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Diario: evidenze e percezioni del giorno 26 febbraio 2023

  26/02/2023

Di Redazione

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Vabbé, proviamo anche con questa idea (di una resumée quotidiana dei fatti) per veicolare a beneficio dei nostri lettori un'offerta organica dei fatti salienti di giornata.

Oggi, appunto, domenica 26 febbraio, lo scenario cremonese (un po' in linea con quello nazionale, è contraddistinto da due linee guida: l'indotto dell'anniversario della “speciale operazione” putiniana e le Primarie extramoenia (il secondo turno riservato ai non tesserati) del PD.

“I sensibili alle ragioni di Putin”

Li chiama Mieli. Sono quelli che “chiedono agli ucraini di smettere di difendersi e di scendere a patti con l'aggressore (cedendo territori e sottomettendosi). Mai una parola, aggiunge Mieli, sulle fosse comuni di Bucha, sul martirio di Mariupol, sulle atrocità contro la popolazione civile”.

Sono quelli che poche ore fa hanno calcato la platea major cittadina che, a colpi di “tavola”, hanno pontificato, come ha diligentemente annotato ed esternato la cronaca della testata cittadina (sia pure con un format non esattamente in linea con gli standards della parc condicio dialettica) che “… gli orrori di una guerra che l'Italia dovrebbe smettere di finanziare… c'è nel mondo una drammatica sottovalutazione dei rischi che stiamo correndo. Quando non solo si esclude la possibilità di cessate il fuoco, ma addirittura l'eventualità di sedersi al tavolo coi russi”.

Diciamo che ognuno ha i propri standards informativi. Certamente, però, lascia perplessi il format con cui, nel contesto di una strabordante paginata (“ora le armi tacciono”) si afferma “Il no alla guerra, che sarebbe stato ribadito in serata in un'altra piazza, da Radicali”.

Restando su un terreno essenziale di traslazione dei concetti esposti, è innegabile che anche i Radicali, promotori insieme alla Comunità Ucraina e con l'appoggio della Comunità Socialista e della nostra testata, sono contro la guerra.

Ma il fronte di sostegno al popolo ucraino aggredito, ha detto, appunto in piazza del Comune qualcosa di più.

Come è facile evincere dal testo inviatoci dal portavoce di Radicali Cremona:

Ieri cadeva un triste anniversario: l'invasione dell'Ucraina da parte dello stato terrorista russo. Oggi eravamo insieme alla comunità ucraina cremonese in Piazza Duomo a Cremona per ricordare questo triste e terribile evento.

Non dobbiamo lasciare soli questi uomini e queste donne che pagano sulla loro pelle le conseguenze di una guerra che ogni giorno uccide migliaia di persone e che non è solo un attacco all'Ucraina, ma è un attacco ai valori della democrazia, dello Stato di Diritto e della libertà dell'Europa intera. Onore all'Ucraina e onore ai suoi eroi che sono i nostri eroi. Come quella bandiera che ormai da un anno è diventata anche la nostra bandiera

È, manifestamente, in corso (non so se in buona o mala fede) una campagna de dezenformatsiya. Che da spazio prevalente ai "pacifisti". Che sono quelli dei circoli del cattolicesimo della teoria della liberazione ma anche quelli della continuità col sovietismo.  Li conosciamo bene. Bisogna alzare il livello della comunicazione della voce pro Ukraina, a cominciare dal piano politico e dalla testimonianza civile.

Come sono tutte le iniziative di mobilitazione artistica e culturale attivate dal Teatro Filodrammatici e dal suo presidente Giorgio Mantovani, in piena sintonia con Nadyia Petrenko.

Osserva giustamente Sergio Romano oggi su Corsera: “sbagliato lasciare solo agli USA il compito di difendere l'Ucraina e l'Europa

Condividiamo pienamente. Anzi carichiamo il concetto. L'Europa ha il dovere di essere l'avamposto del mondo civile nella difesa dell'Ukraina, del quadrante geopolitico circostante e, in definitiva, di sé stessa.

Anzi l'Europa e la NATO, con l'arrivo dei sin qui “neutrali” devono stringere i bulloni nel perseguimento dell'obiettivo strategico di rendere UE un'entità a forte coesione economica, tributaria, militare.

