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Cremona. Area Vasta. L'intendence devança! La politique (peut être) suivra?

L’Eco del Popolo - Associazione Emilio Zanoni convoca un forum: Attuazione della riforma dell’ente intermedio definito “Area Vasta”

  18/09/2014

A cura della Redazione

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L'Eco del Popolo - Associazione Emilio Zanoni

col patrocinio del Comune di Cremona

Forum sul temaProvvedimenti e calendario di attuazione della riforma dell'ente intermedio definito “Area Vasta”

CREMONA – Sala convegni Società Filodrammatici (g.c.) Piazza Filodrammatici, 2

Venerdì 26 settembre 2014 ore 17

Panel dei contributi:

Coordina Paolo CARLETTI – Consigliere Comunale di Cremona

Contributi di:

- Virginio VENTURELLI – già Sindaco di Madignano

- Andrea VIRGILIO – Assessore del Comune di Cremona

- Ferruccio GIOVETTI - Consigliere Comunale di Cremona

- Giuseppe TADIOLI - Presidente della Lega delle Autonomie Locali

- Luciano PIZZETTI – Sottosegretario alla Presidenza del CdM con delega alle riforme istituzionali

Sono invitati a partecipare e ad intervenire i Consiglieri della Regione Lombardia eletti nella provincia di Cremona Agostino AlloniFederico Lena – Salvatore Carlo Malvezzi

Sempre a proposito di “area vasta”. L'INTENDENCE DEVANÇA! LA POLITIQUE (PEUT ÊTRE) SUIVRA?

Dopo l'uscita de L'eco del Popolo in formato dossier “area vasta”, abbiamo avuto, per qualche giorno, la sensazione di un silenzio assordante. Tal che, per non far cadere l'interesse sull'argomento (e, considerate le scadenze, che argomento!) pensavamo di chiosare gli approfondimenti dedicati dall'ambiente politico-istituzionale, ricorrendo al sussidio del ben noto aforisma napoleonico. Capovolto, però; fino a divenire un quasi ossimoro: le ragioni dell'intendenza hanno anticipato la politica?

Andiamo a ricapitolare. Il 12 ottobre il parterre elettorale di secondo livello (oltre 1200 consiglieri-elettori) si recherà alle urne per eleggere il Consiglio della “area vasta”. Fino a qualche giorno addietro, nel carniere del dibattito (e dell'informazione) non erano entrate che indiscrezioni sui papabili e qualche schermaglia. Tutto quanto ci induceva ad una sensazione di inadeguatezza della risposta politica locale alle prove poste in carico (in uno scenario, diciamolo pure, un po' evanescente) dalla Legge 56, meglio conosciuta col patronimico del suo propugnatore, Del Rio. A complicare un quadro, di per sé (politicamente e proceduralmente) non troppo rassicurante, interveniva qualche giorno fa l'indirizzo di governo afferente alla definizione delle funzioni in capo al nuovo ente intermedio (sub-regionale e sovra-comunale). Ebbene, così parlò Zarathustra/Del Rio: ogni Regione si acconci come meglio crede. Fatto che integra, unitamente alla percezione di una quasi sine cura per i destini della riformata istituzione locale, il profilo di una sorta di “ognuno faccia come gli pare!”. Mettere, infatti, nelle mani del livello legislativo, maggiormente squassato da performances non esattamente commendevoli (quale è la Regione), la questione è come accreditare la quasi certezza che non ne uscirà nulla di buono (per i destini di un raccordo territoriale che, invece, considerate anche la frammentazione della rete municipale e l'inveterata tendenza centralistica dello Stato e delle Regioni, andrebbe, debitamente riformato, mantenuto). Ma su questo aspetto, poco rassicurante, non si stanno spendendo molte parole. Da registrare, invece, c'è una certa accelerazione del dibattito sugli scenari e sulle prospettive politiche e istituzionali che saranno aperte dall'elezione del 12 ottobre. Sino ad ora le forze del centro-destra hanno brillato per propensione a riservare il meglio di sé alle questioni tutto sommato prosaiche delle alleanze, delle liste (apparentate o disgiunte), dei candidati. Segnalatore di una certa gerarchia di priorità un curioso fatto: il Presidente-Commissario della Provincia ha nominato il funzionario della (sic!) comunicazione (privando la comunità del prezioso apporto del comunicatore-fratello del suo predecessore). Non è che il campo opposto abbia trascurato questa priorità; ma, va riconosciuto il tentativo della Segreteria del PD quanto meno di inquadrare questi profili da fureria in un contesto progettuale congruo. Già oltre un mese addietro la Federazione cremonese del PD aveva elaborato una scheda (si presume destinata al proprio quadro attivo) intitolata “Cremona 2030: una nuova governance locale per “costruire” territorio e sviluppo sociale”.

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