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Nasce un forte movimento contro il “pacco" /4

  21/08/2023

Di Redazione

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Movimento per la riqualificazione dell'Ospedale pubblico di Cremona: movimentoper.riqualificahdicr@gmail.com.

Incipit

Un gruppo di donne e uomini della provincia di Cremona con ruoli idee e funzioni diverse, preoccupati per la decisione di demolire l'Ospedale Maggiore della loro città capoluogo, riferimento sanitario per tutta la provincia, non ritenendo indispensabile la costruzione di un nuovo ospedale in quanto non determinante per il miglioramento della sanità pubblica del territorio, hanno deciso di fare qualcosa.

FERMARE la costruzione del nuovo Ospedale nella città di Cremona

La ragione di questo appello, è dare vita ad una vasta mobilitazione in difesa dell'Ospedale ritenuto "vecchio" dopo solo 52 anni dalla sua inaugurazione, nonostante sul territorio lombardo siano attivi, e ritenuti punti di riferimento, Ospedali ben più antichi e vetusti, come ad esempio il Niguarda, il più grande ospedale d'Italia, costruito nel 1939, il San Raffaele di Milano nel 1950 e il vicino ospedale Poma di Mantova del 1928

Vi chiediamo di firmare, diffondere e condividere su Facebook, e-mail, WhatsApp ecc. questa petizione in quanto riteniamo che ci siano alternative molto più efficaci e meno costose per migliorare la sanità pubblica nel nostro territorio.

Appello....

L'Ospedale di Cremona è stato inaugurato nel 1971 ed è stato costruito grazie al patrimonio di fondi agrari, cascine, case e lasciti in denaro che si sono accumulati nei secoli e frutto della generosità trasversale di ogni ceto sociale dei cremonesi. Tutto questo viene dissolto con il crollo fisico di un edificio, con la demolizione di una struttura che sicuramente non è stata pensata dai progettisti per durare solo 50 anni e di cui si dovrebbe considerare assieme al lascito morale anche il valore economico che non è certamente zero 

I motivi per i quali chiediamo di FERMARE la costruzione del nuovo Ospedale, sono dovuti ad una opportunità di modificare una politica sanitaria fondata sulla sola aspettativa di un ospedale ad elevato livello di specializzazione, che assorbe enormi fondi economici, trascurando il fondamentale aspetto di prevenzione e cura di situazioni mediche curabili in stato precoce che possa evitare l'acutizzarsi o il cronicizzarsi della patologia e la necessità di interventi a posteriori molto complessi e costosi.

Proponiamo

Anziché un nuovo ospedale, che garantisce per ora sulla carta solo la possibità di degenza in camere singole, e una "modularità" di cui non ci è stato spiegato e provato un vantaggio sufficientemente convincente per eliminare l'opzione della riqualificazione dell'ospedale esistente,

Chiediamo che il denaro risparmiato venga usato per la costruzione di centri sanitari chiamati "casa per la salute", come concordato nel "protocollo d'intesa" tra Regione Lombardia, Provincia di Cremona, comune di Cremona, Asst e Ats il 28 luglio 2021 

La funzione delle "case della salute o case della comunità" hanno nel loro principale obiettivo la funzione di "medicina di prossimità", di pronto intervento per patologie non gravi, per attuare consulenze sanitarie e di igiene alimentare, al fine di limitare gli accessi al pronto soccorso ospedaliero solo a gravi urgenze, e anche una finalità di prevenzione e di educazione alla salute fisica e mentale.

L'obiettivo dichiarato da Dr Giuseppe Rossi e dal sindaco Galimberti nel "protocollo d'intesa" era di favorire una maggiore integrazione fra le cure sanitarie e socio sanitarie, fra l'assistenza ospedaliera e quella territoriale. Con la costruzione di un nuovo ospedale si stanno sprecando soldi ingigantendo la funzione ospedalocentrica, lasciando le briciole dei finanziamenti del Pnnr per le "case della salute". Questi centri per la salute dovranno essere adeguatamente attrezzati e dotati di personale medico e infermieristico. Le poche inaugurazioni in questi ultimi mesi in Lombardia di questi centri di medicina sul territorio non hanno avuto un seguito operativo importante in quanto non si è assunto del personale sanitario in misura adeguata. 

