Pubblichiamo con il dovuto rilievo e con la piena condivisione della testata, la denuncia fatta pervenire da Renato Bandera, storico riferimento dell'AICS a Cremona. Questo contributo si aggiunge ad una serie di precedenti riflessioni imperniati sul valore sociale ed educativo dell'attività sportiva e dell'associazionismo.
Che restano, quanto meno a futura memoria (per quando riprenderà la piena agibilità dell'esercizio della pratica sportiva) centrali nella vita comunitaria e nella coscienza per il grande ed irrinunciabile valore formativo e civile.
Evidentemente, però, a credere in ciò è rimasto in solitudine il popolo dei praticanti, che, con la svolta denunciata da Bandera, vengono deprivati di un supporto fondamentale per un'attività svolta in sicurezza.
Questo negativo epilogo che si aggiunge alla generalizzata depredazione, attuata cinicamente dal governo regionale lombardo, dei fondamentali presidi preventivi sul territorio, non può non rimandarci coi ricordi a quella aurea stagione di fini anni 70 in cui le istituzioni locali non rinunciavano a sognare e ad anticipare con fatti concreti l'intelaiatura della riforma sanitaria.
Non c'erano le competenze, la Regione era stata da poco istituita, non c'erano (soprattutto!) le risorse, ma la buona politica e la testimonianza istituzionale e amministrativa precorreva i tempi.
Se ne faceva interprete l'Amministrazione Provinciale, per il vero munita di competenze molto limitate, per non dire addirittura esercitate al limite della forzatura. In quegli anni l'istituzione intermedia, governata dalla Giunta Dolci-Bellisario ed assessore dott. Parlato, forzarono i tempi e le attribuzioni. Ed istituirono la medicina scolastica, il centro di contrasto alle tossicodipendenze e, appunto, la medicina preventiva per lo sport.
Il primo (essenziale) presidio fu allocato presso la sede del Consorzio Provinciale Antitubercolare. Il servizio metteva in campo una squadra di giovani medici specialisti, muniti di grande competenza e di inguaribile entusiasmo.
La materia sarebbe stata, giustamente, avocata alle competenze delle USSL e, successivamente, della Regione.
Svanito il controllo del territorio, il settore sarebbe stato consegnato al burocratismo e, tendenzialmente, a quel convenzionamento esterno anticamera della privatizzazione di fatto e, come si sta verificando, dello smantellamento.
Nonostante si ripete il valore del servizio e dell'équipe che vi operava.
Ci associamo alla denuncia dell'AICS ed apprezziamo l'iniziativa del Consigliere Regionale Piloni, che, sul fatto, interroga il governo lombardo.
Sparisce anche la medicina sportiva pubblica a Cremona!
Ebbene, dopo oltre 40 anni di onorato e meritorio servizio, l'Ospedale di Cremona e l'Azienda Sanitaria Territoriale Cremona-Mantova decidono di sopprimere il Servizio di Medicina Sportiva dalle loro specializzazioni.
Tutto sotto silenzio ufficiale di chi, viceversa, dovrebbe tenere accuratamente informati gli utenti di questa branca di Medicina di Prevenzione, riconosciuta “OBBLIGATORIA“ dal Decreto Balduzzi che impone, giustamente, i Certificati Medici Agonistici e Ludico Motori per tutti i giovani, di entrambi i sessi, che vogliono cimentarsi in una disciplina sportiva.
A soffrirne economicamente ed organizzativamente saranno le Società Sportive, delle Federazioni del CONI e degli Enti di Promozione Sportiva, ma anche molti singoli agonisti che fruivano della professionalità, riconosciuta anche oltre Cremona, dei medici che vi hanno operato nel corso dei 40 anni citati.
Per i non addetti ai lavori va spiegato che il CONI, per ogni singola Disciplina Olimpica, prevede un'età d'entrata nell'Agonismo e che, fino ai 18 anni compiuti, la Certificazione d'Idoneità era rilasciata, previa accurata anamnesi delle condizioni fisiche individuali, da detto Servizio pubblico. Una sicurezza per tutti, atlete ed atleti, genitori, allenatori e Presidenti di Società che devono adempiere all'obbligo della visita preventiva.
Esistono, è vero, Ambulatori privati che svolgono il medesimo, professionale servizio, in città ma, nell'inconscio, andare in un Ambulatorio dell'Ospedale (cui i cremonesi sono affezionati) dava maggiore tranquillità.
Ora, salvo che per alcune centinaia di Atlete/i iscritti a Manifestazioni di rilevanza nazionale riconosciute dal CONI, le Certificazioni d'Idoneità sono in attesa di ripartire perché ciò significherebbe che lo Sport può essere nuovamente praticato a tutti i livelli, agonistici ed amatoriali, sia per discipline individuali o di squadra.
Se ciò avvenisse con un unico DPCM, così com'è stato per lo stop prolungato tuttora in atto, i circa 17.000 praticanti dell'areale cremonese si troverebbero in un collo di bottiglia che procrastinerebbe la piena ripresa dell'agonismo.
Cremona, attualmente, che si sappia, ha un solo Ambulatorio “a contratto“ con il pubblico. Servirebbe un'organizzazione perfetta e potenziata per soddisfare la mole di richieste dalle quali, essendo le prestazioni GRATUITE, si troverebbe subissato! Possibile il rafforzamento ma improbabile, crediamo.
I già citati Ambulatori privati di Medicina Sportiva autorizzati dalla Sanità a rilasciare certificazioni, legittimamente come avviene in ogni impresa imprenditoriale, applicano tariffe di alcune decine di euri ad atleta, soggette ad aumentare se gli esami diagnostici richiedono approfondimenti.
Costi che molte Società dopo la chiusura imposta dalle norme anticovid non riuscirebbero, o riuscirebbero con sacrifici, a sopportare.
Gli Enti di Promozione Sportiva, coordinati tra di loro anche se in una realtà informale, hanno chiesto agli Amministratori di accertare fino in fondo gli indirizzi della Dirigenza Ospedaliera circa ciò che intendono fare. Le visite sportive sono rimaste l'unico presidio di Medicina Preventiva per i giovani fino a 18 anni, fisicamente attivi.
La medicina scolastica e quella di leva, infatti, non ci sono più da tempo! L'unico screening di questi concittadini che rappresentano il futuro è rimasta la Medicina dello Sport.
Dopo la neonatologia anche questo segmento significativo della sanità cremonese viene azzerato nel pubblico. Matteo Piloni, Consigliere Regionale del PD ha presentato un'Interpellanza, a risposta scritta, all'Assessore alla Sanità della Lombardia, ed anche l'Assessore allo Sport del Comune capoluogo, Luca Zanacchi, è stato allertato sulla vicenda. Speriamo si intervenga celermente, dunque.
E si pensa ad un nuovo ospedale in città con queste premesse?
Renato Bandera