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Prosegue la querelle sulla sanità territoriale in provincia di Cremona/2

Riceviamo dal Partito della Rifondazione Comunista e di buon grado pubblichiamo

  04/01/2021

Di Redazione

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Comunicato stampa del Partito della Rifondazione Comunista sulla sanità; la salute, l'ambiente salubre, sono diritti costituzionali da garantire a tutti i cittadini.

 

Dopo cinque anni, al termine della sua operatività, la legge regionale 23/2015 che aveva organizzato la sanità lombarda in Ats e Asst, si è dimostrata fallimentare. Fallimento che in questi mesi di pandemia ha assunto dimensioni tragiche. 

Nel prenderne atto il Partito della Rifondazione Comunista, sottolinea come il modello basato sulla centralità dell'ospedale, debba essere modificato. Questo significa potenziare la medicina del territorio, ne consegue la necessità di porre in essere tutti gli interventi che permettono di raggiungere questo obiettivo. 

Per Rifondazione Comunista è fondamentale riportare la sanità sotto il controllo pubblico rivendendo i criteri di accreditamento delle strutture private e prevedere investimenti in questa direzione sia strutturali, sia di personale. 

In questo contesto generale, per il nostro territorio è prioritario rivedere i confini territoriali dell'Ats Valpadana che comprende le province di Cremona e Mantova con sede in quest'ultima. È necessario inoltre dotare il territorio cremasco dei Presidi socio sanitario territoriali (Presst) e potenziare le Unità speciali di continuità assistenziale (Usca), che in Lombardia dovrebbero essere 200 (una ogni 50.000 abitanti) e che invece sono attivate solo 46. La sinergia tra ospedale e territorio dovrebbe diventare uno dei temi sui quali sviluppare il modello futuro della sanità lombarda. 

Ventidue consigli comunali del nostro territorio, di diverso orientamento politico, di centrosinistra, centrodestra e liste civiche, in maniera autonoma, hanno già approvato una mozione che ribadisce questo concetto di medicina più vicina al territorio. 

Rifondazione Comunista auspica che anche altri comuni seguano l'esempio. Ci dispiace che l'Area Omogenea, che dovrebbe essere il collante tra i comuni del Cremasco, sia in ritardo e ancora non abbia espresso una sua pozione unitaria. 

Attendiamo con interesse l'apertura di un dibattito nel Consiglio Comunale di Crema, città capo comprensorio, che dovrebbe essere il punto di riferimento di tutte le comunità del cremasco nel chiedere una strutturazione della sanità più vicina ai cittadini. 

Urgenti sono i provvedimenti per la sanità territoriale, mettendo i medici di base nelle condizioni di operare in sicurezza per loro e per i propri pazienti; ben 36,7 miliardi di euro di tagli effettuati in un decennio alla sanità, sia da governi di centro-destra che di centro-sinistra, hanno favorito la sanità privata che in Lombardia eroga quasi il 50 % delle prestazioni. 

Si deve lavorare per costituire un unico Servizio Sanitario Nazionale, pubblico, superando tutte le attuali forme di finanziamento diretto o indiretto alla sanità privata, assorbendo in quella pubblica il personale in essa impiegato. Si deve ridefinire l'assetto dei servizi di prevenzione, cura, riabilitazione, ospedalieri e territoriali, anche attraverso la riapertura se necessario degli ospedali soppressi; si devono superare le liste d'attesa, rivedendo modelli organizzativi e gestionali, superando l'attività intramoenia; si deve investire in mezzi e personale, stabilizzando quello precario e assumendo medici, infermieri e OSS solo con contratti a tempo indeterminato. 

Per Il Partito della Rifondazione Comunista del Cremasco 

Piergiuseppe Bettenzoli 

Crema, 4 gennaio 2021

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