La testimonianza civile dello scomparso, infatti, si è snodata per un lungo e fecondo periodo ed ha preso l'avvio dalla partecipazione, in giovane età, alla lotta partigiana per la Liberazione dal fascismo e dall'occupazione nazista.
Militò, tra i primi, nel raggruppamento delle Brigate Garibaldi; di cui faceva parte anche il fratello Franco, caduto della Resistenza.
Quell'esperienza, esaltante e dolorosa ad un tempo, avrebbe incardinato il resto della sua esistenza nell'impegno politico militante nelle file del PCI, nella testimonianza dei valori e degli ideali antifascisti, nella ricostruzione e nello sviluppo della cooperazione.
Settore nel quale operò per molti anni rivelando inconfutabilmente doti di dedizione, intelligenza e grande rettitudine.
Ma il suo contributo principale resterà legato per sempre alla riaffermazione della Resistenza e della Liberazione. Ricordiamo qui che Libero Scala è stato insignito solo due settimane addietro della medaglia del Ministero della Difesa in occasione del 71°, insieme ad altri 12 partigiani della provincia.
Si può dire che le risorse migliori della sua lunga e feconda parabola sono state dedicate, oltre che alla cooperazione di consumo, alla vita della maggiore Associazione partigiana, l'ANPI.
Ha fatto parte, praticamente dalla sua fondazione, degli organi direttivi e per oltre un decennio ne è stato Presidente; avendo a fianco Mario Coppetti che, dopo essere stato il più diretto collaboratore, gli sarebbe succeduto nell'incarico nel 1996.
Nella lunga temperie l'ANPI avrebbe espresso una notevole massa di iniziative tese a radicare nelle coscienze e nella memoria storica della comunità il valore permanente della Resistenza.
Il 25 aprile 1993, in occasione della manifestazione celebrativa che coincideva con l'inaugurazione del monumento partigiano, cui parteciparono, tra gli altri, il sen. Arrigo Boldrini presidente nazionale ed il sen. Mario Ferrari Aggradi, ebbe a ribadire le fondamenta della testimonianza antifascista “Che significato vogliamo dare al monumento ai caduti della Resistenza? Ricordare, rendere visibile a chi non ha più memoria il sacrificio che queste giovani vite hanno fatto affinché noi potessimo avere la possibilità di vivere liberi e in grado di costruire autonomamente e con giustizia il futuro del nostro Paese. Deve servire non solo a ricordare ma anche ad ammonire. Quella lotta di Liberazione e quelle morti non possono, non devono essere avvenute invano, non devono e non possono essere dimenticate né stravolte”.
Mario Coppetti ce lo ricorda, con stima ed amicizia, come uomo coerente, determinato e molto leale.
Le esequie, in forma strettamente privata per volontà espressa, avverranno nella mattinata di oggi (ndr) lunedì 23.
L'Eco del Popolo esprime ai famigliari ed all'ANPI una sentita partecipazione.