Tutti i media hanno ripreso la lunga conversazione tra, Pier Bergonzi, Vice Direttore della Rosea, ottenuta per il tramite di Don Marco Pozza, sacerdote maratoneta e ciclista vicentino, Cappellano del carcere “ Due Palazzi “ di Padova, e Papa Bergoglio (foto della Gazzetta dello Sport), nella residenza romana di Santa Marta.
Quasi una sorta di voluta non ufficialità, da parte del Santo Padre, scegliendo di restare esterno al Vaticano, che ha rivelato particolari molto umani della sua infanzia da figlio di emigrati in Argentina, riferiti alla sfera sportiva.
Dalla sua passione per il calcio, mai potuta scoppiare perché, come dicevano i suoi compagni di gioco, era una “gamba di legno“ che non sapeva correre e che, comunque, gli permetteva di essere utilizzato come portiere, all'interesse per il rugby che non considera una disciplina violenta ma solo dura e di sacrificio.
L'intervista ha ruotato intorno a sette concetti chiave (lealtà, impegno, sacrificio, inclusione, spirito di gruppo, ascesi e riscatto) che hanno dato modo di esprimere, muovendo dalla pratica sportiva, cosa intenda Papa Bergoglio in riferimento ad ognuno di essi.
Senza entrare nel dettaglio di ogni coniugazione dei 7 concetti, va detto che il rispetto delle regole, senza ricerca di facili scorciatoie (doping incluso) è basilare per battersi con l'avversario lealmente e senza imbroglio. Lealtà!
L'Impegno è il mettere a frutto i talenti che ci vengono donati per allenarli e farli fruttare con impegno e sacrificio per manifestare il meglio di noi.
Il Sacrificio è quello di saper vincere la fatica trovando, in sé, le motivazioni per trasformare la fatica in successo. La disciplina che serve per essere costante e tener presente l'obiettivo.
L'Inclusione è la capacità del maggior evento sportivo mondiale, le Olimpiadi, di saper creare ponti tra i popoli e le nazioni, creando un “ecumenismo“ totale finalizzato a costruire un mondo migliore.
Lo Spirito di Gruppo muove dalla constatazione che “nessuno si salva da solo”. Serve una squadra dove, come avviene in un'orchestra, ognuno dà il meglio di sé sotto la direzione del maestro. Ed è così che compagini modeste riescono a competere con squadroni. Le formiche che, unite, spostano l'elefante.
L'Ascesi, vista laicamente, è intesa come un esercizio costante e faticoso che nutre qualche abilità che l'atleta possiede. Si estrania dal contingente chi la pratica e riesce a scalare gli 8000, ad immergersi negli abissi, ad attraversare gli oceani, ricercando una dimensione altra.
Il Riscatto è inteso come voglia e volontà di battere chi è nato con un talento in tasca. La fame, quella vera, è una motivazione per il cuore. Chi ha fame vuole giocarsi la vita e non vederla dall'esterno. Quando chi ha questa motivazione vince ti commuovi.
Chiaramente l'intervista ed i concetti sono declinati in modo molto più approfondito rispetto a ciò che ho saputo fare scrivendone in flash.
Mi sarebbe sembrata una mancanza rimarchevole, però, passare sotto silenzio, sul nostro Eco del Popolo, questo passaggio di Papa Bergoglio su un argomento che coinvolge milioni di persone, inclusi tantissimi concittadini.
Lo Sport metafora della vita è un concetto assimilato da tempo. Che una delle massime Autorità Morali del mondo vi abbia dedicato, come si diceva all'inizio, una sorta di “Enciclica Laica“ è particolarmente significativo, soprattutto oggi che, lo Sport e la Cultura, sono tra le poche cose trasversali alla società italiana, deprivata, molto spesso, di idealità e principi etici.
Un documento da leggere (lo si fa in un fiato anche perché il Papa fa molti riferimenti a sportivi di oggi e del passato; da Muhammad Alì a Fiorenzo Magni, da Mennea a Scirea, per esemplificare) e da collocare, almeno nel Belpaese, al travaglio politico-organizzativo che sta attraversando il Movimento Sportivo Nazionale, sia negli sport di vertice e professionistici, sia in quelli amatoriali e dilettantistici che si avvalgono di volontari appassionati, e che funziona per merito di questi operatori, occulti il più delle volte.