Vai all'archivio notizie categoria L'Eco Forum dei lettori

Liberi tutti

Natale ai tempi della pandemia

  20/12/2020

Di Redazione

Liberi+tutti

Gentile Direttore,

 

seguendo stasera una trasmissione televisiva, ho notato come ancora una volta si dia largo spazio a chi espone pur se in modi diversi la stessa idea. Faccio presente che ho ben chiaro quanto questa pandemia abbia danneggiato aziende e lavoratori, tutti i componenti della attuale nostra società. I ristori promessi non arrivano a pioggia, tardano, escludono a torto ditte che pur avendo registrato un fatturato quasi inesistente o in perdita non hanno chiuso e stringendo i denti hanno contratto sulla fiducia altri debiti con le banche. Un vero periodaccio purtroppo. Quello però che non mi quadra è che si è dato molto spazio alla critica  sui periodi scelti per chiudere nuovamente i nostri spazi. Si urla contro il premier perché aveva promesso un Natale più sereno, mentre invece è stato solo un susseguirsi di zone rosse, arancioni e forse ancora rosse. La prossima probabilmente per le festività. A pochi minuti dal termine del dibattito si è dato finalmente spazio a chi osava spendere parole di giustificazione per le decisioni prese, che non combaciano con le antecedenti promesse: un Natale vissuto in libertà, condiviso con i parenti più stretti e gli amici più cari...se...se... si fossero rispettate le regole indispensabili per evitare il propagarsi di una nuova pandemia (mascherine, distanze, lavarsi spesso le mani ). Quanti l'hanno fatto? Alle prime disposizioni meno severe le vie, le piazze brulicavano di gente, circa la metà senza mascherina e intenta a non pestare piedi. Il Natale sarà in zona rossa o nei reparti degli ospedali già affollati e con il personale allo stremo? È il comportamento errato, folle di tanti di noi che determina il tira e molla delle decisioni governative. Le nostre pretese sono tante e tanti soffrono per questa difficilissima situazione economica, ma perché non salvaguardare la nostra salute, quella dei nostri cari, bimbi o anziani che siano. Se ci si torna ad ammalare quanto potranno resistere i medici, gli infermieri?? Quanti di noi risolveranno con la morte le ristrettezze economiche per un lavoro che ora non c'è ma che potrebbe tornare, non facendoci la guerra, ma collaborando, mettendo da parte odio e rancore per aiutarci l'un l'altro senza distinzioni tra le varie classi sociali. Chi si sente privato dal poter assistere alla Santa Messa a mezzanotte della Vigilia di Natale, se avesse potuto presenziare,con quali sentimenti avrebbe aperto il proprio cuore? 

Amore per il prossimo, dolore per le tante vite strappate alle famiglie, desiderio di rendersi utile per chi è meno fortunato?? Questi attimi di raccoglimento possono verificarsi anche nelle nostre case, vicino alle persone più care per coinvolgerle nel proponimento di cercare tutti insieme il comportamento che ci accompagni in un mondo migliore. Per un sorriso: non sono abbagliata dal premier Conte, né sono una suora di clausura. Un abbraccio a tutti. 

Clara Rossini

Il riscontro alla lettera pervenuta da Clara Rossini, nome che non ha bisogno di presentazioni, occasiona, da questa edizione, la punzonatura di un pannel tematico (con tanto, come si noterà, di supporto iconografico, che inauguriamo qui).

Già, non volendosi far mancare niente di orripilante, la canea negazionista, minimalista, ribellista, cui concorre il combinato di menti fragili e interessate campagne menzognere, si è trovato il modo di mettere a punto la versione estrema della irresponsabilità civile: il tormentone natalizio.

Con la riluttanza derivante dal disagio di dover controbattere convincimenti destituiti di percezioni del reale e di conseguenti consapevolezze, ci occuperemo, nel prosieguo, anche di questa “pratica”.

Oggi partiamo dalla edificante riflessione di Clara e, forse mettendo i proverbiali piedi nel piatto, coglieremo alcune perle di recenti esternazioni, che sono testimonianza, in negativo assoluto, di quel che non si dovrebbe fare.