Saremmo omissivi, tuttavia, se non facessimo un rilievo: sui motivi delle reticenze di Israele su questa guerra di aggressione e su un sostanziale non appoggio agli aggrediti. Il cui front men ha radici ben scandite. Come quelle delle madri e dei padri che fondarono il socialismo europeo e la patria israelitica, partendo dall'autogestione dei kibbutz.

Noi siamo assolutamente di più di certi “pacifisti” e di certe “tavole” (terzomondiste e sostanzialmente antioccidentali) contro la guerra e a favore della coesistenza (nel rispetto delle ragioni) e della pace. Ma non di una pax romana, che, come digrigna il tiranno del Cremlino, sia da “vae victis”

Mi tornano alla mente i numerosi edifici di Budapest

Caro Eco del Popolo, partecipando col cuore alle tristi vicende del popolo ucraino, mi tornano alla mente i numerosi edifici di Budapest che ancora recavano sui propri muri le ferite inferte dalle palle dei cannoni russi intervenuti per spegnere le velleità di un popolo che aveva osato guardare oltre il socialismo (?) sovietico. Nessuno poteva riempire quei vuoti perché dovevano restare da monito per la lezione ricevuta: Aver alzato la testa oltre le disposizioni del Patto di Varsavia. Nella mente risuonavano i ricordi di una mia gioventù emotivamente coinvolta nelle prepotenze sovietiche in Polonia, in Ungheria appunto. “La primavera di Praga “…la Primavera Ungherese    Dubcek …

Dopo i diversi comportamenti delle tante nazioni, resse la condanna dell'intervento russo, compresa la Cina. Pur con la consapevolezza dell'ingerenza capitalista come desiderio di emancipazione e democrazia La Russia ammise di non sentirsi colpevole legalmente delle occupazioni, ma moralmente si. Ora cosa è cambiato? L'aggressione all'Ucraina, paese sovrano, da cosa può essere giustificato? Non cannonate ma bombardamenti, case non ferite ma rase al suolo??

Nessuna possibilità di negoziati civili che più la violenza cresce più si allontanano? A lungo andare le carte in tavola cambiano. Gli ucraini perdono una sentita partecipazione al loro tragico destino. Quale spettro compare nel sentire della gente, di certa gente? I soldi che se ne vanno per finanziare una guerra seppur di difesa ma non nostra? Una guerra che se terminasse ristabilirebbe un equilibrio politico, economico e sociale?? Aspettative egoistiche e ottimiste. Tranquillità? Ma quale tranquillità se non si riesce a far rispettare l'inviolabilità dei propri confini, del proprio modo di vivere, delle proprie leggi. L'Ucraina bastava a sé stessa, ma la sua posizione e la ricchezza di cereali e minerali preziosi sono stati valsi per diventare terra di conquista …Il nostro Paese meno dotato viene invece ricattato e umiliato per la mancanza di importanti materie prime. Finché la Russia provvedeva ad un rifornimento accettabile nei costi, non ci si preoccupava di inaspettate possibili difficoltà. La situazione odierna ben diversa ha fatto si che raggiungere un‘indipendenza nei propri nazionali fabbisogni sia un modo migliore per raggiungere una rassicurante autonomia. Ci stiamo difendendo per non subire ricatti e ritorsioni, perché l'Ucraina non dovrebbe respingere una sanguinosa occupazione della propria terra? Perché non schierarci al suo fianco? per egoistico opportunismo?? Anche noi siamo vittime di una grande potenza, ma abbiamo accettato l'aiuto di uno stato forse allora ancor più potente. Cosa è cambiato? Purtroppo nulla, c'è ancora un Paese che subisce ed un altro che prevarica. Dobbiamo continuare a beccarci tra di noi e lasciare che il grande Putin ottenga il suo bel risultato? Sino a quando arriveranno altri “capponi” da mettere in pentola? Capponi che come quelli di Renzo qualcosa d'importante hanno già perso 

Ad maiora, gentile direttore, come ci si auspica a tempi migliori 

Cordialmente, Clara Rossini.


