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Congresso provinciale di Forza Italia

Cronaca e considerazioni sull'assemblea dei circoli cremonesi tenutasi il 17 novembre 2019

  20/11/2019

A cura della Redazione

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Domenica scorsa, nella sala Zanoni di via del Vecchio Passeggio a Cremona, si è celebrato il congresso provinciale di Forza Italia, commissariata ormai dall'agosto 2018.

Hanno presieduto l'assise il Commissario, On. Massimiliano Salini, il suo braccio destro, Carlo Malvezzi e la deputata Cristina Rossello.

In apertura il saluto delle forze politiche convenute: Simona Sommi per la Lega, Marcello Ventura per Fratelli d'Italia, Giuseppe Trespidi dell'UDC, Vittore Soldo del PD e Tommaso Anastasio per le Comunità Socialiste della provincia di Cremona.

Il congresso, un appuntamento non proprio usuale per le forze politiche attuali, rappresenta ancora un luogo di incontro per i militanti e dirigenti del partito, per stilare un bilancio delle cose fatte, rielaborare il presente, dibattere e proporre le azioni future.

In quello di Forza Italia abbiamo visto il tentativo di ricostruirsi attorno ad una idea politica esaltante principalmente l'impresa ed il sistema economico.

Ciò premesso, ci permettiamo due semplici considerazioni dedotte dal dibattito congressuale:

la prima, di carattere politico più generale, basata sulle giustificazioni, in senso lato dell'On. Massimiliano Salini, nei confronti del populismo oggi dilagante, ritenuto sostanzialmente simile a quello utilizzato in passato dalla DC.

Un raffronto che difende e rilancia le alleanze con la Lega, ma il quale non crediamo renda onore alla cultura di governo di Forza Italia.

Su una cosa siamo d'accordo: il populismo non è una bestemmia a prescindere, ma bensì l'utilizzo che ne fa la politica del malessere diffuso fra i cittadini e come tale non va sfidato, ma piuttosto superato con azioni di governo sensate e, aggiungiamo noi, mirate a migliorare le condizioni di vita proprio del popolo, aumentando i diritti dei più deboli, oltre che difendere il tessuto produttivo (artigianale industriale e agricolo).

Il nostro parlamentare europeo poi si guarda bene dal cedere agli “ismi” in quanto storicamente, le ideologie hanno sempre (nella loro estremizzazione) portato a disastri sociali e guerre, dimenticando che oggi vige un'ideologia unica, ovvero, quel liber-ismo su scala globale al quale anch'egli si appella, senza ammettere che è la prima causa dei danni arrecati agli stessi imprenditori che poi sono, in parte, i loro primi elettori.

La seconda, di carattere organizzativo che secondo le parole dell'On. Cristina Rossello, reputa non più procrastinabile la rigenerazione del gruppo dirigente, ad eccezione del Presidente Berlusconi l'unico per il quale non si avrebbe un sostituto (al momento) credibile. Una necessità trasversale a tutti i partiti politici, socialisti compresi, purché si rispetti la democrazia interna (secondo costituzione) e si abbandoni, almeno a sinistra, l'idea del leaderismo esasperato che ha come primo effetto l'inibizione di qualsiasi dialettica interna e tuttalpiù fornisce risposte semplici (e mai soluzioni) a problemi complessi come quelli riguardanti la società, il mondo del lavoro, etc...

Riportiamo infine l'intervento di Tommaso Anastasio in rappresentanza della Comunità Socialista:

È il momento, per tutta la politica, da destra a sinistra, dell'analisi critica e della costruzione o ricostruzione di un idea attorno alla quale si sviluppa la vita del partito che non dovrebbe essere altro che l'embrione, il microcosmo, di quello che si vorrebbe vedere realizzato all'esterno, nel mondo che ci circonda.

Noi socialisti ci togliamo il cosiddetto “sassolino dalla scarpa”, forti del fatto che la storia ci ha dato ragione. Sono ormai venticinque anni che assistiamo ad una destrutturazione di questi soggetti, i partiti, che sono anch'essi corpi intermedi, fatti di persone, contenitori comuni di Valori e principi, linee guida per mezzo dei quali si vuole cambiare le cose. Riformarle, diremmo noi.

