Come potete vedere dalle foto il centro di Cremona è deserto in attesa della manifestazione di oggi pomeriggio 24 gennaio 2015 indetta dal Centro Sociale Dordoni.
-----
Forse l’uscita da casa ad ore, per me, antelucane, poteva integrare l’eventualità di un ready biologico-cognitivo a scartamento ridotto.
Vero è che, inforcata la Via Ghinaglia all’altezza dell’intersezione con la Massarotti, ho, per un momento, pensato, di fronte ad un convoglio militare, diciamo, vistoso anche per sguardi non prontissimi, di trovarmi, che so?, a Kabul, a Damasco, nella striscia di Gaza.
Riavutomi, è tornato prepotentemente il rimando all’evento, di forte impatto mediatico, che attende oggi la solitamente sonnolenta Cremona.
E che evento!
Via via che mi addentro, da via Ghinaglia, verso il centro, all’immagine routinaria del tormentato Medio-oriente, cresce la sensazione di uno scenario di desolazione.
L’evento preannunciato è già stato metabolizzato; soprattutto, nelle sue potenzialità inquietanti.
Il Corso Garibaldi, solitamente (il sabato mattina) frequentato, è praticamente deserto (e gli esercizi commerciali aperti ed attivi, ma a minimo sindacale).
Ancor prima di mezzogiorno lo scenario mercatale, frequentato molto meno del solito, è in totale smobilitazione. Gli operatori (smoccolanti) hanno da tempo, anche di fronte alla penuria di acquirenti, iniziato a riporre la loro mercanzia.
Scatta l’ora x per rispettare il termine-limite entro cui la piazza e le adiacenze dovranno essere sgomberate da cose e da persone.
Rientrando a casa, per il percorso a ritroso, la mente riproietta le solite scene televisive dell’emergenza preventiva per le grandi calamità annunciate.
Saracinesche abbassate (condizione assolutamente minoritaria, visto che la gran parte degli esercizi ne è priva) e superfettazioni a scopo protettivo, volonterose ma ingenue.
Immaginatevi l’effetto deterrente che carta, cartone, adesivi susciteranno nei malintenzionati.
Di sicuro l’effetto annuncio ha funzionato: i cittadini, rintanati nel domicilio, gli esercizi del terziario sbarrati (nell’unica giornata teoricamente feconda), i servizi privati e pubblici sospesi, la comunità idealmente in stato d’assedio.
La democrazia ha già perso; ancor prima che i potenziali malintenzionati si siano messi all’opera.
E.V.