Come di tanto in tanto consideriamo e esterniamo, il nostro timing non funziona, per motivi intuibili, come un orologio svizzero. Ce ne scusiamo coi lettori. Particolarmente coi lettori che interloquiscono con le loro riflessioni. Con questi tempi, alcuni potrebbero diventare agées. Ma, sia per rispetto verso chi le invia sia per la loro permanente attualità, non buttiamo via niente. E le canalizziamo verso una versione pluritematica del forum lettori. Una scelta editoriale a doppio taglio, adottata allo scopo di fare (anche noi) una corposa pagina dedicata ai lettori.
L'occasione è propizia per ribadire l'invito a scriverci. Esaurita la doverosa premessa, introduciamo nel presente editing quattro interlocuzioni relative ad altrettante tematiche ben presenti nelle percezioni dei cittadini e, talvolta, del ceto dirigente. Si tratta dell'(inaspettata) progressione degli annusamenti relativi all'ineludibile processo di efficientamento della configurazione degli ambiti comunale.
In un editing successivo affronteremo un aspetto emerso nell'opinione pubblica relativamente alla stagnazione delle procedure di svincolo e di concreta fruizione dei lasciti a fin di bene di munifici e generosi benefattori lo sviluppo di quella che ormai appare una tendenza seriale alla riduzione dei posti di lavoro nel nostro territorio e, ultimo (ma non ultimo, perché riprenderemo in sede separata questo tema che ha ipnotizzato le ultime settimane), la questione Cospito
Buon forum!
Fusioni e unioni fra i comuni
Egregio Direttore, con interesse e condivisione leggo sul quotidiano locale il titolo cubitale: Fusioni e unioni tra i Comuni. adesso il ghiaccio è rotto. Basta aspettare...". S. Daniele e Pieve d'Olmi si avviano a fondersi in un unico Comune. Torna ad evidenziarsi, in particolare nella nostra provincia, l'esigenza che la dimensione comunale si rapporti e si adegui ai compiti dell'oggi. Compiti ancor più impegnativi rispetto al passato per qualità e dimensione delle competenze nonché costi e risorse umane relativi. Compiti ai quali ben difficilmente può rispondere una dimensione demografica troppo piccola del Comune stesso. In molti casi non c'è più equilibrio tra quello che il Comune deve fare e il "fisico" (come direbbe Bersani) che ha. In proposito mi sovviene una prima personale esperienza politica in elezioni amministrative del lontano '64 quando, responsabile del PCI della Zona casalasca, affiancai l'allora sindaco comunista di Voltido, Walter Grandi, che proponeva un unico Comune di Piadena Voltido e Drizzona. E per questo proprio a Voltido perdemmo. Ciò Nonostante ho poi sempre mantenuto questo orientamento e l'ho sostenuto in seguito, in particolare come responsabile della Lega Autonomie Locali provinciale (poi confluita nell'ANCI). Auguro che il percorso della unificazione tra S.Daniele e Pieve d'Olmi si concluda positivamente ed incoraggi altri Comuni di minori dimensioni a considerare una simile prospettiva. Sono ben consapevole del generoso e radicato spirito identitario delle popolazioni di tanti piccoli Comuni ma anche che sempre meno la democrazia locale potrà rispondere ai compiti man mano nuovi e più complessi che deve affrontare mantenendo dimensione a ciò inadeguata. La provincia di Cremona, suddivisa in più di cento Comuni con una popolazione come quella di qualche grossa zona di Milano o di Roma, dovrebbe democraticamente e coraggiosamente riprendere in considerazione questa prospettiva. Tutti i Comuni devono essere strutturalmente nelle condizioni di far fronte ad esigenze che il troppo piccolo non può risolvere per oggettiva inadeguatezza. Lo si può e lo si deve fare senza nulla perdere dell'amore del proprio paese e del diretto rapporto tra il cittadino ed il proprio Comune, magari un po' più grande.
Giuseppe Azzoni, 8 febbraio 2023.
Eppur si muove
Già…sia pure a scartamento ridotto, sia pure in un contesto generale ostile a qualsiasi percorso di riforme innovative rispetto ad un ordinamento tracciato nel 1865 da Rattazzi (da Rattazzi!!!), sia pure in totale discrepanza con l'ammonimento di riscontri dei cambiamenti in corso (che imporrebbero una corale e accelerata resipiscenza), … eppur si muove. Il complesso di annusamenti, di tentativi di armonizzazione e convergenza, quanto meno di simulazione di progetti che tengano conto del fatto che il conservatorismo del tutto dov'è e com'è non regge alla prova. Degli interessi di un territorio, che anche per effetto di questa frammentazione non regge più e viene sempre più periferizzato e marginalizzato. Ma (e non sorprendentemente!) da qualche anno è alle prese con un collassamento strutturale, dei bilanci che non reggono più (fino al punto di giungere allo stato di insolvenza) e (lo diciamo con grande sofferenza del nostro sentiment civico) della tenuta della propria sostenibilità democratica. Non si trova più la riserva di civil servants disponibili a passare al vaglio del corpo elettorale per assumere il mandato amministrativo e gestire democraticamente il proprio Municipio.
Considerate tali nefaste premesse, come non salutare l'annuncio dei primi cittadini di Pieve d'Olmi e San Daniele Po, che, gettando il cuore oltre l'ostacolo (in termini di assai probabili malmostosità di opinione locale), si apprestano ad incardinare il processo di fusione (fusione!) delle loro rispettive entità municipali.
Che in comune hanno presente di contiguità geografica e un passato di appartenenza alla fattispecie di alla “bassa rossa” socialista e comunista e di buone amministrazioni vicine alla popolazione.
Il futuro è già passato, come verrebbe da dire! Passato e presente si sono, men che ce s'accorgesse, smagnetizzati. Questa porzione (fatto ormai generalizzato) di “bassa cremonese” appoggiata sul Po non è più rossa (almeno come tendenza elettorale e come configurazione nello stereotipo della griffe popolare). La governance dei due Comuni (a spanne) non è catalogabile nella categoria sinistrorsa. Anzi ci dicono che il borgomastro di Pieve d'Olmi (retto per decenni da primi cittadini socialisti), espressione di una Civica, politicamente è Fratello d'Italia. Non avremmo detto, perché qualche anno fa, in occasione di una fortunatissima celebrazione del 25 aprile a Bonemerse, fornì un contributo in totale continuità coi valori esaltati nella ricorrenza.
Meglio così, anzi molto meglio così! Le diversità di appartenenza all'articolata geografia militante non sono, almeno in questo caso, motivo di divaricazione, a danno degli amministrati.
Noi non stiamo, sull'argomento, né alla finestra né seduti sulla sponda. Scendiamo in campo a sostegno di questa nobile discontinuità al campanilismo e di questo schierarsi per una virtuosa innovazione che sarà di grande beneficio per le comunità locali.
Certo occorrerebbe, soprattutto, da parte di una Regione, negli ultimi 28 anni distintasi per un becero centralismo e per una totale neghittosità nei confronti di tutto ciò che non fosse area metropolitana e fascia orobica, un sussulto civico di consapevolezze e di riforme concrete.
Nell'impegnativo lavoro di delibare questo argomento, ci affidiamo alla collaborazione di Giuseppe Azzoni, in passato esponente politico, amministratore e legislatore regionale di vaglia, nonché per tanti anni, segretario della Lega delle Autonomie Locali. Una preziosa entità di coordinamento, sparita dagli orizzonti. Ce ne sarebbe tanto bisogno.