Tra i tanti temi alla attenzione della politica amministrativa locale, la Comunità socialista cremasca, ha scelto di aprire il 2021 con una puntualizzazione sulle strutture della sanità territoriale e sulla ipotizzata vendita della ex colonia di Finalpia.
Su entrambe le questioni ci spinge il proposito di voler contribuire all'approfondimento di alcuni aspetti essenziali e funzionali alla assunzione delle decisioni finali.
Alla luce del dibattito destato dall'evidenziazione contenuta nel documento dei sindaci cremaschi, sul potenziamento dei servizi sanitari con la realizzazione del Presidio socio sanitario nei locali dell'ex Tribunale di Crema, ritenuti ottimali per la loro prossimità all'Ospedale, la Comunità socialista cremasca:
registra con un certo stupore, come a fronte di qualche amministratore perplesso, non si siano sentite voci, in Consiglio comunale a Crema, che abbiano ribadito, a supporto della ubicazione del PreSST, anche le ragioni insite nella proposta del concambio dell'immobile citato, con il complesso degli Stalloni,
giudica l'atteggiamento reticente, un errore politico amministrativo, una occasione persa per il rilancio dell'auspicata permuta, favorente da un lato, il processo di razionalizzazione degli spazi e delle attività dell'ASST e dell'Ospedale di Crema, oggi svolte in varie sedi gravate da affitti tutt'altro che irrisori, dall'altro l'avvio del processo di riqualificazione e valorizzazione del complesso regionale, da parte del Comune,
richiama a tal proposito, la maggioranza consiliare, al rispetto degli impegni assunti con l'approvazione della mozione del consigliere comunale Rossi, proponente lo scambio delle proprietà, volti al perseguimento contestuale, sia degli obiettivi socio sanitari del territorio cremasco, che quelli della città di Crema, in ordine al recupero della strategica area di via Verdi.
Con pari spirito dialettico e costruttivo, nasce anche la riflessione seguente sulla chiusura della struttura alberghiera, realizzata nella ex colonia di Finalpia.
La Comunità socialista cremasca, al riguardo, ritiene del tutto prematuro schierarsi a favore o contro, l'una o l'altra opzione possibile, semplicemente perché ravvisa l'insufficienza di diversi dettagli e presupposti fondamentali, per la scelta della soluzione definitiva.
Riassuntivamente, per avanzare delle proposte realistiche, innanzitutto occorrerebbe conoscere attraverso una relazione periziata, il valore commerciale dell'immobile, nello stato in cui si trova.
Secondariamente, aprire dei confronti politici ed istituzionali, sulla opportunità o meno della alienazione, senza la preventiva informazione e dimostrazione, da parte del CdA dell'Ente Opera Pia Marina e Climatica Cremasca, della esistenza di concrete manifestazioni di interesse all'acquisto della struttura, congrue rispetto alle attese, non ha oggettivamente molto senso; come peraltro anticipare delle indicazioni vincolanti sul reinvestimento locale della entrata finanziaria, senza conoscerne l'effettiva entità della stessa.
La Comunità socialista cremasca, fermo restando la finalizzazione e la devoluzione del ricavato della vendita a beneficio delle realtà assistenziali e sanitarie del territorio cremasco, non esclude, per esempio, a priori delle destinazioni frazionate a più soggetti.
Allo stato, quindi, non resta che invitare il CdA dell'Ente, ad accelerare i passi sopra accennati, affinché, nell'interesse di tutti, entro la scadenza del mandato, si possa uscire dallo stallo in essere.