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Sulla lista "Crema Riformista"

Abbiamo ricevuto, ringraziamo e di buon grado pubblichiamo

  03/11/2021

Di Redazione

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Caro Direttore, ho letto le tue news mentre tornavo da Marostica in visita al cimitero. Mi fa piacere sentire che a Crema si sia formata la lista "Crema Riformista" dovuta all'aggregazione di socialisti, verdi, Italia viva ecc. Era ora che finalmente i politici mettessero al primo posto il bene del territorio con candidature condivise e non imposte. Oltre tutto si evita la dispersione di voti che sotto la soglia del 4 / 100 andrebbero perduti. Buona la riflessione sul Pil. Il tormentone dei nostri amministratori. Per noi comuni cittadini è più importante misurare virtù che rendono la nostra vita degna di essere vissuta…il nostro coraggio, la nostra saggezza e la devozione al nostro Paese.  

C.L. Vicenza, 31 ottobre 2021

Una premessa: speriamo che la nostra assidua e sempre perspicace lettrice e corrispondente (che conosciamo dai tempi degli studi) sia abituata a leggerci nel corso dei trasferimenti, seduta sul sedile riservato al trasportato. 

Quanto al merito delle riflessioni indotte dalla recente pubblicazione del documento risultato della convergenza delle anime riformiste di Crema, le giriamo alla competente sala regia. 

Ci sentiamo, però, nel diritto di rappresentare a C.L. alcuni nostri spunti. 

La nostra prima scelta sarebbe un partito dei Democrat, plurale. Requisito basico: una dottrina ispirata da liberalsocialismo. Praticamente impossibile in Italia, date le caratteristiche di questi players. Ci fa piacere poter pensare che il progetto cremasco sia un'anticipazione in questa direzione. Purtroppo, la gamba del tavolo (il PD) è o recalcitrante (per motivi di preservazione dello status di prevalent partner) o inconsapevole dei pericoli derivanti dalla condizione di stallo. L'idea di lucrare, prima, il governativismo e, adesso, l'onda di Draghi non risulterà feconda. Né per l'Italia né per la sinistra riformista. Il futuro immediato, immaginato come indubitabile prolunga delle elezioni del 3 e 4 ottobre, si rivelerà un'illusione ottica. La ricostruzione parte dalla realtà periferica, messa meglio, in quanto a più diretto contatto con la realtà, come capacità progettuale. Intanto che la politique politicienne dei boiardi dem ha attivato (o vi assiste suo malgrado) la giostra delle candidature (prive di progetto e di inclusività), i riformisti cremaschi hanno mandano un segnale fecondo. 

La convergenza dei partners riformisti rappresenta, tra l'altro, un inedito per le dinamiche con cui si svolge la politica in Italia e nel nostro territorio. 

Terminali locali, privi della visibilità di cui fruiscono le vedettes incombenti, aggregano la loro volontà di essere utili alla comunità territoriale attraverso l'elaborazione di un progetto di idee e di governabilità delle istituzioni che nei prossimi mesi andranno alla verifica delle urne. 

Nonostante gli ostracismi riservati ai leaders e ai segmenti che hanno avuto l'ardire di uscire dal coro del conformismo della nomenklatura dem, le rappresentanze periferiche delle componenti che fanno riferimento a Calenda e a Renzi ed i Verdi stanno dimostrando che il ritorno alla bella politica è possibile. Basta disporre di buoni ancoraggi idealistici, sostenibili visioni programmatiche, volontà di mettersi al servizio del buon governo delle istituzioni comunali. 

Non sempre le ciambelle escono col proverbiale buco. C'è stato in tal senso un recente tentativo a Pizzighettone, dove il risultato elettorale è andato in controtendenza con la qualità dell'offerta (in cui ha avuto parte attiva il PD locale). 

A Crema i partners della convergenza appaiono meglio strutturati e dispongono, in aggiunta alla precondizione in cui è maturato il Progetto, del sufficiente lasso di tempo. 

D'altro lato, non è che simsalabim ci si trovi di fronte ad un inedito assoluto. 

Verdi sono attivi da tempo a Crema e a Crema Azione e Italia Viva dispongono di riferimenti apprezzati nella realtà locale e provinciale. La Comunità Socialista non è esattamente una “promessa”. I Socialisti “calcano” la scena senza soluzione di continuità e un loro uomo, Gianantonio Rossi, è presente, continuativamente d'attivamente, nella consiliatura in corso ed in quella precedente. 

Senza esere omologati nelle regole di appartenenza i Socialisti cremaschi non hanno mai fatto mancare una testimonianza assidua sui temi. Ne ricordiamo tre: l'utilizzo dell'ex Tribunale come location sanitaria, il concambio con gli Stalloni, il recupero dell'ex Scuola di CL. 

Materia questa che non solo sarebbe pane (progettuale) per un'amministrazione un po' debole dal punto di vista programmatico; ma costituirebbe un forte impulso per far ritrovare al capoluogo del Serio quella cultura e quella visione comprensoriale e di raccordo con la dimensione provinciale. 

Gli sviluppi dei prossimi giorni diranno circa la praticabilità su un piano più vasto di confronti programmatici e di convergenze della proposta Riformista. A Crema e nel resto della realtà provinciale. (e.v.

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