Si ampia l'impulso a percepire gli avvenimenti in corso nella capitale americana. Anche se il picco del tentativo di una svolta eversiva nella già complessa transizione tra il past presidente e quello (legittimamente) eletto sembra archiviato, si fa sempre più strada l'impulso a capirne la reale portata e a testimoniare la condanna da parte del mondo democratico. Abbiamo ricevuto il comunicato della Direzione Provinciale dell'ANPI e nel convincimento di fornire elementi di valutazione e di interpretazione all'opinione pubblica cremonese lo pubblichiamo. Chiedendo ai nostri lettori di aprire un confronto.
L'incredibile vicenda dell'assalto al Campidoglio di Washington da parte dei seguaci del presidente uscente americano Trump ha costituito il punto di arrivo (e anche il fondo) di un processo di delegittimazione della convivenza democratica che il presidente repubblicano ha costantemente promosso da quando nel 2016 è arrivato alla Casa Bianca. La violazione da parte dei manifestanti delle aule del Congresso, che è il simbolo della democrazia USA, ha anche rappresentato una sorta di “schiaffo” collettivo agli ideali della Costituzione da cui sono nati gli Stati Uniti nel presupposto che le differenze tra cittadini dovessero avere il loro contemperamento in un confronto democratico ma civile in una sede da tutti riconosciuta. Ma l'essenza del populismo contemporaneo, di cui Trump è un perfetto rappresentante, sta proprio nel ritenere che non ci debba essere nessuna mediazione (ovvero i parlamentari) tra la folla e il leader, tanto è vero che Trump ha chiamato in prima persona i suoi alla “marcia su Washington”. Come interprete e custode della Costituzione italiana, che ricordiamo è nata dalla volontà di superare il fascismo e la guerra, l'ANPI non può che condannare la cieca violenza di cui si sono rese responsabili le varie “milizie” (Patrioti, Proud Boys, Qanon) che hanno marciato verso il Campidoglio sotto la spinta dei discorsi incendiari di Trump; e come ANPI non possiamo che condividere la preoccupazione espressa da tante forze sulla fragilità della democrazia che va difesa dagli attacchi ricorrenti dei populisti e dei reazionari di ieri e di oggi; ci auguriamo, pertanto, che con la nuova presidenza Biden si possa venir fuori negli USA da questo momento tragico, perché la grandezza di una nazione (degli Stati Uniti come anche dell'Italia) sta nel superare le divisioni nell'orizzonte del rispetto reciproco.