Per mancanza di fondi economici?

La differenza di denaro risparmiato tra la costruzione del nuovo ospedale e la riqualificazione dell'attuale ospedale non è irrilevante: 85,7 milioni 

La regione Lombardia ha deliberato fondi per la costruzione del nuovo ospedale: 250,7 milioni di cui 238 milioni dallo Stato e 12,5 milioni dalla regione Lombardia per la demolizione dell'ospedale esistente: 30 milioni     per un totale di 280,7 milioni 

Per la riqualificazione del monoblocco dell'attuale ospedale di Cremona sono necessari 195 milioni

Per quanto ci è dato di sapere non ci sono differenze significative tra la superficie del monoblocco ospedaliero e il nuovo monoblocco da costruire a poche decine di metri accanto all'attuale: il "vecchio" ospedale ad ora ha una superficie di circa 100.000 mq quando fu inaugurato nel 1971 i posti letto erano circa 1300, era un'altra medicina rispetto all'attuale, e il servizio alla persona era forse alla pari della vita abituale per la maggior parte di cittadini nelle proprie abitazioni. nel 2010 i posti letto vengono ridotti a 792 con camere a 2 e 4 letti con bagno nel 2021 i posti letto dichiarati dalla regione Lombardia sono 589 Non è impossibile pensare, visto che la superficie negli anni è stata incrementata con ristrutturazioni importanti e costose, che si possano riqualificare tutte le camere di degenza con 1 o 2 posti letto.  il "nuovo" ospedale ha anch'esso una superficie di circa 100.000 mq e sono previsti un numero di posti letto di 554, tutti in camera singola.  La presentazione più che entusiasmante del progetto come un "avveniristico ospedale, proiettato nel futuro" con concezioni costruttive "modulari" che lo faranno diventare un "ospedale modello per il mondo intero" e altre più che ottimistiche aspirazioni, si fondano, per chi ha pensato ad un nuovo ospedale, sul fatto che ci sia una "modularità" nella sua costruzione e nelle sue funzioni. Molti di coloro che hanno letto questi "lanci pubblicitari" hanno pensato ad un edificio TRANSFORMER che possa in pochi e veloci passaggi modificarsi e rendere tutto l'edificio più efficiente rispetto al precedente momento dove assumeva altre funzioni per altre necessità. Un organismo "vivo" che muterà nel tempo e si adatterà alle evoluzioni più imprevedibili della medicina. Ma la fantascienza scientifica, anche in ambito medico, non passa per modifiche del suo esoscheletro della struttura muraria, costruita e subito demolita dopo pochi anni e ricostruita con nuove architetture, ma si concretizza, e porta sempre più a migliori risultati medici, con il contributo delle più avanzate apparecchiature tecnologiche, che oggi si sono concretizzate e ancor più si evolveranno nel futuro, quasi in modo completamente indipendente dall'edificio nel quale saranno collocate. Il fattore umano, la competenza e la dedizione del personale che lavora è fondamentale per collocare un ospedale e un servizio sanitario ai più elevati livelli nazionali e mondiali, e nel progetto del nuovo ospedale nulla c'è al riguardo, ma si ha la sensazione di un forte ridimensionamento a tutti i livelli. Non capire questo ci porterà a dilapidare importanti risorse economiche per inseguire la "comodità" del paziente alloggiato in un monolocale alberghiero a cui non necessariamente seguirà una performance di interventi medici di eccellenza. Un obiettivo da tempo perseguito nella cura del paziente in ospedale è quello di una permanenza sempre più breve, pensando al suo rapido recupero, al suo reinserimento in ambito famigliare e al suo costante controllo e supporto domiciliare attraverso sistemi telematici di cui la medicina moderna fa ampio uso. Pensare ad attrezzare con questi sistemi informatici l'attuale ospedale è pienamente possibile anche per un edificio che non ha le caratteristiche di una "stazione spaziale". 

