Deve essere proprio così, se il “magro fogliettino”, venuto alla luce venerdì-sabato 4-5 gennaio 1889, continua le sue uscite quotidiane (talvolta multiple) nell'unica modalità possibile, quella telematica.
La nostra testata è sopravvissuta a sé stessa, al retroterra, la forma partito, che la sosteneva e motivava per oltre un secolo (al netto del ventennio soppressore e di qualche breve parentesi). Negli anni durissimi dei pogrom, come abbiamo già scritto, del giustizialismo imperante nella transizione dalla prima alla seconda repubblica e della sostanziale soppressione del socialismo italiano, fu imposta una pausa. Interrotta solo da due uscite monotematiche, rese possibile dalla generosità della direzione del quotidiano La Cronaca di Cremona. Archiviata questa virtuosa testimonianza di giornalismo indipendente, fu inforcata, non essendo scemata la volontà di far vivere, specie in uno scenario caratterizzato dal disassamento della cultura politica di massa e dalla comunicazione plurale, l'unica strada. Possibile e, tutto sommato, congrua alla profonda trasformazione della comunicazione.
Insomma, siamo qui. Non più “organo di…”. Bensi, pur restando orientati dall'idealismo originario, strumento di libera informazione e di veicolazione di tutti i contributi collocati nell'alveo del pensiero critico e dell'appartenenza ai valori della Costituzione e della Repubblica.
In questi anni abbiamo dato ospitalità, oltre che alle nostre riflessioni, a tutte le testimonianze, per cui è stata chiesta la pubblicazione.
Dalla sala-regia dell'uomo unico, questa apertura dell'agibilità ha favorito l'ampliamento del parterre dei redattori.
Senza distinzione di provenienza, in uno spirito caratterizzato dalla volontà di dare voce, specialmente, a contributi che sarebbero rifiutati o marginalizzati dall'informazione ufficiale.
È l'occasione per ringraziare tutti e per assicurare che si continuerà così.
In spirito di continuità e coerenza con le nostre origini e nell'aspirazione di armonizzare e far convergere lo sforzo dell'associazionismo e delle testate che si richiamano agli ideali della democrazia, dell'antifascismo, del perseguimento di una società più giusta.
A ben vedere uno sforzo di attualizzazione della mission incardinata 132 anni, dal foglio bissolatiano.
Ci sia consentito di mettere a fuoco alcune caratteristiche di quella edizione e dal contesto in cui vide la luce.
La gestazione avvenne in uno scenario impensabile per i giorni nostri.
Punto pratico di raccolta e di amichevole sodalizio per i democratici avanzati era a Cremona la Locanda-Trattoria della Marcella che aveva sede in C.so Vittorio Emanuele sull'angolo di via Ettore Sacchi. Osteria che diverrà nota negli annali del movimento come luogo di soggiorno dei propagandisti e dei dirigenti del partito di passaggio a Cremona.
Presumibilmente le discussioni preliminari per la pubblicazione del giornale dovettero svolgersi nel locale anzidetto e nella modesta abitazione di Bissolati.
Discussioni preliminari che vertevano sull'impostazione ideologica, sul pannel ritenuto congruo per il bacino di riferimento, “vivacemente polemico e divulgativo popolare“ dice Zanoni, sulla sostenibilità economica, sulla organatura e sul titolo della nascente pubblicazione. Illuminante dal punto di vista di regole chiare che consentissero, appunto, l'autosostentamento, il richiamo sotto testata: “chi non vuole abbonarsi favorisca ritornare il presente numero”
Il titolo, colto dalla precedente testata repubblicana, fu proposto da Leonida Bissolati, e mirava a rendere esplicito il collegamento tra il 1889, il 100° anniversario della rivoluzione francese ed il 30° della seconda guerra di indipendenza. Palpabile, quindi, l'evocazione della tradizione giacobina allignante nel detto e nell'implicito, in cui erano rinvenibili la suggestione evocativa ed il richiamo dell'insurrezione della Comune, ancora “calda“ nelle consapevolezze di quel periodo.
Ispiratore e deux ex machina della mission fu Leonida Bissolati, penna acuta di polemista, cervello lucido di pensatore. Supportato da collaboratori di notevole rilievo. Due di loro, Cassola e Romeo Soldi, sarebbero entrati nell'operazione di fondazione, nel Natale 1896, dell'organo del P.S.I. che era sorto, con l'apporto determinante del socialismo padano, quattro anni prima a Genova.
Diremo, proprio per configurare il perimetro delle ascendenze teoriche ed ideali alla base dell'iniziativa editoriale, alcune delle caratteristiche dei contenuti del numero 1.
Non tragga in inganno la singolarità del titolo dell'editoriale (??). Proprio due punti interrogativi. Singolarità che l'editorialista si affretta a spiegare con
rispondiamo a quei due punti interrogativi che simboleggiano l'atteggiamento del pubblico davanti al nostro magro fogliettino. Rispondiamo. E notasi quest'uso del plurale che non è un tentativo di usurpazione del linguaggio dei re che il nostro direttore voglia commettere, ma significa come il giornale sia portavoce di un nucleo di persone unite in un solo intento di propaganda.
