando nelle soste del combattimento o nell'attimo breve prima
della morte eroica, la carta repubblicana che rimarrà, superata le contingenti
vertenze politiche, come pietra miliare sul cammino della Nazione.
La continuità ideale della lotta che affratella gli antifascisti del XX secolo ai
patrioti italiani del XIX trova, sul terreno realistico della costruzione dell'edificio
nazionale, una riprova ed una sostanziale rispondenza alla sua ineluttabile
necessità.
Se il fascismo, malattia deformante del tronco nazionale, più che una soluzione
di continuità, aveva rappresentato una deviazione antistorica ed antiprogressista
della vita italiana, l'antifascismo militante, o meglio, le forze vive della Nazione,
riprendendo il sopravvento, a costo di durissimi sacrifici, volevano significare
che la Nazione, abusivamente per vent’anni personificata in un mito ed in una

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