Partendo da una premessa analitica, lo ammettiamo un po' da massimi sistemi (non ci offendiamo!) di cui al precedente dossier / 16, a (pubblicato qualche giorno addietro… caldo caldo come i cornetti del Perozzi!), in cui abbiamo delibato (dicono i colti) attorno ai cardini della regressione che, lemme lemme, ha condotto all'asfaltatura della sanità pubblica, arrivando a planare qui ad una visuale tematica circoscritta, in cui affronteremo un clamoroso caso concreto di malasanità. Non nel senso di malpractice, suscettibile (diononvoglia!, incrociando laicamente le dita per il prosieguo) di sviluppi clinici cagionevoli; bensì nel senso (da parte della struttura preposta alla somministrazione degli interventi, in questo caso preventivi) dell'applicazione sul campo del combinato disposto tra una comunicazione, basata non sui fatti ma sulla bulimia mediatica, e un'interpretazione ai limiti (in questo caso, in contrasto) di una consolidata normativa.
Scrivevamo, prendendo direttamente dalle labbra dell'Assessore Bertolaso “Prevenzione! Da perseguire (anche e non solo, come auspicabile) attraverso una tessera sanitaria a punti”, che, dice il manager-assessore, premi chi si sottopone a screening e porti avanti stili di vita salutari". Hai voglia...se non concordiamo, noi che, pur essendo radicalmente testimoni della sanità pubblica come equilibrio tra diritto e dovere civile (impermeabile alle derive assistenzialistiche), aborriamo gli accessi a pié di lista privi di limiti anche negli stili di vita responsabili e nella prevenzione. Segmento primario della cura della salute, che integra primariamente la pratica vaccinale.
Ai fini di una rigorosa disanima, l'incipit risalirà per li rami normativi di disciplina della somministrazione della prestazione di cui trattasi. Appunto, la filiera vaccinale, che sembrava posta nel cuore della sollecitudine dell'Assessore Bertolaso…con cui suoi insistiti incitamenti alla prevenzione, agli stili di vita e, va sans dire, alla sistematica, responsabile sottoposizione ai trattamenti vaccinali. Che costituiscono (Covid docet!) uno dei perni della prevenzione. L'inderogabile filiera suscettibile, come giustamente esterna il capo della sanità regionale, la condizione inconfutabile per evitare ai cittadini di ammalarsi di correre rischi e alla Regione di risparmiare nella spesa sanitaria.
Lo speech, a dire il vero e per non essere omissivi, dell'Assessore va a planare su un terreno che richiama le tecniche influencer: la salute a punti con la retrocessione di benefits, diciamo, di utilità salutistica un po' marginale, ma di sicuro richiamo nella scala valoriale del consumo di massa. In cui “l'ingresso ai centri termali di altissima qualità dove effettuare cure e skipass sui nostri comprensori montani” non si possono negare (mentre, come ben si sa, anche la Lombardia, un tempo la “locomotiva d'Italia” latita sul versante, come il caso specifico dimostra, del rispetto dei lep-lea).
Che, a questo punto, come osserva Buccini, sono specchietti per le allodole, per il difficile monitoraggio in termini di effettività.
Come sono appunto le esternazioni complessive del vertice regionale, che in campo sanitario aggirano bellamente il nocciolo delle criticità.
Invertire la spending review orizzontale, sbloccare il turn over, accedere al PNRR, superare il blocco degli accessi alle facoltà università non basterà.
Meno che meno soccorreranno concretamente, in termine di arresto della deriva, le fantasmagoriche promesse del massimo responsabile politico.
Riprendendo il filo, prenderemo come scaturigine del servizio vaccinale la regolamentazione ministeriale che dovrebbe costituire, anche ai fini della declaratoria dei Lep, inoppugnabile riferimento (e inaggirabile dal punto di vista dell'obbligo).
Come dovrebbe essere di pacifica interpretazione; a petto della comprensibilissima declaratoria, in cui si precisa:
Per le persone di 65 anni sono raccomandate e gratuite le seguenti vaccinazioni
Le vaccinazioni
Per le persone dai 60 anni in su è raccomandata e gratuita la Vaccinazione anti-influenzale annuale.La vaccinazione è raccomandata e gratuita per tutte le persone dai 60 anni in su, indipendentemente dalla presenza di particolari situazioni di rischio, secondo le indicazioni fornite annualmente con Circolare del Ministero della Salute. Per le persone di 65 anni sono raccomandate e gratuite le seguenti vaccinazioni:
- Vaccinazione anti-pneumococco (una sola volta nella vita).
- Vaccinazione anti-herpes zoster La vaccinazione contro l'herpes zoster è in grado di ridurre in maniera molto efficace il rischio di sviluppare la zoster (comunemente chiamato anche Fuoco di Sant'Antonio) e la nevralgia post-erpetica (una delle complicanze più frequenti e debilitanti della malattia). Per la vaccinazione anti-herpes zoster sono previste 1 o 2 dosi, in base al vaccino utilizzato, da offrire ogni anno alla coorte dei 65enni.