Venticinque anni durante i quali la società è profondamente cambiata, direi antropologicamente, e con se la voglia di stare insieme e come. I partiti non sono avulsi da questi cambiamenti.

Ai mutamenti sociali, sono seguiti lo scadimento culturale, e la capacità di rielaborazione delle cose. Come se riducendo il numero di vocaboli a nostra disposizione, siamo stati costretti a dare risposte (non soluzioni) semplici a problemi complessi.

In un Paese bloccato come il nostro, vedi ad esempio: “l'ascensore sociale”; le “grandi opere” (non ultimo il Mose); i “servizi inefficienti” (Trenord) lo scadimento della politica porta a ragionare i cittadini elettori secondo la logica della scelta fra populisti-sovranisti e i cosiddetti responsabili-europeisti!!!

E i problemi di un'Italia letteralmente ingessata chi li risolve?

Gli annosi disservizi nel trasporto ferroviario richiedono a gran voce il raddoppio ferroviario nella tratta Mantova-Cremona-Codogno.

Compatibilmente con l'ambiente, siamo propensi all'autostrada Cremona-Mantova, in quanto la riteniamo un'opportunità di crescita sociale ed economica non solo tra i territori sopra citati, ma bensì come snodo importante di traffici commerciali ben più ampi, come supporto alle realtà produttive che lentamente stanno morendo e nella prospettiva di miglioramento dei servizi turistici da e per la nostra provincia.

Noi crediamo nella nostra storia e vogliamo ripartire dalla nostra cultura che va dall'umanesimo di Turati, passando per Bissolati e proseguendo oggi con le idee libertarie e socialiste di Rosselli, perché siamo convinti che oggi ci sia sempre bisogno di più Libertà e soprattutto di Socialismo.

Siamo democratici, ma conosciamo anche le insidie della democrazia: non crediamo che uno valga uno, sarebbe la vittoria della mediocrità; così come non accettiamo l'idea dell'uomo solo al comando, ovvero, non una struttura senza capo né coda, ma piuttosto una testa (realmente pensante?) e tante “codine”…lascio a voi ogni commento.

Noi socialisti del cremonese, politicamente, ci porremo l'ambizioso obiettivo di ricostruire la Sinistra Socialista, senza ripercorrere o riproporre vecchi schemi, nell'attualizzazione delle idee libertarie di Carlo Rosselli.

Dovremo per forza di cose, dialogare con tutte le forze politiche della nostra area di appartenenza fino a quelle di centro, purché ci si riconduca ad un polo “Laico-Riformista” per le eventuali azioni di governo e amministrative.

Ma attenzione, presupposto per un dialogo costruttivo è dichiarare, senza ambiguità, il proprio posizionamento, nonché la propria identità.

I nostri dirigenti, dovranno dunque sapere interagire con il coraggio della critica, laica appunto e, pragmaticamente, proporre azioni a beneficio del nostro territorio con metodo riformista.

Se saremo in grado di produrre questa evoluzione sul piano degli ideali, in noi stessi, allora, ci saranno in futuro possibilità di collaborazione, unicamente, per il bene della nostra provincia, affinché esca dalla marginalità.

Sapremo porre così più che una pezza alla nefasta riforma Delrio, con l'auspicio che dai “piani alti” si arrivi ad accettare l'idea di un suo definitivo superamento.

Auspichiamo pertanto in una collaborazione fattiva con tutti quei soggetti che ritengono utile la costruzione di un percorso condiviso che porti ad una strategia d'uscita da questa assurda quanto non più sostenibile impasse.

Per il bene della nostra provincia ci troverete. Sempre.

Auguro a tutti voi buon lavoro.

Al termine dei lavori è stato eletto il nuovo coordinatore provinciale di Forza Italia il sindaco di Soncino, Gabriele Gallina, al quale sono andati i complimenti e gli auguri da parte ti tutti gli intervenuti.

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