Sono 24 i primi sostenitori e firmatari dell'appello, pubblicato il 28 luglio 2023 (in ordine alfabetico); chiediamo od ognuno di voi, che leggete la petizione e la condividerete ad altre persone per mezzo della piattaforma change.org, di inviarci (all'indirizzo e-mail  movimentoper.riqualificahdicr@gmail.com) un consenso ad inserire il vostro nome e la vostra professione nell'elenco dei SOSTENITORI, come gesto concreto di solidarietà e partecipazione. Aldovini Daniela insegnante, Barbisotti Giovanna insegnante, Bodini Umberto medico, Carniti Tiziano insegnante, Choi Ok Me interprete, Cirillo Fernando  medico, Corradi Ezio ferroviere, Davoli Camillo medico, Deantoni PierLuigi tecnico Telecom, De Crecchio Michele architetto, Ferrari Dante ferroviere, Gerevini Renzo pensionato, Gnocchi Enrico biologo, Gnocchi Vutha studente, Luccarini Paola insegnante, Maestri Eugenio ferroviere, Manese Annachiara linguista, Manese Eletta insegnante, Mantovani Giorgio geometra, Rangognini Enzo ex bibliotecario della Statale di Cremona, Rossi Laura imprenditrice, Serventi Ennio operaio-pensionato, Vaudetto Guido naturopata, Villa Celestina ex funzionario Archivio di Stato, Ziglioli Giancarlo ambientalista.

Aggiornamento

Uno

Il "movimento per la riqualificazione dell'ospedale di Cremona” ha deciso di aprire un altro fronte: raccogliere le firme su moduli cartacei e andare tra la gente per far conoscere la petizione pubblicata il 28 luglio ove viene chiesto al Direttore Generale Dr Giuseppe Rossi dell'Asst di Cremona di NON costruire il nuovo ospedale accanto all'ospedale attuale destinato a diventare un mucchio di macerie, in quanto verrà demolito.

Nei prossimi fine settimana apriremo dei banchetti di raccolta firme al mercato di Cremona e sostenitori del movimento saranno presenti con le stesse finalità anche a Crema e Casalmaggiore.

Nel frattempo invitiamo tutti i cittadini della provincia di Cremona a entrare nel sito di Change.org con il link "https://chng.it/Y7VPZMBF", firmare la petizione e a condividere il link con altri conoscenti per diffondere la petizione ed aumentare i consensi.

Movimento per la riqualificazione dell'ospedale di Cremona -

Cremona, 16 agosto 2023.

Due

La parola ai lettori e ai rappresentanti istituzionali

Sport principale è lamentarsi

Già… in questa città lo sport principale è lamentarsi. Non dare una mano ad uscire dal buco. Ma restare in quel buco per praticare lo sport tanto amato. Questa città odia il cambiamento. Le opportunità le considera una iattura. Cremona, canottieri e mugugno al suono del violino…

Un lettore in controtendenza alla linea editoriale de L'EdP, Cremona, 19 agosto 2023.

Italia, un Paese disseminato di opere inutili

Il nostro Paese è disseminato da piccole e grandi opere inutili, pubbliche la quasi totalità e private completate ma lasciate a marcire nel degrado. A malapena cominciate e abortite, oppure lasciate a metà e mai portate a termine, se pur finanziate. Con grande profusione di denaro e sfacciato spreco di risorse economiche che avrebbero potuto essere impiegate altrove, con maggior profitto, ma che vennero gettate al vento dal velleitarismo clientelare e dalla dissipazione inconcludente. La lista è sterminata; autostrade che finiscono nei cimiteri, ospedali completati e mai inaugurati; scuole, case popolari, acquedotti, fogne, linee ferroviarie, parcheggi, campi sportivi ect. In alcuni casi è passato tanto tempo da non rendere più necessaria. La Giunta Regionale del Lazio per i mondiali di calcio del 1990, ha gestito una pioggia di quattrini spesi per opere come l'avveniristica stazione Ostiense e per quella di Farneto resesi inutili ed abbandonate.

