Caro Direttore, sono in un periodo di "lotta"...se poi ti metterò in imbarazzo, toglierò il disturbo. Non condivido l'etichettare queste manifestazioni come totalmente fasciste. Ecco che la lettera di Clara Rossini la condivido. Ma in giro, i media mainstream hanno riacceso la macchina della propaganda. Ed io sono un umile campagnolo, rozzo e sporco al loro cospetto. La loro è una distrazione di massa dalla vera questione che resta l'abolizione dell'incostituzionale carta verde. Pensare, dire e agire diversamente allo stato dell'arte sarebbe come sentirmi soffocare. Ed io voglio vivere, anche nel rischio di potere morire, ma come meglio credo.
A. B. Cremona 9 ottobre 2021
Ieri mi sono confrontato a Cles con due originali come Te vax scettici. Quindi, recando sulla pelle le ancora recenti stigmate di un confronto recente so di cosa stiamo parlando.
E sono pronto a dire con la comune abituale franchezza che non comprenderò mai l'impulso a mettere in gioco la probabilità di lasciarci le penne, per tigna intellettualistica.
Vado spesso a visitare la tomba di famiglia (di metà ottocento) al cimitero di Pizzighettone. Nel comparto originario ci sono almeno tre o quattro file di antiche tombe coeve, il cui marmo reca (diretta al ricordo degli scomparsi) “rapito/a a giova esistenza da morbo crudele”. Un eufemismo che rimanda alla “spagnola”. Me lo rese esplicito mia nonna Maria, che, fin quasi dalla (mia) culla me ne spiegò le circostanze, in qualche modo lamentando l'assenza di adeguati presidi di prevenzione e difesa. “Fortunati voi…che avete il vaccino!”.
Per il vero, il vaccino cui si riferiva la nonna era quello rudimentale, che non so neanche se viene praticato.
Nel volgere di un paio di decenni del secondo dopoguerra ci saremmo attrezzati.
Ed oggi, con il timing della ricerca scientifica, della produzione, della produzione/distribuzione e della inoculazione possiamo dirci fortunati rispetto ai contesti in cui visse nonna Maria.
Indubbiamente non siamo alla perfezione e qualche controindicazione/complicazione è da mettere nel conto delle probabilità.
Si accomodino! Ma un conto è rivendicare la libera opzione personale. Altro conto è fiondarne le conseguenze addosso alla comunità. In termini sia di alto probabilità di diffusione di un virus ben lungi dall'essere debellato sia di indotto negativo alla ripresa.
Insomma, gli stoici, pronti a sacrificarsi, sappiano che la loro “libertà” finisce dove comincia quella di tutti gli altri. E che se proprio vogliono pigiare sull'acceleratore (con comportamenti non collaboranti e proteste) ci devono mettere le loro pudende posteriori.
Sul secondo ordine di problemi, abbiamo il dovere di essere dialetticamente perentori.
Un conto è essere scettici sul vaccino. Altro è avere un passato, un presente e un futuro di fascista. Cui non interessa confrontarsi sulla pandemia, ma sfasciare la democrazia. 100 anni fa il detonatore motivazionale fu la vittoria bellica tradita. L'eversione convinse i contadini, gli operai, gli intellettuali. E vennero 20 anni di fascismo. Leggi bene il mio commento a Clara. Volete correre il rischio? Fatti personali. Tra poco, spero, il rischio finirà. Ma non posso permettere che eversori fascisti sfascino la democrazia, cavalcando il no vax. (e.v.)