Così era apparso anche a noi (a chi scrive e alla sua gentile consorte, che, in aggiunta ad una condizione clinica, diciamo, affliggente, appartengono alla coorte delineata dalla normativa).
Era apparso, dopo un'attenta lettura ed una messa a confronto della propria condizione con le esortazioni didascaliche del superiore Ministero.
Replicate da analoga esternazione da parte della Struttura Complessa Vaccinazioni e Sorveglianza Malattie Infettive ASST Cremona.
Il cui Direttore (che, per inciso, appare uno dei più attivi influencer della squadra di animatori delle campagne comunicative della Asst) comunicava, con dovizia di particolari scientifici, quanto segue.
Vaccinazioni anti-pneumococco e anti-zoster
Venerdì 26 gennaio 2024, dalle ore 9 alle ore 16 in vi Dante 134. Accesso gratuito e senza prenotazione.
Venerdì 26 gennaio 2024, dalle 9:00 alle 16:00, l'ASST di Cremona organizza un open day vaccinale presso la sede di via Dante 134, per la promozione delle vaccinazioni anti-zoster (Fuoco di Sant'Antonio) e anti-pneumococco.
L'accesso all'iniziativa è libero e gratuito per i destinatari delle campagne:
Vaccino anti-zoster (fuoco di Sant'Antonio)
- Tutti i cittadini nati tra il 1952 e il 1959.
- Tutti i cittadini con Cardiopatie croniche, Broncopneumopatie croniche, Diabete Mellito, Asma, Deficit immunitario o somministrazione di terapia immunodepressiva, Insufficienza renale cronica, Recidive di Herpes Zoster, Disabilità o ricoveri presso Unità Socio-Sanitarie.
Vaccino antipneumococco
- Tutti i cittadini nati tra il 1952 e il 1959
- Tutti i cittadini con Cardiopatie croniche, Broncopneumopatie croniche, Diabete Mellito, Asplenia, Deficit immunitario, Problemi oncologici, Trapiantati, Problemi di perdite di liquor, Impianto cocleare, Emoglobinopatie e Talassemie, Epatopatie croniche, Alcoolismo cronico, Insufficienza renale cronica, Insufficienza surrenalica, Sindrome nefrosica.
Gli utenti potranno, inoltre, chiedere di ricevere anche le vaccinazioni anti-Covid o antinfluenzale in associazione alle due vaccinazioni a cui è rivolto l'open day, sempre gratuitamente e senza prenotazione.
A domanda risponde
Antonella Laiolo Direttore della Struttura Complessa Vaccinazioni e Sorveglianza Malattie Infettive ASST Cremona.
- Parliamo di Pneumococco: cos'è lo pneumococco?
Lo pneumococco, spesso resistente anche ai più potenti antibiotici, è il principale germe co-infettante che si sovrappone alle infezioni respiratorie virali. Infatti, è stato rilevato nella metà dei casi di mortalità legata al covid. - Quali sono i sintomi dello pneumococco?
La malattia invasiva da pneumococco si manifesta con polmonite, meningite e sepsi (infezione diffusa a tutto il corpo, spesso fatale). - Quali sono i soggetti più a rischio?
I soggetti più a rischio sono i bambini –per i quali è già prevista la vaccinazione durante l'infanzia–, gli over 65 e i pazienti con patologie croniche. - Parliamo di Herpes Zoster, o Fuoco di Sant'Antonio. L'Herpes Zoster è quello che viene alla bocca?
No, l'Herpes Zoster non è l'herpes labiale. L'herpes labiale è causato da un altro tipo di virus che prende il nome di Herpes Simpex. Il vaccino anti-Zoster NON è efficace nei confronti dell'herpes labiale. Per l'Herpes labiale non esiste il vaccino. - Chi sono i soggetti più a rischio?
L'Herpes Zoster, malattia recidiva, è più comune nei soggetti più anziani e nei pazienti con patologie croniche. - Quali sono i sintomi dell'Herpes Zoster?
- L'Herpes Zoster si manifesta con eruzioni cutanee vescicolose, dolorose e persistenti e, nei soggetti fragili, può potare alla necessità di sospendere alcune terapie, se in corso.
- Questo tipo di vaccino può essere somministrato anche a persone immunodepresse?
Si, il vaccino anti-Zoster di nuova generazione può essere somministrato anche alle persone con sistema immunitario depresso. - Quante dosi verranno somministrate?
La vaccinazione anti-Zoster prevede due dosi, somministrate a distanza di due mesi. Sarà cura del personale sanitario che si occuperà dei vaccini durante l'open day fornire la data e l'orario del richiamo.