Evitiamo di farci annoverare in questa lista delle opere inutili, non necessarie. Diciamo no alla demolizione dell'H, patrimonio immobiliare di tutti i cittadini.

Il presidente della Regione Lombardia e la Ministra delle “spiagge”, nei comizi a sostegno della propria candidatura, hanno promesso, disinvoltamente e con spregiudicatezza, che se fossero stati eletti, ci avrebbero regalato, con i quattrini nostri, la costruzione del nuovo ospedale, senza una analisi sulla reale necessità, come fosse un voto di scambio.

Ribadisco che la costruzione, anziché la ristrutturazione, del Maggiore, è Irragionevole e autolesionista. Con una Città carente di tutto, con quelle risorse si potrebbero veramente metter mano su priorità di gran lunga più utili, come le scuole, strade, marciapiedi, recupero di contenitori da anni inutilizzati. Ma la nostra Amministrazione è partecipe all'operazione-nuovo ospedale, nonostante sia voluta e manovrata da una giunta regionale antagonista e politicamente questo sarebbe un merito, se non fosse che essere complici in questa iniziativa denota la mancanza di una analisi indipendente e razionale.

Vediamo l'operazione, con ironica fantasia, sotto l'aspetto meramente economico e imprenditoriale; perché demolire l'H esistente e costruirne uno nuovo; il valore, a libero mercato, dell'attuale H, attualmente agibile, con impianti tecnologici funzionanti, area completamente urbanizzata etc. ha un valore di circa €150.000.000,00, che sommato al costo della demolizione previsto in € 30.000.000,00, darebbe un risparmio, ipotetico, di € 180.000.000,00.

Somma che si detrarrebbe dall'importo per la costruzione del nuovo H.

L'attuale struttura ospedaliera potrebbe essere utilizzata per molteplici usi e destinazioni: da centri scolastici, in sostituzione degli attuali in cattive condizioni; centri di ricerca; vendita a cliniche private; estratto dal libro del Prof. Silvio Garattini “Il futuro della nostra salute”, un centro di formazione, nazionale, a tutti i livelli, per promuovere la prevenzione che ha il grande significato di mantenere la salute per ottenere anche la sostenibilità del SSN. Una formazione che coinvolga tutti i livelli scolastici fino alla formazione dei medici e degli alti operatori sanitari, sempre più necessaria per una medicina ad alto contenuto tecnologico. Occorre realizzare una Scuola Superiore di Sanità per avere a disposizione i dirigenti del SSN con una analoga base culturale”.

Giorgio Mantovani, Cremona, 19 agosto 2023.
Giorgio Mantovani, Cremona, 19 agosto 2023.

Complimenti … c'è di che festeggiare!!

Gentile direttore, chissà perché quando leggo notizie che più o meno direttamente riguardano il nostro ospedale, rivedo quel grande reparto destinato ad ospitare Traumatologia e Ortopedia cadere nel buio perché, spente le luci, nessuno le avrebbe più riaccese. Ero ricoverata per una frattura scomposta del perone e, pur notando la solerzia di medici e infermieri, captavo qualche considerazione sulla mancanza di letti e di operatori. Io stessa, dopo la caduta e dopo aver trascorso la notte al pronto soccorso e la visita al mattino in sala gessi, ero stata rimandata a casa per impossibilità a intervenire prontamente … una settimana, no due.  

