Leggendo i resoconti dell'incontro del 5 maggio 2020 tra i componenti dell'Ufficio di Presidenza della Regione Lombardia e le rappresentanze istituzionali e sociali della nostra provincia, abbiamo scorto il solito ripetitivo elenco delle annose esigenze locali, con l'aggiuntivaaggravante dei problemi sanitari e sociali scaturiti dalla drammatica pandemia da coronavirus.
Sostanzialmente, alla Regione è stata richiesta unaattenzione particolare nel riparto dei fondi post Covid 19, affinchè sia finalmente colmato il gap esistente nei collegamenti ferroviari Milano- Cremona- Mantova, sia migliorata la viabilità tra Cremona e Mantova, sia avviata la manutenzione dei ponti in precarie condizioni, nonché il completamento della riqualificazione della Paullese.
Si possa ritornare ad investire nel riassetto della rete sanitaria di prossimità, includendo l'adeguamento degli ospedali territoriali, messi a dura prova nella fase più acuta del contagio.
Se i rappresentanti della Regione, pare abbiano oggettivamente riconosciuto il “credito” del nostro territorio maturato già prima della pandemia, occorre che siano fugate ogni impuntatura e alibi ostacolanti i finanziamenti possibili e necessari..
Molto esplicitamente, smettiamola di insistere con la realizzazione della controversa e fortemente dubitativa sostenibilità della Autostrada Cremona-Mantova, convergendo ogni sforzo sullo sviluppo dei collegamenti ferroviari, nella riqualificazione della SS 10, negli investimenti manutentivi delle tante operestradali in precarie condizioni.
Evitiamo di ripetere anche sul versante della sanità, la ricerca di obiettivi ridondanti, ( la costruzione di un nuovo ospedale ), seguendo la logica dell'efficientismo economico, già negativamente sperimentata con la chiusura di vari servizi territoriali.
In questo ambito, discutere sulla proposta del mega nosocomio, è del tutto fuori luogo, senza una preliminare riconsiderazione della configurazione della ATS Valpadana, sbagliata e assurda sin dalla sua previsione nel sistema sanitario regionale.