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Dossier Tamoil

Che succederà?

  03/07/2022

Di Redazione

Dossier+Tamoil

A dimostrazione di un sentiment, latente ed in controtendenza alla sostanziale neghittosità o irrisolutezza che contraddistingue l'azione amministrativa, giungono in plurimodalità numerosi inputs, da parte di osservatori, che, a quanto pare, si rivelano impermeabili alla narrazione ufficiale. 

È il caso delle riflessioni che, di buon grado, pubblichiamo. Congiuntamente ad una nostra chiosa redazionale e, soprattutto, alla mozione approvata all'unanimità dal Consiglio Comunale. 

Galimberti, novello Cesare, ha varcato, con le sue quadrate legioni, il Rubicone. Il Comune farà causa alla Tamoil per ottenere il risarcimento dei danni. Questo, in sede civile. In via amministrativa, lo stesso condottiero ha annunciato che, sentito il responso dei propri aruspici circa la funzionalità della barriera idraulica, disattendendo la petizione della Canottieri che avrebbe voluto disporsi un tracciamento e una datazione dell'inquinate proveniente dall' area Tamoil, ha detto che si procederà ad una caratterizzazione dell'area Bissolati per verificare lo stato e l'ampiezza dell'inquinamento. Tra i tripodi fumanti di balsamico incenso ha sentenziato: "Arpa garantisce che la barriera idraulica funziona. Bisogna credere ai tecnici, faremo approfondimenti". Grida di giubilo, suoni di trombe e cimbali. 

Peccato che altri tecnici: I periti in sede penale e i CTU in sede di ATP abbiano affermato che la barriera idraulica non é idonea a fermare il surnatante che galleggia sulla falda. Ed è il surnatante che inquina l'area della Bissolati.  

In buona sostanza: da un punto della procedura amministrativa la decisione della caratterizzazione non risolve il problema: per usare una metafora calcistica: è stato come buttare la palla in tribuna. 

Mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata. 

Per il civile si è varcato il Rubicone. 

Per quanto riguarda la questione amministrativa, la decisione di approfondire con una caratterizzazione dell'area Bissolati è un'attività meramente dilatoria: I riscontri processuali sino ad oggi svolti attestano l'inquinamento per tipologia ed estensione dell'area Bissolati. 

In sede amministrativa manca un tracciamento e una datazione del prodotto proveniente dall'area Tamoil. Altro dato pacifico.  

Questo dato è già stato acquisito in sede penale e in ATP.  

Ma il procedimento amministrativo, gestito dall'Ente Comune, è un procedimento autonomo e il dato deve essere acquisito in tale sede. 

Chi può decidere se dare impulso a questa ricerca? Il Comune! 

Per quanto riguarda la dichiarazione del Sindaco sul credere agli uffici (Arpa) in ordine alla funzionalità della barriera idraulica è un'affermazione corretta, ma si dovrebbe aggiungere che non ha alcun effetto su il interruzione del flusso del surnatante. 

Quello che inquina l'area della Bissolati. Che tale strumento non sia idoneo allo scopo che qui interessa lo hanno detto i periti nel processo penale (2013) e lo hanno riconfermato i periti dell'ATP (2021). Per quanto siano irrisolte molte variabili, si può affermare (anche se questo approdo è ben lungi dal far imboccare quella strada che sarebbe inaggirabile), gli steps delle ultime settimane autorizzano ad affermare che il Comune, finalmente ha rotto gli indugi e si é deciso a fare causa alla Tamoil.

Cremona, 02 07.2022 g.g.p. 

Il pronunciamento unanime del Consiglio Comunale 

Ordine del giorno presentato in data 1° aprile 2022 da consiglieri comunali vari (primo firmatario Alessandro Zagni) sull'intervento presso il Ministero della Transizione Ecologica al fine di promuovere insieme l'azione civile nei confronti della Società Tamoil. 

 

Premesso che: 

in data 15 luglio 2015 la Giunta comunale ha approvato la delibera n.134 "Costituzione in giudizio innanzi alla Corte d'Appello di Brescia nell'appello avverso la sentenza emessa dal Tribunale di Cremona - Sez. penale - in data 18/7/2014 nei confronti dei manager della Società Tamoil Raffinazione; 

 

Ricordato che: 

in data 26 settembre 2018 la Corte di Cassazione ha condannato in via definitiva manager Tamoil per disastro ambientale e ha confermato a titolo di risarcimento danni le provvisionali erogate al le parti civili, fra le quali il Comune di Cremona; 

in data 28 novembre 2018 la Giunta comunale ha approvato la delibera n. 261 "Tamoil Raffinazione S.p.A.: avvio di azione giurisdizionale in sede civile nei confronti dei soggetti responsabili degli atti di inquinamento ambientale", considerato che "la natura di provvisionale rivestita dal risarcimento ottenuto consente l'avvio di un giudizio in sede civile nei confronti dei soggetti responsabili, finalizzato alla definitiva liquidazione dei danni non ambientali provvisoriamente riconosciuti dal giudizio penale"; 

 

Preso atto che: 

il D. Lgs. 152/2006 prevede che il Ministero dell'Ambiente (oggi della Transizione Ecologica) possa esercitare l'azione civile e quantificare il danno ambientale; 

il Ministero, seppur sollecitato da inizio processo, non si è mai costituito come parte civile; 

 

Il Consiglio Comunale impegna il Sindaco 

a chiedere al Ministero della Transizione Ecologica di affiancare il Comune di Cremona nell'azione civile di risarcimento dei danni. 

