La Comunità territoriale, dovemmo aggiungere, in tutte le sue componente e con una convinta testimonianza condivisa, come mai o forse raramente nella nostra vita ci è parso di cogliere.
Con una modalità di espressione che a allo scomparso avrebbe fatto piacere; perché rivelatrice della capacità di cogliere il suo intimo profilo e la sua intima, vera motivazione dell'essere disponibile per gli altri.
Con un timbro risultante dalla perfetta assimilazione del dna famigliare e dalla “lezione” civile impartita dal padre. Che l'aveva preceduto nel servizio civile e nell'impostazione dei “fondamentali” relazionali all'interno della comunità e nella convivialità basica dei rapporti umani.
Le centinaia di persone, più o meno investite di mandato istituzionale, associativo, categoriale che fosse, hanno, nel corso dell'accompagnamento seguito all'ultimo respiro, tenuto a sottolineare la gratitudine e l'apprezzamento trasversale per la dedizione al prossimo, ma soprattutto la considerazione di percepirlo come uno di loro.
Le immagini colte durante l'incontro di commiato rivelano, con quell'insieme di fasce tricolori, di paramenti liturgici, le tracce di un eccezionale incontro tra la spiritualità religiosa e la spiritualità della testimonianza civile.
Niente e nessuno, purtroppo, ci riporterà Davide; ma questa cifra che ha contraddistinto il cordoglio del trapasso e l'estremo saluto attenua la sofferenza della perdita, soprattutto, nei famigliari, la moglie Claudia, ai figli Federico, Francesca, Alessandra, alla mamma Gabriella, al fratello Cristian e alla sorella Rosita.
«Un amico per tanti di noi anche per me, uno sposo, un padre, un figlio che si è sempre messo al servizio di tutti, specialmente dei più deboli», l'ha definito il Vescovo Napolioni.
La voce della spiritualità laica e civile è stata espressa dall'amico fraterno e compagno di tanti anni di comune servizio istituzionale Fabrizio Superti. Il quale ha rivelato pubblicamente quanto per più giorni aveva confidato a chi scrive qui:
“Un mese fa eravamo insieme in montagna. Poi, a inizio settembre, mi ha mandato un messaggio che mi ha raggelato, in cui mi ha chiesto di salutarlo quando fosse giunta l'ora”.
"Davide, hai combattuto una lunga battaglia contro un nemico spietato e feroce. Ma il nemico non si è preso la parte più importante, la tua personalità".
Una personalità che lo ha fatto vivere a pieno ogni suo giorno, mettendolo al servizio della sua comunità, come ha dimostrato la partecipazione con cui centinaia di persone sono accorse per dirgli addio. Un'onda di emozioni si è sollevata da ogni angolo della provincia e si testimonia nella folla che ora è qui.
Ha concluso Superti: “Sei stato un umile e prezioso servitore delle istituzioni. Ti definivi un povero ragazzo di campagna, ma sei entrato nella storia della tua comunità”.