Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo la lettera di Alessandro Gaboardi:
In questi mesi di clausura forzata si sono accentuati i confronti a distanza non solo fra le persone, amici, conoscenti, colleghi od ex colleghi di lavoro, persone conosciute in vacanza o in viaggio o occasionali “mi piace” su una delle pagine dei social.
Ognuno ha cercato di far conoscere e valorizzare il suo territori, traspariva da ognuna di esse l'orgoglio di essere italiano, ma, ancor prima, Abruzzese, Campano. Lombardo o Marchigiano (per riferirmi a quelle che ricordo meglio).
Anche Crema, nel suo piccolo, ha prodotto un bel video della città e delle sue produzioni peculiari gli organi e le campane.
Faccio notare che il monumento all'arte organaria, costituito da canne d'organo in acciaio, immagine parecchio identificativa della nostra città, è stato collocato al centro dello svincolo, ma di una strada secondaria, quella che porta a Cremosano e Trescore Cremasco. Sarebbe meglio spostarlo sul rondò di via Milano dove avrebbe maggiore visibilità.
La presentazione più bella era, a mio avviso, quella dell'Abruzzo che ha svelato molti aspetti misconosciuti ai più, alcuni anche a me, che ho abitato per anni a Teramo spostandomi per lavoro in tutta la Regione. Regione nella quale vado ogni anno in vacanza e dove vivono miei cari amici.
Divago, ma il pensiero ritorna ai motivi di questa riflessione: la presentazione della Campania o per meglio dire, di Napoli, successiva alla trasmissione televisiva sull'ospedale Cotugno di Napoli.
Il linguaggio usato, l'orgogliosa presentazione veniva sbattuta in faccia al mondo come se il resto dell'Italia e dell'Europa non conoscesse per nulla questa città e questo popolo e lo considerasse inferiore, subalterno. Il messaggio era inviato principalmente ai lombardi i quali con le non brillanti iniziative nell'affrontare il Covid hanno mostrato il fianco. Lombardi che in gran parte, quantomeno in certe categorie di persone, hanno spesso avuto un atteggiamento un po' spocchioso nei confronti dei napoletani.
Ciò che impressiona e che i risultati dei quali sono più orgogliosi sono quelli del passato, ottenuti sotto il Governo di Ferdinando secondo: la prima ferrovia, il primo teatro dell'opera ecc. Esplicitamente si fa riferimento a quella stagione d'oro scomparsa, crollata, con l'arrivo di Garibaldi e dei Piemontesi.
La gran parte dei primati Napoletani e Campani li conoscevo avendo lavorato, vissuto e frequentato quasi ogni anno questa meravigliosa metropoli. La ricordo accogliente e serena negli anni 60 e arrabbiata, disorganizzata impaurita in un momento per essa poco felice, il colera del 1972. Ora sembra in ripresa, si è fatta di nuovo accogliente e ha messo a lustro gran parte “dell'argenteria di casa”, gli splendidi palazzi ed i ricchi musei. Tuttavia nell'orgogliosa presentazione traspare questa immagine di scoramento. Sembra quasi dica: Siamo stati grandi, avremmo potuto esserlo ancora, ma il destino falso e bugiardo ce lo impedisce.
Ed ecco, a distanza di circa un mese, arriva la presentazione dei bresciani. Non dei lombardi, non di Bergamo, che pure aveva fatto un bel video sulla splendida città e nemmeno di Milano. Ma Brescia, Leonessa d'Italia, che potrebbe benissimo gareggiare per, monumenti e personaggi storici con le altre città, ma di questi fa solo un accenno e mostra invece la dimensione economica di questa provincia ponendola a confronto con l'Europa e il resto della Lombardia:
Abitanti.1.265.954 prima provincia lombarda per estensione geografica e la seconda per popolazione;
Brescia da sola ha gli stessi abitanti dell'Abruzzo, del Friuli Venezia Giulia, della Liguria, ne ha di più della Val D'Aosta, del Molise e della Basilicata, messi assieme;
Con 30.200 euro di PIL pro capite Brescia fa 38 miliardi di PIL all'anno. Più di Estonia, Lettonia, Lituania, Cipro e Islanda;
Brescia è la prima provincia europea per produzione industriale, sia per valore aggiunto che per occupati, oltre 160.000 con livelli di produttività superiori alla Germania;
Prosegue poi con altri primati ma conclude con un “Brescia è piccola, ma sono i bresciani che sono grandi e ve lo faremo vedere!
Ecco la differente mentalità. L'orgoglio che si fa proposta. La difficoltà che viene affrontata prima di tutto con le proprie forze, se arrivano aiuti ringraziano, ma intanto pensano come sollevarsi. Non dubitano di farcela, il dubbio indebolisce l'azione. È con questo spirito che siamo usciti dal disastro della guerra e del fascismo e abbiamo creato un Paese ricco e amato.
Alessandro Gaboardi