Rebus sic stantibus
…in regime di stratificata cultura sanitaria e di virtuoso auto-convincimento (inculcato dalla constatazione empirica di una dinamica di insorgenza non esattamente insignificante) in data 15 febbraio c.a. accedevamo in una successiva seduta open day all'hub vaccinale di via Dante.
In cui, come percezione anche solo epidermica, abbiamo piacevolmente apprezzato l'accoglienza e la premurosa, professionale sollecitudine degli operatori volontari di Siamo Noi e degli operatori amministrativi e paramedici della struttura.
Diciamo che siamo stati tirati, come si dice dalle nostre parti, in termini di convincimento con uno spaghetto cotto, stanti i nostri stratificati convincimenti in materia di “stili di vita”, di sottoposizione a tutti i passaggi di prevenzione e, si parva licet, un quadro clinico, diciamo, complesso e, comunque, in parte corrispondente alla declaratoria delle esternazioni del Ministero e dell'Asst.
Provare…per credere! Con l'esame della nostra scheda vaccinale. Da noi monitorata scrupolosamente anche per quegli aspetti che potrebbero essere valutati come non esattamente centrali. Mi riferisco al vaccino per il meningocco. Cui ci sottoponiamo (a pagamento).
“Accesso gratuito e senza prenotazione. soggetti più anziani e nei pazienti con patologie croniche”.
Siamo noi ci siamo detti! Riassumendo: ultrasettantenni, uno con un percorso oncologico severo, l'altro con “famigliarità oncologica”. Per di più attenzionati da severi percorsi di check up (in regime di solvenza).
E siamo entrati nella filiera vaccinale.
Con, lo premettiamo, un incoraggiante impatto con la scrupolosità di chi stava dietro la scrivania. Che ha valutato la nostra “scheda” e che si è compiaciuto per la nostra responsabile opzione. Arrivando, ahinoi, alla conclusione (limitata ai solo effetti “numerari”) che non rientravamo nella gratuità.
Detta in soldoni (e cadauno): fanno euro 197,71 per Zoster ricombinante Shingrix euri 182,71; quota somministrazione euri 13,00 (si fanno pagare anche il disturbo!); bollo euro 2,00.
Che per la coppia e per le due somministrazioni fanno euro 790,84.
Cui dovremo aggiungere la tariffa del richiamo per il meningo cocco.
Ora, per la massima del chi è causa del suo mal pianga se stesso (in materia di libero arbitrio a praticare stili di vita e gesti di auto prevenzione secondo i canoni di Bertolaso), non abbiamo motivi di rimpianto e di autocritica.
Chiedo, da paziente e da operatore dell'informazione (sia pure di una testata, diciamo, di nicchia), di poter alzare un po' di ciglia. Il “trattamento” è clamorosamente difforme dalla normativa ministeriale, in materia di gratuità. La comunicazione della struttura non appare esattamente immune da rilievi in materia di trasparenza divulgativa, al limite della distorsione percettiva. Eppoi, vabbè che “un pasto caldo…” lo puoi pretendere una volta nella vita, ma, senza troppo lagnare, balza all'occhio della tariffa. Da accanimento speculativo! A parte il dovere, da parte dell'azienda somministrante, di precisare la ragione per cui si è optato per Shingrix (in due somministrazioni distanziate che costano 395,41) anziché Zostavax (monodose per 114). La scelta, a parte la non equivalenza tariffaria e il disagio della doppia somministrazione, è dettata da maggiore standard scientifico? Se si lo si dica! Per di più, come abbiamo appena premesso, si è in presenza, oltre che una non trascurabile omissione motivazionale sulla eventuale maggior efficacia scientifica e sulla tariffa discendente, di un accanimento nei confronti dell'utente solvente, con l'addebito del costo del vaccino, della quota di somministrazione, del bollo. Ci potrebbe stare se all'utente fosse stato prospettato, anziché un pressing per la pratica vaccinale, motivata da una specie di "responsabilmente non potete proprio farne a meno a causa dei rischi derivanti dalle vostre fragilità " (come da circolare ministeriale ed in parte da narrazione del Servizio Vaccinale Asst), la pratica ( che integra quelle spiacevoli ricadute qui sommariamente analizzate) fosse innescata se non proprio con dovizia di particolari ma, come si conviene ad un modello improntato da informativa trasparente ed esauriente, di elementi sufficienti a trasmettere nel paziente utente sufficienti consapevolezze di ordine clinico e tributario.
Il tutto avendo come corollario l'endorsement del civil servant prestato al welfare, Bertoloso; soprattutto quando afferma: “il cittadino si assicura di non avere la malattia e noi riduciamo i costi. Non costringiamo nessuno, incentiviamo. Noi vogliamo che le persone vivano a lungo, ma anche in salute”.
Aspettiamo delucidazioni. Se possibile, sollecite e convincenti.