 

Dopo che l'ordine del giorno è stato illustrato dalla consigliera Simona Sommi (Lega – Lega Lombarda), il consigliere comunale Roberto Poli (Partito Democratico) ha presentato il seguente emendamento in sostituzione della disposizione finale: A sollecitare nuovamente il Ministero per effettuare la valutazione del danno ambientale e ad agire per le vie legali per il risarcimento dello stesso tenendo conto che è l'unico soggetto che ne ha la legittimazione attiva.  

Sono quindi intervenuti i consiglieri Lapo Pasquetti (Sinistra per Cremona – Energia Civile) e Stella Bellini (Partito Democratico). L'Assessore all'Ambiente Simona Pasquali che ha espresso parere favorevole all'ordine del giorno emendato e che una volta approvato il Comune si attiverà attraverso la propria Avvocatura come da indirizzo del Consiglio.  

 

L'ordine del giorno, come emendato, è stato infine approvato all'unanimità. 

Che succederà? 

La nostra formazione di tipo massimalista col tempo è, saggiamente approdata, al gradualismo. Stante tale premessa, non possiamo non convenire che il combinato dell'autorevole indirizzo dell'unanime Consiglio Comunale (e questa è già un'ottima notizia) e la concreta linea-guida tracciata per il prosieguo della pratica appare, anche se non esaustivo, un gesto di ritracciamento dei percorsi. Che fin qui sono stati, lo ribadiamo ad nauseam, largamente incongrui. Per le responsabilità del Comune, titolare della funzione di preservazione della salute dei cittadini e, anche se non in esclusiva, dell'ambiente e, per l'enormità, della valanga di violazioni e di reati, accumulatasi nei decenni. A fronte di un'opinione pubblica, diciamo, non esattamente reattiva o forse inconsapevole e/o neghittosa. 

Si è sempre detto che in capo al vertice cittadino la massima prerogativa sarebbe la guida nell'assunzione delle consapevolezze, per conto della Città, e nell'adozione delle necessarie contromisure. 

Per oltre mezzo secolo così non è stato. Si può anzi affermare che ci sia stato uno scambio tra una Civica Amministrazione, che non vedeva o vedeva poco, e un'azienda che, sull'altare dell'indotto di qualche decina di posti di lavoro, ha avuto la licenza di fare quasi tutto (come diceva il Mascellone: in terra, in acqua, in aria). 

La chiusura dell'attività di raffinazione ha sicuramente limitato i danni ambientali. Ma non ha riavvolto la pellicola di quanto è avvenuto in tanti anni. 

Destino prevedibile e comune alle città, a diretto contatto con i corsi d'acqua, che nel ciclo del boom si lanciarono nella corsa all'oro delle attività di raffinazione degli idrocarburi. 

Anche la nostra città sorella, Mantova, incorse, col suo Petrolchimico, nel nostro medesimo problema. Diverso, se non l'approccio, il temperamento di fronte ad un guaio non esattamente imprevedibile, comunque non aggirabile. 

Ebbene, se si pone attenzione ai percorsi intrapresi nella città di Virgilio, si scopre, in aggiunta ad una gestione politica ben più determinata, un impegno parallelo alla messa in sicurezza del territorio, che ha avuto riguardo ad un aspetto da noi quasi completamente trascurato. Diceva qualche anno fa un titolo giornalistico: “Mantova, morti sospette per un raro sarcoma: il rischio di ammalarsi a Mantova 2.500 volte superiore al normale. La strage del Petrolchimico Inchiesta su 200 casi.” 

E a Cremona? Una domanda neanche retorica. Da noi, quasi completa latitanza di tutti i portatori di ruolo (in particolare, dopo la soppressione del locale PMPIP). Si deve alla tenacia di un gruppo di valenti legali, della Società Canottieri Bissolati e dei Radicali se il dossier non è andato sotto l'uscio. Si deve anche in buona parte alla sensibilità ed alla professionalità della Magistratura cremonese se la questione Tamoil non è deragliata. 

Restano, come detto, ancora ampi margini di irrisolutezza. Ma osiamo trarre auspici fecondi dalle ultime battute del percorso istituzionale e giurisdizionale. Indubbiamente il fiato sul collo dell'opinione pubblica e di quel che resta dell'associazionismo politico farà la differenza. 

Soprattutto, non bisognerà mai perdere di vista le testimonianze pregresse. Ragion per cui ripubblichiamo (in allegato - ndr) un articolo de L'Eco del Popolo del 1987. (e.v.)

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