Il direttore, dopo un'ampia analisi sul contesto politico dell'epoca caratterizzato dalla testimonianza del “dittatore Crispi“, enuclea in modo particolareggiato il perno su cui verrà sviluppata la funzione dell'organo di stampa e, per l'avvenire la messa in campo di uno strumento di associazione e di mobilitazione dei relativi bacini sociali.
Noi siamo gregari di questo partito che si forma. La nostra minuscola azione, la nostra debole propaganda si rannodano al movimento contro del quale sta minaccioso in vedetta il conservatorismo d'ogni colore e d'ogni nome organizzato da secoli.
Nell'articolo intitolato “Il Governo si dichiara impotente a risolvere il problema della mendicità“ a pag.2, (non firmato ma presumibilmente scaturito dalla penna dello stesso direttore, appare plasticamente la questione sociale di quel periodo. Il profilo più evidente di quello scenario di assoluta giustizia è riverberato nell'esteso fenomeno della diffusa mendicità.
La questione sociale che non è una sciarada da indovinare, sì un cozzo di due interessi, quello dei divoratori e quello dei divorati, potrà risolversi solo per opera delle forze che ciascuno degli interessi move e moverà naturalmente. È una guerra a morte che si inizia; e avrà i suoi episodi e le sue battaglie su tutti i campi, con tutti i mezzi, in tutte le occasioni.
Ecco delinearsi la mission della nuova testata, che riconverte il precedente Eco del Popolo di ispirazione repubblicana; contestualmente, è presumibile, al passaggio al campo dell'idealismo socialista da parte di esponenti che, come Bissolati, avevano avuto un esordio repubblicano.
Una manchette su una colonna è rivelatrice, in una quindicina di righe, del piglio populistico che, sia pure miscelato in un aggregato di filoni sapientemente convergenti, dei principali perni ispiratori della testata.
Sotto l'anonimo titolo “Dalla Provincia” il messaggio risulta inequivoco
La Società di Mutuo Soccorso di Vho ha deliberato che tutti i soci ricchi non avessero più voto e l'impianto di una cooperativa di consumo. Queste deliberazioni accennano che l'idea dell'indipendenza e del miglioramento ha preso base in quei lavoratori, indipendenza confermata dal fatto che molti soci ricchi, essendo privati dei voti e quindi del mezzo di turlupinarli, si sono ritirati – ed hanno fatto bene, non essendovi peggior nemico di qui padroni che si atteggiano a nostri padri. Quanto alla cooperazione, non si lusinghino i nostri compagni, perché l'utile che ne possono trarre è uguale a quello del cieco che portasse occhiali; ma pensino invece che ben altri mezzi occorrono per raggiungere il nostro completo benessere, l'emancipazione.
Correlato al tema appare anche l'annuncio della convocazione per domenica 7 gennaio della Cassa Cooperativa Operaia.
Un'informazione di servizio, per un memo per la giornata precedente, concerne la presentazione degli Ugonotti presso il Teatro Concordia. Un save the date rivelatore del fatto che, nel più vasto riferimento di variegate sensibilità confluenti ad un movimento ancora in itinere, era ben presente anche una borghesia che frequentava il teatro cittadino.
Interessanti dal punto di vista della scansione storica sono gli annunci relativi all'inaugurazione dell'anno giudiziario presso il Tribunale di Cremona, in cui praticavano l'attività forense numerosi esponenti del nascente movimento socialista, ed alla convocazione del Consiglio Provinciale. Al cui ordine del giorno, per la seduta dell'8 gennaio, era iscritto il “voto intorno all'aggregazione dell'ospedale Ugolani-Dati all'Ospedale Maggiore”.
E, per finire, l'annuncio scoop: la pubblicazione della prima parte dell' “interessantissimo romanzetto, il Vicario di Noirval, pieno di arte e ispirato a profonde vedute sociali, pubblicato dal Partito Operaio Belga, tradotto per la prima volta in italiano per L'Eco del Popolo”. Un modo questo per estendere l'audience ad una fascia di lettori interessati anche alla narrativa.
Ecco, quindi, confezionato il “bigino” illustrativo dei contesti in cui la testata venne alla luce e delle fondamentali linee editoriali.
Delle correlazioni ideali e sinergiche abbiamo già avuto modo di occuparci in un precedente articolo, in cui abbiamo esaminato il rapporto consequenziale tra il sorgere della testata cremonese di Leonida Bissolati e della testata nazionale, Avanti!, che fondò e diresse per un significativo periodo.
A dispetto delle circostanze sfavorevoli queste testate storiche continuano la loro mission. Non v'è chi non veda l'opportunità di metterle in sinergia ideale ed in continuità divulgativa.
Dalle prossime edizioni pubblicheremo, nel rispetto del copyright, i link di accesso facilitato alle testate sorelle.