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Forum lettori

Dio volesse

Caro Enrico...ho letto il tuo focus sulla guerra in Ucraina e, Dio volesse, trovasse la sua conclusione nei termini da te espressi. Purtroppo, mi permetto di ricordarti che è una guerra esistenziale per entrambe le parti in conflitto e che l'Ucraina, senza l'aiuto dei paesi democratici, a lungo andare soccomberebbe sia per mancanza di mezzi militari e soprattutto di uomini! Ammesso e non concesso che la coesione dei paesi democratici possa restare forte nel lungo periodo, quali stati sarebbero disposti a fornire militari senza pensare alle conseguenze che, tale assistenza, potrebbe comportare? La Russia che si pensava di mettere in ginocchio economicamente,  sta " tenendo " alla grande  anche con l aiuto ( non dichiarato) di Cina, India,  Brasile ed altri stati che, alle Nazioni Unite, hanno votato  o si sono astenuti contro la risoluzione per la condanna della Russia , quale stato aggressore dell'Ucraina. Pensare poi che possa esserci un " ribaltone" nelle alte sfere russe è  impensabile sia per la spietata censura che nulla lascia trapelare sia perché ora, Putin, all interno è  forte ed  incarna il pensiero imperialista della Russia. Si sa che, molta parte delle sue dichiarazioni , sono pura retorica,.. ma vallo a raccontare ai russi…! Ciao.

T.A., 25 febbraio 2023, Cremona

La guerra è solo distruzione

Buona giornata caro direttore de l'Eco grazie per le newsletter. Oggi un anno dalla invasione russa dell'Ucraina la guerra è solo distruzione. Speriamo si trovi presto una pace giusta e duratura e che venga premiato il coraggio e l'abnegazione e l 'amore degli Ucraini per il loro Paese e la loro libertà.

Caterona Lozza, 24 febbraio 2023, Vicenza.

Ringraziamo per testo ed immagini gli amici Radicali Costanza Loffi e Alessandro Borghi.

26 febbraio. Primarie di secondo turno, cosa fatta!

Ovviamente, a partire da domani, torneremo adeguatamente sull'argomento. Perché, al di là di legittime caratterizzazioni, merita, come evento politico di vasto interesse, la dovuta trattazione.

Non proprio come un divertissement, ma con uno spirito un po' da bagatelle, diamo conto del nostro personale coinvolgimento.

Che è stato, prima di tutto, per le modalità con cui l'abbiamo praticato, una sorta di partecipazione “coniugale”, con annessa dichiarazione sui nostri ripetuti voti disgiunti e a fin di bene (nei recenti election day ufficiali). Desideravamo votare al seggio del nostro paese. Ma regole sono regole. E da convinti socialisti riformisti le rispettiamo. Abbiamo così votato al seggio delle primarie (sic) Leonida Bissolati. Abbiamo versato la quota (con l'esortazione a non bersela subito). Abbiamo votato (siccome il voto è segreto) per Bonaccini. Non abbiamo mai sbavato né per la Conferenza del Lingotto né per l'istituto delle Primarie. Che, con l'asfaltatura dell'associazionismo politico popolare, restano almeno una traccia di prerogativa di diritto di tribuna. Rispetto ad un recinto di (per noi) vago riferimento. Insomma abbiamo votato. E speriamo che questo gesto marginalissimo possa almeno rispondere alla mia finalizzazione minimale: invertire la tendenza all'autoasfaltatura e insediare un vertice da meno peggio. Per la medesima aspirazione quasi un anno fa avevamo sottoscritto e pagato la tessera PSI da simpatizzanti. Non ci fu consentita la partecipazione al congresso nazionale. Il nucleo locale fu "commissariato". La tessera fu resa disponibile quando diventò inservibile ai fini partecipativi. Ma questo lo diremo, se invitati e se riterremo esisteranno le condizioni per una decente e feconda partecipazione, a chi di dovere.

PS: cogliamo l'occasione (vedi immagine centrale) per segnalare la presenza (sul bordo del gradino di accesso all'edificio scolastico) di una calzatura rosa da piede destro.

Qualche elettrice deve averla persa e smarrita. Coi tempi che corrono e, soprattutto, per la ossessiva rivendicazione della priorità cromatica, segnaliamo alla compagna Cenerentola di aver consegnato il manufatto agli incaricati del seggio.

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