Apprendo ora che il punteggio per essere ben quotato nella scala manageriale direzionale possa essere condizionato dal conteggio delle lunghe attese e che qualcosa ha fermato la discesa del “nostro” dottor Giuseppe Rossi poiché  si e' sfruttato il progetto relativo alla costruzione del nuovo ospedale. Miserie! Direbbe mia suocera … Nei decenni scorsi si tendeva  a eliminare personale e quindi a  respingere richieste di degenza per mostrare spese contenute e importanti risparmi in modo da godere degli applausi dall'alto, quindi premi tangibili sulla remunerazione dell'anno successivo … ora  ci si accorge che qualcosa non va e le magagne si sommano, si accavallano, la risoluzione si allontana sempre più, naturalmente gravando sempre e comunque sulle spalle del cittadino comune, dei lavoratori che già' devono lottare per un magro guadagno, dei pensionati, della povera gente …E la soluzione sarebbe costruire il tanto osannato nuovo nosocomio, usufruibile chissà quando, mettere in attesa chi continuerebbe  a prodigarsi senza vedere un soddisfacente comune futuro sia per loro stessi che per la nostra città!!! Complimenti! C'è di che festeggiare!!

Grazie caro direttore e grazie a chi reputa necessario associarsi al Comitato del NO!

Cordialmente.

Clara Rossini, Comunità Socialista, Cremona
Clara Rossini, Comunità Socialista, Cremona

I tronisti dell'“inciucio Kabinett”

Siccome è piaciuta a molti nostri lettori la suggestiva definizione della sala regia, trasversale ed assortita, che da tre anni manovra la campagna del nuovo ospedale, l'abbiamo, proprio per pigiare l'acceleratore della percezione, messa in immagini.

Nella prima delle quali appaiono due personaggi (andando per ordine di ruolo): il Governatore Lombardo (quasi diventato di casa a Cremona) ed il suo Vicesegretario Generale (che di casa a Cremona è dalla nascita).

Si potrebbe azzardare, a prescindere dai ruoli formali, una coppia affiata e indissolubile. Artefice, si ripete, astraendo dai ruoli formali (a proposito, chi dei due è il “portaborse” nell'immagine?) e da quella che si ritiene l'appartenenza politica, dell'accordo trasversale che è alla base del lancio dell'idea del “nuovo ospedale”.

Un nostro lettore, in una precedente edizione, ha azzardato che il progetto super partes (politiche) sarebbe stato favorito dalla circostanza che il Vicesegretario Generale al di là del ruolo amministrativo, avrebbe fatto un po' l'ufficiale di collegamento tra il Governatore (e con esso tutti gli Assessori alla Sanità che si sono succeduti) e l'establishment istituzionale territoriale (di centro-sinistra) e il PD (che, dal 1993, in Consiglio Regionale è, o dovrebbe, all'opposizione).

Al di là di queste incontrovertibili circostanze, non c'è nessuno, nelle stanze del potere locale e della politica che conta (a cominciare del PD che, in teoria, ne è ancora il senior partner) che, almeno in omaggio al pensiero critico, si sia posto il problema. Neanche di fronte ad una chiara e coraggiosa testimonianza da cittadinanza attiva, che mette in campo un dissenso vasto e determinato.

Forse per ammansirlo, il quotidiano cremonese, oggi azzarda un'improbabile pagella di merito sulle performances del vertice aziendale.

A noi sia consentito dire che la buona sanità non si vede dalle campagne giornalistiche ossessive ma dai risultati sul campo.

Per quanto ci riguarda non defletteremo dall'assoluta determinazione ad appoggiare il movimento. Da fuori dalla mischia, il nostro compito maggiore sarà quello di supplire alla drammatica carenza (soprattutto, nel ceto investito di responsabilità istituzionali e amministrative) di un retroterra di conoscenza e consapevolezza storica, che sta alla base della vasta campagna di manipolazione dell'opinione pubblica.

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