L'ECOCommiati e Ricordi Marisa Priori Dolci La commemorazione di Evelino Abeni
Se n'è andata silenziosamente, quasi scivolata via, Marisa, la vedova di Franco Dolci, che, altrettanto discretamente era scomparso poco più di due anni fa. Accommiatandocene avevamo avvertito “un senso di commozione e di sottrazione di una significativa entità al nostro campo esistenziale”.
Ovviamente erano state più intense le occasioni di incrociare i nostri percorsi militanti ed istituzionali, come quelli umani.
Senza essere di assidua frequentazione al di fuori dei comuni impegni, questi incroci, che, durante il quinquennio in cui Franco aveva ricoperto il massimo incarico amministrativo della Provincia ed il sottoscritto era stato tra i più vicini collaboratori, erano stati logicamente intensi, le occasioni di vederci e di parlarci si erano infittiti, curiosamente, nella stagione in cui la testimonianza pubblica era finita.
Dolci era, pur la riconosciuta caratura culturale e memorialistica, un punto ineludibile di riferimento per chiunque, scrivente compreso, volesse attingere ai pozzi del sapere politico e storico.
Anche quando la progressione invalidante avrebbe dovuto porre delle remore di discrezione.
Non si sottrasse, Franco, mai ad una richiesta di approfondimento; come la devota moglie Marisa, divenuta quasi una protesi umana per la mobilità domestica e la vista, non si sottrasse mai all'adempimento di passare la comunicazione telefonica e di fornire ragguagli preventivi sullo stato di salute del suo compagno.
Causa una sfasatura generazionale, chi scrive non aveva avuto una frequente consuetudine di rapporti, nonostante i cinque anni lavorati gomito a gomito con Dolci avrebbero potuto consentirlo.
Anche in questo Marisa Priori ebbe modo di distinguersi, per tratto comportamentale, ispirato da senso di riservatezza e da intima distinzione dei ruoli: non varcò mai il portone del Palazzo della Provincia nella veste di “moglie di”.
Gli incontri, curiosamente, si infittirono per qualche anno il tardo venerdì mattina, in occasione della provvista settimanale presso la Coop. Che favorivano uno scambio di saluti, di opinioni sui tempi un po' cupi, sulla progressiva infermità di Franco e, ahinoi, sugli insorti problemi della figlia.
Affrontati dalla mamma con lucida consapevolezza, ma anche con una buona dose di ottimismo di fronte alle “risposte” alle terapie. Fino ad una inattesa e repentina inversione che poneva lei mamma e l'intera famiglia di fronte ad una prospettiva che lasciava poche speranze.
In quella circostanza, come in quella in avvicinamento del ricovero di Franco, ebbi modo di testare tardivamente le qualità morali ed umane di una persona, che mancherà a chi l'ha conosciuta e frequentata.
Marisa e Franco, d'altro lato, avevano vissuto nel loro rapporto affettivo una sorta di immedesimazione esistenziale che andava oltre il rapporto coniugale, perché fondato anche sulla comunanza di vedute molto più ampie.
Era, diciamo, un po' così, salvo qualche rara Evelino Abeni eccezione, per i matrimoni favoriti e contratti nel perimetro della militanza a sinistra; in particolare in quella comunista.
Nel salutarla, aggiungiamo che la sua scomparsa ha suscitato vasto e sentito cordoglio nelle persone che l'hanno conosciuta ed apprezzata. E che hanno voluto accompagnarla nel commiato civile, prima della cremazione.
Evelino Abeni, a nome di tutti, ha porto l'estremo saluto, il cui testo pubblichiamo di seguito.
Cara Marisa,siamo qui per darti l'estremo saluto. Compagne/i…amiche/amici che ti hanno conosciuto e ti hanno voluto bene. Compagne/i che hanno condiviso con te la militanza politica, che ha preso corpo negli ultimi tempi della Guerra di Liberazione. Cresciuta in una famiglia di antifascisti, hai dato, giovanissima, il tuo contributo alla Resistenza meritandoti la qualifica di PATRIOTA.
Ci sono qui amiche/amici che hanno conosciuto e condiviso momenti della tua vita, nel corso della quale sei stata prodiga di sentimenti di amicizia, di solidarietà.
