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Dossier: Quali prospettive per i nostri territori?

Contributo di Virginio Venturelli della Comunità Socialista Cremasca

  28/03/2020

Di Redazione

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Riceviamo il contributo di Virginio Venturelli della Comunità Socialista Cremasca che vuole fornire alcuni spunti per la ripresa del confronto sul futuro del cremasco e, aggiungeremmo noi, non solo. L'occasione volutamente in piena emergenza pandemica che in prospettiva si tradurrà in una immane crisi sociale ed economica forse senza precedenti, non vuole cercare colpe e colpevoli, ma proporre un confronto che consenta di elaborare soluzioni alla cronica marginalità dei nostri territori che potrebbero trovare un'occasione di riscatto, se saranno pronti ad approfittare dell'uscita da questa crisi.

di Virginio Venturelli

Le riflessioni e le proposte sopra riassunte, elaborate volutamente in piena emergenza Covid-19, vogliono essere una sentita testimonianza politica, solidale e grata, verso tutti coloro che in prima linea, stanno fronteggiando il luttuoso contagio in corso

Premessa
Quando i Partiti erano ambiti di elaborazione politica,  anche nel Cremasco, non hanno mai mancato di intervenire sulla pianificazione socio-economica del territorio,  nelle sedi istituzionali sovraccomunali. 
A decorrere dagli anni '60 si promosse il  Consorzio intercomunale cremasco,  dal  1975  decollò il Consorzio per lo smaltimento dei rifiuti urbani,  dal  1977  il Comprensorio Cremasco, (di durata limitata), dal 1984  il Consorzio  per la depurazione delle acque,  e infine dal  1991,  il nuovo CIC  che riunificò  i compiti  di tutti i precedenti Enti.
La  politica – amministrativa  deliberata nelle assemblee  dei sindaci  è sempre  stata il punto  di  riferimento  principale  per tutto  il mondo  economico  e sociale della nostra zona,  fino alla trasformazione del Consorzio Intercomunale Cremasco  in  Azienda speciale,  diventata  successivamente  SCRP  ed ora Consorzio.it
Gradualmente,  in questi ultimi anni, i Comuni  si sono adeguati alle logiche delle  società partecipate, rinunciando al confronto sulle strategie  complessive della nostra zona,  sempre  più  sollecitata da iniziative   settoriali.
Con il presente contributo,  la Comunità socialista cremasca,  offre ai  Sindaci ed alle forze politiche del nostro territorio, alcuni spunti per un ruolo maggiore in seno  all'organismo  dell'area omogenea.
A tale iniziativa ci ha  stimolato lo  studio Masterplan 3C,  promosso dalla Associazione Industriali di Cremona,  espressamente favorevole  al  rilancio della nostra Provincia,  attraverso una incentivata  competizione  e la  messa  a punto  di  “armi competitive”  per il  raggiungimento degli scopi previsti.
Tale impostazione, fine a se stessa,  non è acriticamente assecondabile,  perché, ove applicata,  ha  peggiorato  solo  la qualità della vita dei lavoratori, dell'ambiente e dell'interesse collettivo. 
Senza negare  la  libera  iniziativa  né  la ricerca  di un  giusto  profitto,  noi pensiamo che la società del futuro debba essere  “diversamente ricca”,  con  un economia  sociale  maggiormente  attenta  alle  esigenze  umane. 
L'aumento del prodotto interno lordo (PIL), non  definisce  per niente  il livello  sociale e civile di una comunità,  il giusto equilibrio tra la vita lavorativa, quella affettiva  e culturale  dell'essere umano.

Qualche  osservazione  sul  Masterplan 3C
Il documento sintetizza un confronto iniziato nel 2008, tra  l'Amministrazione Provinciale, i Comuni di Cremona, Crema e Casalmaggiore, la Camera di Commercio, i Sindacati e tutte le associazioni di categoria,  attorno a tre aree: innovazione - Cultura, Turismo e  Formazione - Reti infrastrutturali  e dei Servizi.
Seguendo l'impostazione degli estensori, di seguito abbiamo riassunto  alcune  nostre  specifiche  considerazioni:  

settore agro-alimentare: una sopravvalutazione della Fiera Zootecnica di Cremona, da anni in calo di importanza, a seguito della formazione di  distretti (carne e lattiero caseario) trasversali a più province;

settore metallurgico: difficile che possa rappresentare il futuro decennio,  senza investimenti e ammodernamenti negli impianti e nella riduzione degli  impatti ambientali;

settore cosmesi: preoccupazione  sulla  tenuta nel tempo della produzione attuale (packaging e mascara), a fronte delle esasperate concorrenze  internazionali del comparto;

settore dei servizi alla persona: non più  rinviabile è il superamento della sperequazione esistente sul territorio, nella quantificazione dei posti letto convenzionati delle RSA pubbliche, in rapporto con la popolazione servita;

settore bioenergia e tutela del territorio: il primato nella produzione di bio-gas, comincia a costituire un problema sull'inquinamento ambientale.  L'energia elettrica prodotta dagli impianti fotovoltaici, rende sempre meno  competitivi gli impianti di biometano, per cui occorre pensare  alla loro riconversione;

