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Forum "sinistra riformista"

Contributi di Matteo Bettini, C.L., Domenico Cacopardo

  29/04/2022

Di Redazione

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Egregio Direttore,

Ho avuto modo di conoscere il segretario del PSI Enzo Maraio durante l'incontro cittadino organizzato dall'erigendo Partito locale con iscritti, simpatizzanti e curiosi.

L'impatto è stato positivo, persona capace di stare in mezzo alla gente e perfettamente a suo agio nel ruolo.

Ho deciso così di ascoltare il suo intervento al congresso di Art.1 e devo ammettere che pur dicendo cose non banali, mi sono fatto un'idea del perché c'è un divario di voti percentuali tra nord ( 1% scarso) e sud ( 8% abbondante).

Nel suo intervento il segretario ha collocato il partito al fianco di Art.1 posizionandolo di fatto a sinistra del Partito Democratico.

Il partito collocato in questa posizione trova la sua dimensione al sud dove il disagio sociale ed economico è più marcato con la conseguenza che la richiesta di un altoparlante politico che possa far sentire al paese la richiesta di aiuto è più accentuata.

Al contrario al nord, dove il disagio esiste ma è diverso, e tranne che in alcuni contesti meno disperato, il socialismo è da sempre più riformista.

Attualmente lo si trova quindi al di fuori dal partito in associazioni e circoli culturali, migrato all'interno di correnti del partito democratico o in schieramenti politici di stampo liberaldemocratico o meglio liberalsocialista.

Manca quindi all'interno della partito una componente che rappresenti questo tipo di visone, più riformista e meno mezzogiorno centrica.

Nel partito socialista è di fatto assente una rappresentanza del socialismo lombardo che tanto ha dato nel corso degli anni, sia come uomini che come ideologia, quale serbatoio di idee indispensabili per la crescita del partito.

A dimostrazione di ciò vi è la rappresentazione plastica di come si stanno delineando le coalizioni per le prossime amministrative, al sud troviamo il partito al fianco di formazioni come art.1 o di sinistra radicale, al nord, al contrario, proiettato a costruire alleanze riformiste come nella vicina Crema.

In quest'ottica risulta determinante l'azione di armonizzazione svolta della Comunità socialista, dall'Eco del popolo e dall'Associazione Zanoni che di fatto raccolgono e tengono insieme quelle culture e sensibilità diverse, da socialiste e socialdemocratiche a repubblicane laiche e cristiane cattoliche che attualmente non trovano rappresentanza all'interno del mondo riformista.

Cordialmente

Matteo Bettini

Parto dalle parole di Carlo Rosselli "...si costruisce tutti i giorni dal basso, nelle coscienze, nei sindacati, nella cultura". Il partito socialista, nonostante la sua storia gloriosa e tutte le lotte fatte per i più deboli oggi, con questa ventata populista, sta perdendo i pezzi. Vedi in Francia Macron ha vinto per fortuna, ma la destra avanza. Cosa si può fare? Mi pare che attivisti come te facciate già molto, avete capito che il riformismo è il punto su cui insistere. Il buonismo di Veltroni non ha pagato e neanche l'arroganza di personaggi obsoleti (vedi D'Alema)sono serviti a creare nuove divisioni. Ho sostenuto Renzi perché all'inizio mi dava fiducia, oggi non mi sento più sulla stessa linea di pensiero, troppo protagonismo e nuova divisione....I numeri parlano chiaro, chi non si sente più rappresentato dalla sinistra ed ovviamente non voterà mai a destra si astiene. Questo è il male peggiore.

C.L. - Vicenza, 28 aprile 2022

Come è facile percepire (e a dispetto delle evidenze in controtendenza) l'impulso a dibattere e a cercare sbocchi all'ansia di sottrarre la politica in generale e la condizione della sinistra in particolare, è latente nelle percezioni, nelle consapevolezze e nelle aspettative. Di chi non vuole disarmare. Sia nel perimetro potenzialmente “militante” sia nel più vasto “campo” della sinistra moderata.

Credo abbiano fatto bene i “giovani”, che animano il tentativo di far ripartire il PSI, a darsi la proverbiale mossa. Invitando a Cremona e a Crema il leader del piccolo ma non irrilevante partito dalla lunga ed onorata e dalle realistiche prospettive di tornare ad essere una risorsa per il ripristino del valore aggiunto della testimonianza riformista.

La dimostrazione che quella di Maraio non è stata una passeggiata nelle Gallie è fornita da Matteo Bettini; la cui riflessione si addentra nel perimetro del processo sostenibile di armonizzazione e di convergenza.

Che si sia in presenza di una certa, ritrovata vitalità dialettica e progettuale nel campo della sinistra è dimostrato da più di un segnale.

Tra questi annoveriamo la notizia data dal vertice nazionale del PSI di un ritorno all'edizione cartacea con cadenza settimanale e in partnership con Il Riformista dell'Avanti (banner nella nostra gallery - ndr).

Sappiamo che il PSI locale in abbinata con la Comunità Socialista promuoverà la diffusione nel terriorio della storica testata. Come fece due anni fa per la versione “milanese” del mensile.

Troppa grazia …verrebbe da dire; a petto di questo ritrovato attivismo e voglia di rientrare nel gioco dialettico e della testimonianza. Semmai, volendo reiterare un nostro vecchio pallino, ci sarebbe da ribadire la ragione per cui (stesse testate e stesse missions) non si riesce a puntare a una stessa “ditta”. Cominciando dallo sforzo di armonizzazione e convergenza degli strumenti, delle intenzioni progettuali, della volontà di una costituente, snodo per un movimento espressione di un nuovo movimento riformista.

Ho molto apprezzato la posizione di Enrico Letta (che ho sempre aspramente criticato, da uomo di governo e da uomo di partito) rispetto all'aggressione russa all'Ucraina- sono rimasto senza parole ascoltandolo, al congresso di Art. 1, dichiarare che il Paese ha bisogno di più sinistra, consolidando la prospettiva di una riunificazione del Pd con la sua ala sinistra massimalista.

Riprendiamo, per concludere, un passo del bell'editoriale di Domenico Cacopardo:

Anche questa è una manifestazione di schizofrenia politica.

L'Italia non ha bisogno di più sinistra, di un irrigidimento nei canoni di una sinistra estrema incapace di percepire la società contemporanea post industriale e libertaria. Ha bisogno di più riformismo, di maggiore abbandono degli archetipi mentali e ideologici derivanti dal periodo comunista e che le hanno tarpato le ali. En passant ricordo che il colpo mortale al bilancio dello Stato venne dato negli anni '70, quando l'idea del compromesso storico comportò una politica, cieca, di erogazioni crescenti al mondo del lavoro non legate alla produttività.

E oggi il ministro del lavoro Orlando torna sulla questione dell'aumento delle retribuzioni … una proposta demenziale che non tiene conto della guerra, della crisi post-pandemica e dell'avvio del PNRR il più grande programma di investimenti mai visto.

Semmai è il momento di impegnarsi sul recupero della produttività e sulla ulteriore liberalizzazione del mercato del lavoro.

E la disgrazia è che accanto a questi rigurgiti di massimalismo è del tutto assente la posizione mediana e riformista l'unica che potrebbe consegnare agli italiani una prospettiva ragionevole.

Se deve maturare qualcosa in tema di centralità e di razionalità politica deve maturare ora, prima del prossimo periodo feriale.Non si può attendere oltre.

Ovviamente non può che partire da qui la volontà di rilancio (e.v.)

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