Dopo la LIBERAZIONE, ti sei immersa nell'attività politica, compiendo i primi passi nella Federazione Giovanile Comunista Italiana e distinguendoti fra le ragazze comuniste, di cui sei stata rappresentante in significative iniziative. Impegnandoti in quell'attività, hai conosciuto l'uomo che è diventato il tuo compagno nella vita. L'uomo che hai sposato: FRANCO DOLCI, dirigente politico ed amministratore locale fra i più stimati ed amati nel nostro territorio. È stata una bella unione quella con Franco, nella quale lui ha sempre avuto modo di sentire la tua vicinanza (nei momenti difficili per la sua salute, sei stata la sua vista e le sue mani). Assieme a lui, hai vissuto anche momenti tristi: la perdita dei tuoi cari, il grande dolore per la scomparsa della dolce Daniela, che ha segnato profondamente l'ultima parte della tua esistenza. Ma hai potuto conoscere anche momenti belli, perfino esaltanti. Avevi vissuto quelli festosi della vittoria sui nazisti e sui fascisti. Hai vissuto, poi, i momenti delle grandi lotte sociali e per l'emancipazione delle classi più deboli. Hai vissuto i momenti dei successi elettorali del Partito Comunista Italiano, che a Cremona hanno portato Franco a ricoprire cariche e ruoli importanti (Presidente della Provincia, Presidente dell'Azienda Elettrica Municipalizzata… e, prima ancora, Presidente della Federazione Provinciale delle Cooperative e, poi, Segretario della Federazione Comunista Cremonese). Successi che hai vissuto senza boria, con umiltà, ma con la giusta soddisfazione, anche per gli importanti incarichi che è stato richiamato a ricoprire tuo figlio Mimmo nella CGIL.
Così come accanto a Franco, anche nella vita politica la tua è stata una presenza discreta, sobria, non invadente. Una presenza discreta…ma che c'era, testimoniata dalla disponibilità a fare la tua parte quando c'era bisogno. Bisogno di te. Una discrezione, la tua, che non ha occultato la tua passione per la politica e la tua forte determinazione antifascista. “È sempre 25 Aprile”, dicevi. Delle tue qualità hanno avuto testimonianza la FGCI, la CGIL, il Movimento Partigiani per la Pace, il PCI, cioè le organizzazioni politiche e sociali in cui hai operato. Certo, ti sei incontrata anche con momenti di amarezza. Ho accennato a quelli della tua vita famigliare, ma ho ben presenti quelli della vita politica, soprattutto con la fine dell'esperienza storica del PCI, che – in comunanza con Franco – hai vissuto con disagio e travaglio. Momenti che, però, non ti hanno disancorato dal sentirti sempre donna della sinistra, appassionata antifascista.
La tua umiltà non ti portava ad esibire il tuo passato, ma eri consapevole di essere custode di ricordi importanti, significativi. Fra questi, mi ha fatto piacere – di recente – vederti offrire a Fabio, per una sua ricerca, il ricordo di un momento importante della tua vita. Quando – negli anni dell'immediato dopoguerra, in giovane età, ed aderendo ad una straordinaria e significativa iniziativa nazionale del PCI e dell'UDI – hai dimostrato la sensibile solidarietà tua e della tua famiglia, accogliendo una bambina milanese che aveva – come tanti altri bambini - bisogno di combattere freddo e fame… e di calore umano. Una testimonianza resa con commozione.
Con questi ricordi della tua vita – nella quale la militanza politica si è intrecciata a rapporti umani improntati a cordialità e sincera amicizia – ti salutiamo.
Caro MIMMO, la perdita di un proprio genitore arreca un grande dolore, ma ti può essere di conforto, a lenirlo, la consapevolezza (che certamente tu hai) di avere avuto genitori stimati e benvoluti dai compagni, dagli amici e nell'opinione pubblica… con l'espressione di sentimenti e testimonianze che ci lasciano – così per FRANCO, così per MARISA - un bel ricordo della loro esistenza. Assieme ai ricordi, accogliete – Mimmo, le nipoti, il fratello, i parenti tutti – le più sentite condoglianze. Accompagniamo MARISA, in questo ultimo viaggio, con tutto il nostro affetto.