settore  della musica: sfruttare maggiormente  le  potenzialità presenti  con  un'ospitalità meglio organizzata per le scolaresche, per gli artigiani e gli artisti bisognosi di fermarsi in città per periodi prolungati;

criticità infastrutturali: al riguardo non ci sono dubbi sulla esigenza  di  migliorare i collegamenti ferroviari e stradali evidenziati nello studio secondo l'ordine prioritariamente evidenziato dai sondaggi con gli   intervistati;

calo demografico:  per invertire i trend demografici negativi rispetto alle  altre province lombarde,  necessita promuovere un  maggior dinamismo  economico e culturale  verso le giovani coppie, in particolare;

riconoscibilità del territorio: necessita programmare eventi tematici che possono caratterizzare ed identificare il nostro territorio, a livello nazionale ed internazionale. L'obiettivo di un brand identitario, in tempi brevi, dipende solo dal concorso di una serie di iniziative convergenti in diversi campi, dalla cultura all'economia, al turismo ed all'innovazione industriale.

Il ruolo della politica amministrativa
Il Masterplan 3C, pur avendo tra i promotori gli enti locali più rappresentativi della nostra provincia, non accenna minimamente alle normative intervenute in questi anni in ordine al depontenziamento della Provincia  ed alle gestioni associate dei servizi comunali tra i piccoli comuni. 
Una lacuna grave che l'area omogenea del Cremasco dovrebbe colmare rapidamente per continuare ad  interfacciarsi da coprotagonista,  nella definizione dello scenario futuro della nostra realtà.
In previsione dell'ormai certo riordino e ripristino delle province, dopo il fallimentare tentativo della loro cancellazione, a nostro parere vanno innanzitutto riscoperte e rilanciate, le ragioni del cremasco favorevoli alla  nascita  di una  nuova  aggregazione  politico-amministrativa tra i centri territoriali di Lodi, di Crema e Treviglio. 

La conferma di tale  configurazione e prospettiva, è fondamentale perché chiamerebbe tutti gli interlocutori istituzionali, sociali ed economici, a  rivedere seriamente  qualche  superficiale e negativa posizione del passato, assunta a sostegno dell'accorpamento di Cremona con Mantova. 

In questa ottica, determinante diventa anche la rimessa in moto delle azioni,  rivolte  ad  un  assetto  tra i comuni del Cremasco,  più  efficace di quello in essere alla luce delle sperimentate unioni e/o convenzioni esistenti.
Senza altri indugi  va riproposta  una  convenzione quadro tra  i comuni che non dettagli solamente la ripartizione degli oneri per l'esercizio associato delle funzioni, ma anche le risorse derivanti dallo sviluppo  edilizio delle zone unitariamente previste in un unico PGT  sovraccomunale.
In questa direzione,  di particolare interesse restano i  contenuti dei  piani  d'area già individuati nel PCTP, come  ambiti  minimi per  la  pianificazione territoriale, l'ottimizzazione delle risorse economiche, la razionalizzazione degli interventi infrastrutturali ed insediativi di rilevanza intercomunale.

Con maggiore incisività occorre partecipare all'espletamento delle funzioni  fondamentali, rimaste in capo alla Provincia e ricomprese nelle aree:  ambiente e territorio, infrastrutture stradali, lavoro e formazione, patrimonio ed edilizia scolastica, politiche sociali.

Sui temi più propriamente socio–economici, uno sforzo straordinario sarà  richiesto per risollevare le nostre comunità, dagli effetti della pandemia di coronavirus. 

A questo proposito, saranno inevitabili delle misure anticrisi a livello sovraccomunale, in aggiunta a quelle nazionali, a sostegno delle aziende e  dei lavoratori, da formalizzarsi in stretta collaborazione con le associazioni imprenditoriali, quelle sindacali e gli Istituti di Credito.

Considerazione  finale
Le riflessioni e le proposte sopra riassunte, elaborate volutamente in piena emergenza Covid-19, vogliono essere una sentita testimonianza politica,  solidale e grata, verso tutti coloro che in prima linea, stanno fronteggiando il luttuoso contagio in corso.

Parallelamente alla straordinaria dedizione e  generosità  dei cittadini della nostra provincia, registrate in questo periodo, ci è parso doveroso indicare  anche qualche antidoto politico per ridare fiducia e speranza in un futuro più premiante le competenze, le innovazioni ed i progetti di largo respiro,  spesso imbrigliati da difese corporative, convenienze momentanee, nonché da esasperanti pastoie burocratiche.

In questo senso, confidiamo che anche a livello nazionale, senza altri indugi, si proceda urgentemente alla definizione di uno straordinario piano di investimenti, ad una ulteriore incentivazione della green economy, ma anche ad una indispensabile rivisitazione delle materie concorrenti tra stato e regioni, nel settore sanitario, ma non solo.

Appena sarà possibile riprendere i contatti e la vita quotidiana, insisteremo per la promozione di iniziative, incontri e dibattiti sulle questione poste,  convinti della loro profonda incidenza  nei rapporti  istituzionali, sociali ed economici del territorio.

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