Lo sgomento, la drammaticità, il naturale impulso a gridare, tutt'insieme, il rifiuto e la denuncia…la piena solidarietà e la partecipazione al popolo che da un anno (il tempo passa apparentemente veloce che non t'accorgi, ma nella lentezza di pericoli, sofferenze, privazioni, precarietà indicibili).
Chi avrebbe detto che un anno ed un giorno fa sarebbe stato possibile un accadimento inimmaginabile per le plastiche consapevolezze derivanti da quasi 80 anni, se non proprio di pace, sicuramente di non guerra. Almeno nello scenario della vecchia Europa, in cui in un ventennio si consumarono due conflitti mondiali e fu latente, per il successivo mezzo secolo, il pericolo, fagocitato dalla “guerra fredda, che prima o poi ne sarebbe arrivato un terzo.
La pax fatta balenare dalla “caduta del muro”, dal crollo della “cortina”, dall'evaporazione degli aggregati politici, militari, economici di tutto quanto stava oltre la Porta di Brandeburgo, aveva accreditato la sicumera dell'archiviazione di questi scenari.
Così, come sanciscono plasticamente le vicende della putiniana “operazione speciale”, non sarebbe stato.
E siamo di fronte ad uno scontro fatto di guerra militare e guerra di logoramento psicologico.
In cui, come dimostrano i gesti delle ultime ore, diventa centrale la delineazione della strategia per finire la guerra.
Che per quanto ci riguarda non può che collocarsi nel gesto di riavvolgere la pellicola dell'aggressione.
Una strategia che focalizza il pressing di Mosca per indebolire la collocazione e l'appoggio alla NATO e alleanza atlantica ed europea.
Ci pare di poter fondatamente affermare che anche su questo profilo per l'erede del sovietismo marchi decisamente male.
Importante per il prosieguo che la coesione della solidarietà e del sostegno, a priori ed in avvio della convergenza non era scontata (e comunque non in questa dimensione) che il fronte tenga e si consolidi. Anche nel fronte interno dei singoli partners della solidarietà alla nazione aggredita.
Avremo modo di riprendere una più ampia analisi del prosieguo del conflitto e del modo di esaurirlo. Ad un anno esatto dal vernissage dell'operazione speciale, ci pare giusto celebrare la ricorrenza con l'annuncio che fa da cornice a questo articolo.
La locandina che annuncia l'evento artistico di domani al Teatro Filodrammatici. Un gesto di determinazione a proseguire la campagna pro Ukreine nella forma umana più elevata: l'arte e la cultura.
Un grazie alla Società Filodrammatica, al suo Presidente Giorgio Mantovani, al Coro Paulli, ai valenti e generosi artisti, a Nadiya Petrenko, alla quale, va anche un abbraccio idealmente rivolto a tutti i compatrioti.