È da Aprile che molti si sono impegnati a pensare il ritorno a scuola. Cito alcuni passaggi riportati dalla stampa e da internet: "il ritorno a scuola va organizzato con le necessarie tempistiche e cautele; a farlo sarà il tavolo tecnico presieduto da Patrizio Bianchi, che garantirà risposte brevi sui modi e tempi per rientrare a scuola; in campo un mix tra alunni in classe e alunni che faranno le lezioni a distanza; i sindacati invece chiedono partenze diversificate da regione a regione, e assunzioni straordinarie di docenti e collaboratori scolastici, mentre l'associazione nazionale presidi esclude lezioni con le mascherine e il distanziamento sociale". Lo stesso Bianchi ha dichiarato al Fatto Quotidiano: “La nostra sarà una commissione tecnica di supporto al ministro e all'amministrazione. Non ho per ora delle ipotesi sulla riapertura. Ho chiarissima però la questione dei tempi e sento tutta l'urgenza di dare al ministro, all'amministrazione e alle famiglie un contributo affinché si possa ripartire serenamente. Lavorerò perché tutti si possano rendere conto delle problematiche e delle diverse opzioni nel più breve tempo possibile” Con lui potrebbero sedersi al tavolo tecnico il professor Giuseppe Paschetto, tra i 50 insegnanti finalisti del Global Teacher Prize nel 2019 e due dirigenti, Amanda Ferrario e Salvatore Giuliano, che ha ricoperto anche il ruolo di sottosegretario all'Istruzione. Quest'ultimo spiega: “ritengo che si debba tornare tutti a scuola quando le condizioni sanitarie lo consentiranno. I turni non rispondono all'interesse della scuola e nemmeno ai dettami della sicurezza. Non riesco a intravederne i punti di vantaggio di un'operazione del genere. Non so se è logico pensare che muoverne metà degli alunni sia meno pericoloso che spostarli tutti. Dobbiamo considerare gli aspetti logistici dell'organizzazione dell'attività scolastica: non c'è lo spazio per distanziare gli alunni; i mezzi di trasporto dopo un certo orario non ci sono in alcune aree del Paese”. Insomma, la “nuova scuola" sarà certamente diversa. Se si dovesse riaprire servirebbero dispositivi di protezione individuale per personale e alunni. Bisogna ripensare l'organizzazione delle aule ma anche sugli spazi comuni come le palestre, i giardini, corridoi. Servirà riorganizzare la ricreazione e la pulizia. Servirà una sanificazione di tutti i banchi, dei computer, delle sedie, delle scrivanie, e anche degli autobus. La soluzione, a mio parere, è unica: dividere le classi in due; 5 ore al mattino dalle ore 8,00 alle 13,00 e l'altra metà al pomeriggio dalle 13,00 alle 18,00. Certo si punta sul "capitale umano": gli insegnanti che in questa emergenza si dovranno fare in quattro, con un giusto riconoscimento retributivo e attingendo ai precari. Ciò comporterebbe un effettivo risparmio di 5-6 miliardi che non verrebbero sprecati in nuove aule nuovi banchi nuovi arredi e relative mazzette e tangenti!
Cordialità
Sergio Denti
Carissimo lettore, la soluzione da lei proposta sarebbe l'ideale per una risposta immediata e per una ripresa in sicurezza delle lezioni, ma crediamo che la situazione sia ben più complessa; si pensi solamente alle diverse esigenze fra il primo ed il secondo grado di istruzione e le relative gestioni familiari degli orari differenziati. Lei poi cita, a ragione, la questione del trasporto che comporta notevoli differenze logistiche nel caso in cui si tratti del pulmino comunale a breve gittata con il quale si potrebbe scaglionare in più gruppi (cioè più corse) gli studenti con dieci-venti minuti di differenza, anziché del trasporto interurbano, utilizzato dagli studenti delle superiori, più “tirato” con gli orari e che necessiterebbe di un raddoppio di mezzi e di personale con aggravio di costi forse insostenibili per le aziende.
La soluzione, a nostro avviso, purtroppo, è lungi dall'essere unica. Forse sarebbe meglio se il governo si limitasse al “protocollo di sicurezza” annunciato ieri dal ministro Azzolina (sanificazione dei locali, supporto psicologico per studenti, uso dei dpi, etc…) e stanziasse le risorse economiche affinché le scuole possano gestire il loro piano di ripresa delle attività in accordo con l'Ufficio Scolastico Territoriale, Comuni e Provincia; poi che si tratti di interventi strutturali (di edilizia in senso stretto, mobilio ed attrezzature) piuttosto che di ricorso a maggiori risorse umane per attuare orari differenziati, lo lascerei alla facoltà ed all'autonomia degli istituti in accordo con le istituzioni sopra citate.