Cominciamo dall'inganno major, che da qualche mese calca la scena con uno sfoggio di ipocrisia degna delle peggiori nefandezze. La scuola; anzi l'irrinunciabile diritto alla scuola. Fino a qualche giorno fa il campo della frequenza non era, per avvalerci di un eufemismo, esattamente coeso. Quando si passa, però, dalla teorizzazione al lato pratico, si percepisce che la dialettica ha un profilo utilitaristico. “La fuga dal Nord” è la formula che ha fatto giustizia del caccadubbismo sulla Dad, sulla negata frequenza fisica, sui banchi semoventi. È bastato che il Governo (per meglio dire Conte) sillabasse l'agenda delle vacanze natalizie per dare la stura al calendario autogestito e prolungato. Decine di migliaia di insegnanti del Sud, operanti al Nord, nel timore di star chiusi (come direbbe Pozzetto) dentro il domicilio della professione e fuori dal domicilio del focolare, hanno aggregato malattie arbitrariamente dichiarate e congedi feriali più o meno consentiti, per svignarsela (insalutati ospiti) verso le terre d'origine (dove si agogna di tornare il più presto possibile e definitivamente). E pazienza se, dopo aver rivendicato l'intangibilità del diritto alla frequenza fisica, l'insegnamento (in presenza o in dad) sarà sospeso per un lungo periodo.

Campione di divulgazione quanto meno claudicante sul piano logico, è una certa raccomandazione degli scienziati di usare la mascherina quando non si sta a tavola e di rispettare la distanza sia mentre si mangia sia quando non si sta a tavola. Ma allora, vien da chiedersi, abbiamo risolto il busillis! Basta stare a tavola (anche senza mascherina e distanziati quel tanto che da sempre di stare seduti l'uno non sopra l'altro) e mangiare e bere. In tal modo, secondo questi professanti scienziati, la “fiattella”, foriera di droplet e del meno invasivo areosol, viene esorcizzata.

Grasso che cola a sostegno degli affidavit di intangibilità del diritto “al Natale”. Ma come fai anche solo a dar conto di pronunciamenti come quello del Capitano Salvini, la cui ansia maggiore é “di regalare un sorriso”; con mascherina e nel distanziamento, soprattutto, nell'ammonimento rivolto ai governanti “nazionali” (di quelli regionali, i suoi, artefici del disastro della sanità, non si occupa per discrezione)  “non potete congelare il cuore degli italiani”

Ma, osserviamo che il presente contesto non sforma solo cialtroni di lotta, ma anche inadeguati di governo.

Lo deduciamo dalla “ruffianata” di 24 ore fa del premier Conte: “È stata una decisione sofferta. Subito i ristori a bar e ristoranti” (titolo del Corsera).

Non abbiamo ancora santificata la Natività e già ci si chiede con chi si possa trascorrere il Capodanno.

Siamo in presenza di una logica furbesca, primordiale, estranea a qualsiasi minimale consapevolezza di dovere etico, rivelatrice del passato lo giorno gabbato lo santo.

Ciò che è incontrovertibile è l'imperativo, pur nel rispetto delle sensibilità religiose e culturali. di smaterializzare il combinato tra ricorrenze e indotto. Tra spiritualità e gesti e stili dettati da impulsi edonistici. Che, come si vede nei tempi pandemici, è un cacio sui maccheroni per i portatori di irresponsabilità. (e.v.)

Dall'archivio L'Eco Forum dei lettori

  domenica 26 novembre 2023

Sempre a proposito del “pacco” /13

La parola ai lettori e ai rappresentanti istituzionali

  domenica 7 febbraio 2021

Bando ATS per il reclutamento a titolo gratuito di infermieri vaccinatori

La Comunità Socialista in difesa degli operatori sanitari

  lunedì 14 giugno 2021

Sempre riguardo la campagna vax

Sempre riguardo la campagna vax

  lunedì 5 luglio 2021

Su “Tanto andò la gatta al lardo...”

Testimonianza di Roberto Codazzi (direttore artistico musicale del Museo del Violino)

Rimani informato!