Mario Coppetti, la fondazione per un ricordo imperituro nelle consapevolezze della città
La scansione è unicamente dipesa dai tempi tecnici. Ma, indubbiamente, non uno dei progetti correlati alla volontà di ricordare la poliedrica figura di educatore-docente-artista-partigiano-amministratore nella sua città, che tanto amò e per cui molto si spese, è restato indietro rispetto all'enucleazione del “tavolo” prontamente allestito per volontà della figlia Silvia e dell'intera famiglia e col convinto sostegno dell'associazionismo e dei numerosi amici ed estimatori, a solo pochi giorni dal commiato avvenuto il 26 aprile di cinque anni.
Un commiato dalla vita, durata a lungo e ben spesa, ma non dalla testimonianza tutto tondo.
Ovviamente non possiamo essere percepiti come commentatori indipendenti, in considerazione del fatto che siamo stato accomunati per un lungo tratto di militanza politica ed ideale. Ma ci pare proprio di poter elogiare fondatamente tutto il percorso della memoria allestito sulla figura di Coppetti, in cui rientra in modo molto significativo questa idea realizzata e cucita addosso di rendere ostensibile e fruibile in ogni momento la figura di Mario Coppetti che appartiene ormai alla memoria consolidata della sua Cremona. Nell'affetto, nella stima, nella considerazione che la sua figura riuscirà a suscitare ancora nel tempo, in termini di riferimento per il senso di appartenenza e di dedizione comunitaria.
Nessuna migliore location avrebbe potuto essere escogitata nell'intento di localizzare l'epicentro del ricordo: dove ha vissuto per tanti anni e per tanti anni ha fatto coincidere la dimora, l'atelier, l'esposizione delle opere, ma anche il “laboratorio” della preservazione materiale delle fonti e della testimonianza ideale. “Un luogo di memoria e di affetti, di arte e impegno politico e civile”, è stato scritto nella cronaca dell'inaugurazione. Cui hanno presenziato Silvia Coppetti, il sindaco Gianluca Galimberti, Rodolfo Bona, storico dell'arte che ha curato la mostra di Coppetti al Museo del Violino, e Adriano Rigoli, presidente dell'Associazione nazionale Case della Memoria. Nel cui ambito, con l'istituzione della Fondazione, rientreranno a pieno titolo lo studio e l'abitazione dell'artista cremonese.
Cosa aggiungere nel commento di questa bellissima iniziativa che contribuisce ad elevare i rating artistico e civile della Città?
Nient'altro; se non l'auspicio che la Cremona istituzionale non perda di vista il prosieguo delle altre numerose iniziative di valorizzazione del cospicuo patrimonio civile e artistico dello scultore/partigiano.
Ci ha lasciato il professor Angelo Rescaglio
Ci ha lasciato Il professor Angelo Rescaglio, nota figura di docente ed educatore e di protagonista della vita pubblica ed istituzionale. Che lascia nella memoria del nostro territorio una lunga traccia di esempio morale ed etico edificante e di dedizione per il bene comune. Di lui si ricorderà in particolare l'impegno di apprezzato docente presso Liceo Scientifico Aselli, nonché di attivo giornalista e di testimone impegnato nel campo moderato cristiano democratico. Prima nella DC e successivamente nel PPI e nell'Ulivo di cui fu esponente di rilievo fino ad assumere l'incarico di Senatore della Repubblica nella XIII Legislatura.
Ma il prof. Rescaglio si fece apprezzare anche per l'impegno attivo nella vita culturale del territorio e nell'amministrazione degli istituti RSA della zona gravitante nel territorio di residenza.
Apprezzatissima è stata la dedizione alla guida dell'Associazione Partigiani Cristiani e quella di presidente dell'Azione Cattolica.
nazionali, che rinsaldo una stima
Ci mancherà questo un uomo di cultura, di testimonianza di valori eletti, di esempi fecondi e coerenti, di permanente legame con il territorio da cui proveniva.