Così avevamo titolato e presentato. Sull'argomento il dibattito continua; per effetto della vasta sensazione suscitata dai fatti romani e per la spontanea partecipazione dei nostri lettori.
Qui pubblichiamo le riflessioni di Giuseppe Azzoni, unite all'appello dell'A.N.P.I. per l'iniziativa del 16 ottobre.
Egregio Direttore, a fronte della intollerabile ed ignobile devastazione della sede nazionale della CGIL assistiamo a balbettanti “non so non ricordo”, ad ambigue minimizzazioni se non a più o meno mascherate difese di dirigenti della destra italiana verso forze protagoniste dell'accaduto. Ignorando la nostra storia questi dirigenti si domandano se si possono definire fascisti persone che salutano col braccio teso e si fregiano di teschi, fiamme, fasci, aquile, svastiche e simili icone. Fingono di non conoscerli, si meravigliano...
È passato un secolo da certi fatti, molte le cose radicalmente cambiate, per fortuna o meglio grazie a chi ha combattuto il fascismo. Ma è bene non perdere la memoria. Con questo spirito voglio riportare a certi immemori fatti anche locali assai attinenti. Riprendo dunque, da un vecchio libro del nostro non dimenticato Sindaco Emilio Zanoni sulla storia del movimento operaio cremonese, questo brano:
“Il 13 luglio 1922 convengono a Cremona squadristi da tutti gli angoli della provincia (…). Viene invasa e totalmente distrutta la Cooperativa terrazzieri di Porta Mosa. La Tipografia “Proletaria” ove si stampa “l'Eco del popolo” viene devastata selvaggiamente, il materiale asportato, bruciato, frantumato. L'orda dei vandali ora si avvia in via Volturno ove ha sede la Camera del Lavoro. L'organismo operaio che da trent'anni curava il progresso civile e sociale dei lavoratori viene invaso. I pochi impiegati e dirigenti hanno appena avuto il tempo di porsi in salvo. I distruttori mettono a fuoco e a sacco i locali. I mobili sono precipitati dalle finestre, gli atti e i documenti disseminati ovunque e bruciati. Tutto viene distrutto. Per più giorni, narra un testimone oculare, per via Volturno si cammina su fogli lacerati, cocci, avanzi di mobili...”
Grandi del pensiero hanno scritto che le genti che dimenticano sono destinate a ripercorrere le disgrazie del passato.
Giuseppe Azzoni (Cremona)
APPELLO PER UNA GRANDE PARTECIPAZIONE POPOLARE ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE ANTIFASCISTA PER IL LAVORO E LA DEMOCRAZIA DEL 16 OTTOBRE
I gravissimi fatti di sabato 9 ottobre a Roma sono stati organizzati, pianificati in modo dettagliato e addirittura annunciati da Forza Nuova; per questo sono un esplicito segnale d'allarme.
Le violenze avvenute, in particolare l'inaudita occupazione della sede nazionale della Cgil, a cui va la nostra incondizionata solidarietà, seguita dall'odioso e barbaro assalto al Pronto Soccorso del Policlinico Umberto I, rappresentano un salto di qualità nella strategia della eversione nera e richiedono una risposta ferma e durissima da parte di ogni struttura dello Stato. Siamo vicini a tutti gli agenti di polizia feriti negli scontri ed agli operatori sanitari aggrediti.
Richiamiamo il governo al suo compito imprescindibile di difesa dell'ordine democratico, della salvaguardia della sicurezza dei cittadini, della tutela delle sedi della vita associata.
Da tempo l'ANPI nazionale ha denunciato la natura eversiva delle organizzazioni neofasciste, da tempo ha segnalato la strumentalizzazione da parte di tali organizzazioni nei confronti del malessere sociale causato dalla crisi; da anni, infine, l'ANPI, assieme a un vasto schieramento democratico, ha sollecitato le autorità competenti a provvedere allo scioglimento delle formazioni neofasciste, come sostanzialmente imposto dalla XII Disposizione finale della Costituzione e specificamente previsto dall'art. 3 della sua legge di attuazione (legge Scelba, 645 del 20 giugno 1952). Vanno in ogni caso assunti immediatamente provvedimenti cautelari di sospensione delle attività di tali organizzazioni. Invochiamo inoltre la massima speditezza e intransigenza nell'iter processuale per i reati di apologia e di ricostituzione del partito fascista.
È giunto il momento di far sentire la forza della democrazia italiana.
Riteniamo encomiabile lo sdegno di tanta parte del Paese, delle forze sociali e politiche, anche oltre i tradizionali schieramenti, e pensiamo che davanti al pericolo eversivo sia necessaria un'unità davvero larga. Assieme, denunciamo i silenzi e l'ambiguità dell'estrema destra italiana che, dopo aver tardivamente ostentato un antifascismo di facciata, nega l'evidenza della matrice fascista dell'assalto di sabato.
Ma non basta: occorre operare compiutamente per liberare ogni istituzione dello Stato italiano sia dalle infiltrazioni fasciste, sia dalle eventuali connivenze, e contrastare il pesantissimo malessere sociale su cui puntano i fascisti per scardinare il sistema democratico.
Per questo occorre aprire subito una nuova stagione della democrazia italiana che metta al centro il tema del lavoro e della dignità della persona, contrastare la solitudine sociale e ogni forma di odio e di rancore e bandire definitivamente qualsiasi suggestione di tipo fascista. La strada è tracciata in modo palese dalla Costituzione, ancora in troppe parti inapplicata.
A questi fini è necessario che si estenda nel Paese un rinnovato, eccezionale movimento unitario contro il fascismo, per l'espansione della democrazia e della partecipazione popolare, un movimento che raccolga l'insegnamento della Resistenza quando, col comune obiettivo della sconfitta del nazifascismo e della rinascita del Paese, si unirono forze fra loro diverse ed eterogenee dalla cui convergenza nacque quella Costituzione che oggi occorre integralmente e finalmente attuare.
Questo è lo spirito con cui lanciamo un appello al Paese affinché si realizzi la più ampia partecipazione organizzata alla mobilitazione nazionale promossa da CGIL, CISL e Uil per sabato 16 ottobre. Il 25 aprile 1945 il popolo italiano riscattò l'Italia sconfiggendo il nazifascismo. Oggi il popolo italiano saprà respingere qualsiasi tentativo di minare la repubblica democratica e antifascista.