I socialisti cremonesi confermano la loro disponibilità a riprendere il percorso verso la ricostruzione di un partito degno della propria storia e della funzione sociale e politica, attualmente invocata, ancora da tante associazioni di ispirazione socialista e da altrettanti elettori che votano per altre forze politiche, in mancanza della propria specifica rappresentanza.
In attesa del consiglio nazionale del PSI del 14/11/2022, e del successivo avvio delle diverse assemblee provinciali e nazionali aperte a tutte le espressioni presenti sul territorio, sollecitano il PSI lombardo, in vista delle prossime elezioni regionali, ad assumere, senza aspettare oltre i risultati dei tatticismi altrui, una esplicita posizione in merito.
A nostro parere va sollecitata una urgente e pubblica verifica circa le disponibilità politiche esistenti per la formazione di una alleanza liberal democratica, socialista, verde, che condivida innanzitutto gli obiettivi da perseguire, ma altresì l'indicazione conseguente di indire delle elezioni primarie di coalizione, nella scelta del candidato Presidente della Regione.
Partito Democratico, Azione, Italia Viva, ma anche Più Europa, Verdi e altre Liste Civiche, vanno chiamate a dimostrare le volontà reciproche di correggere gli errori compiuti nelle recenti elezioni politiche, come quello dei veti personali, dell'interesse di parte anziché quello strategico di un rinnovato centro sinistra, quello del distacco crescente dai problemi dei cittadini e dalle loro aspettative nella individuazione dei propri rappresentanti nelle istituzioni.
Per la Comunità Socialista: Virginio Venturelli
Per il PSI: Alberto Gigliotti
Amlet: c'è del metodo... in questa postura tafazziana
Non vorremmo fare la parte dell'uomo che sussurra ai disinteressati a qualsiasi consiglio (specie in materie su cui i disinteressati hanno mastodontiche code di paglia).
La testimonianza della Comunità Socialista è apprezzabile e condivisibile, a cominciare dal piglio e dalla totale impermeabilità agli inputs che, invece, sembrano fortemente ispirare quell'universomondo che, una volta smessa la tenzone elettorale e impancato il nuovo governo, si appresta alla nuova impresa scandita dal calendario politico-istituzionale.
Non solo non si può postulare, di fronte ad un'evidenza decisamente in controtendenza, che separatezza di scenari e di missions tra le singole stagioni politiche-elettorali; ma decisamente si deve concludere che questa abitudine di campagna elettorale continua si rivelerà, alla distanza, foriera quanto meno di guai grossi per l'efficienza del sistema liberaldemocratico.
Si avanzano candidature eccellenti per le Camere Legislative, con la riserva che possano essere, a distanza di quattro mesi, riconvertite in altri ambiti elettorali.
Salvo, poi, toglierle (con spiegazioni poco convincenti, o forse neanche l'incomodo di darle) dal radar delle opzioni. Solo qualche giorno fa il nostro apprezzato concittadino Carlo Cottarelli aveva proferito: “Non è venuto ancora nessuno con una proposta definiti di uno schema dei partiti che mi appoggerebbero e delle cose da fare”. Giriamo pagina…
Vero è che il rinnovo dei vertici della Regione Lombardia (un po' come della Regione Lazio) non si gioca, come dovrebbe, su un progetto regionale, ma come continuazione, come suggerirebbe von Clausewitz, della guerra politica del contesto precedente.
In cui la specificità territoriale viene travolta sistematicamente da un sistema verticalizzato.
Chi scrive condivide buona parte (facendone idealmente parte) dell'analisi sviluppata dalla Comunità Socialista. A parte le condizioni ostative, rappresentate da: 1) un terzo polo sempre solo liberaldemocratico e sempre meno laburista (al punto da eleggere a frontman gli avanzi di Forza Italia) 2) un PD ormai asfaltato dai propri incorreggibili errori e non più emendabile dal richiamo suicidario a rapportarsi al M5S e alla pressione della propria "sinistra". Cottarelli poteva essere un toppa, per frenare la caduta libera. Con il venir meno della sua candidatura, il re è nudo. In aggiunta a ciò, che, come si è appena detto, replica regionalmente la polarizzazione nazionale del sistema politico, nessuno parla del progetto amministrativo della Lombardia. In questo segmento c'è spazio per la nostra visione (di sanità pubblica, di riequilibrio socioeconomico e dei poteri istituzionali territoriali, di infrastrutturazione, di autoriforma della Lombardia locomotiva, di modello sostenibile di riconversione green economy. Siamo forse ancora alla peggior pretattica. Ma già da adesso la Comunità Socialista può e deve attivarsi per un "drizzone" del baricentro della dialettica.