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Dossier Lavoro

Programmazione economica, politica dei redditi e cogestione

  23/05/2020

Di Enrico Vidali

Dossier+Lavoro

Argomento molto intrigante; ma da trattare con discernimento ed al riparo dagli svolazzi demagogici.

A monte di tutto ci sta la disparità tra domanda e offerta di lavoro, di lavoro manuale, ripetitivo, a basso contenuto tecnologico, a basso rendimento. Un bacino che andrà ampliando, a danno di sterminate masse destinate alla disoccupazione, alla sottoccupazione, alla precarietà, alla rarefazione dei diritti e del trattamento economico.

Sull'altro lato, nasceranno le conseguenze della robotica e delle tecnologie a crescente automatizzazione. La loro progressione ridurrà,  da un lato, il volume dell'occupazione di basso-medio livello e, dall"altro, segnerà la centralità delle mansioni ad alta qualificazione e a medio-alta responsabilizzazione.

Che fare delle masse marginalizzate quando non strutturalmente espulse?

Il problema se lo sono poste le avanguardie della nuova sociologia del lavoro. Nella Silicon Valley con la progressione tecnologica la criticità è emersa sempre più vistosamente. Le fondazioni delle aziende operanti nell'alta tecnologia hanno predisposto progetti imperniati su salari compensativi mirati. Nel senso che remunerano i tempi liberati ed impegnano i percettori nella riqualificazione professionale e nel lavoro sociale. Questa massa di spesa, diversamente dal reddito di cittadinanza, è a carico delle fondazioni. Si tratta di una sperimentazione sociale. Ma prefigura un modello virtuoso di scambio tra capitalismo sociale e forze del lavoro. Soprattutto, marginalizzato l'impulso populista del diritto senza se e senza ma alla remunerazione. Di cui, ad esempio, il modello mitterandiano di riduzione delle ore lavorate a parità di trattamento economico fu un negativo antesignano. Nell'economia globalizzata, imperniata sulla competitività,  non c'è spazio per siffatti gesti di dirigismo.

In un welfare ormai destabilizzato dalla insostenibilità del tassa e spendi e dal debito statale insostenibile non c'è spazio per la messa a carico della massa di spesa sociale che ne deriverebbe. Il problema, come segnala un po' provocatoriamente la testimonianza di Antonio Grassi, è in ogni caso ineludibile. E, siccome la giustizia sociale non si consegue solo al momento della distribuzione della ricchezza prodotta ma viene incardinata soprattutto sul terreno della corresponsabilità nel ciclo produttivo, la sinistra riformista deve rimodulare obbligatoriamente la propria analisi ed il proprio progetto socio-economico su due linee.

Primo, la programmazione economica come strumento di sviluppo/modernizzazione e di politica dei redditi.

Secondo, il ritorno e l'estensione della cogestione.

Nella lingua tedesca, dove fu messa a punto, die Mitbestimmung. Anche senza essere efficienti come i tedeschi, i socialisti italiani non furono e non sarebbero trogloditi. Se si pone mente alla circostanza addirittura anticipatrice della Legge del ministro dell'Industria Rodolfo Morandi del 1947. Con cui furono istituiti i Comitati di Gestione per le fabbriche e le aziende agricole. Lo sfaldamento dei governi CLN avrebbe, nel 1949, cancellato tutto, a partire dalla FIAT. In provincia di Cremona la sperimentazione fu significativa nelle cascine e a macchia di leopardo nell'industria (forse solo alla Pirelli di Pizzighettone ed in un paio di fabbriche del cremasco). L'argomento è particolareggiatamente analizzato in "Il Socialismo di Patecchio", nel capitolo del Piano del Lavoro e della programmazione economica degli anni 60 (di cui troverete un estratto allegato in pdf). Uno slancio colpito ed affondato dell'imprenditoria retriva, con la manina del massimalismo becero del PCI e di una parte della CGIL, che in quell'epoca non poté più avvalersi del contributo di Giuseppe Di Vittorio e di socialisti come Fernando Santi e Giacomo Brodolini.

Volente o innocente, la sinistra politica e sociale dovrà ripartire assolutamente da lì. Pena l'ulteriore marginalizzazione, che sarà approfondita dalle conseguenze indotte dal disastro pandemico.

Le gallerie
Il Socialismo di Patecchio
Il Socialismo di Patecchio
Fernando Santi - Giuseppe Di Vittorio - Rodolfo Morandi
Fernando Santi - Giuseppe Di Vittorio - Rodolfo Morandi

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