Ci ha lasciato nei giorni scorsi Rosolino Biaggi; la cui scomparsa ha allungato la lunga, ormai insopportabile lista dei caduti di questa pandemia, che si è portata via, ovviamente insieme a tutte le altra, persone a noi molto care.
Senza fare nessuna gerarchia di intensità, la perdita del “compagno” Rosolino ci ha molto addolorato. Per ragioni di appartenenza ad una comune fascia anagrafica e di insistiti incroci umani e politici.
Nella scelta dei supporti iconografici di questo articolo di ricordo e di commiato abbiamo dovuto fare di necessità virtù, con ciò che ha passato il deposito on line. Ma siamo certi che la scelta dell'immagine che lo immortala a fianco di Pertini in occasione della visita a Cremona nel settembre 1982 e della facciata del Municipio della sua Bonemerse, epicentro della sua appassionata attività civile racchiudano perfettamente i tratti salienti del suo profilo e della sua testimonianza.
Avremmo, confidiamo, preferito aggiungere qualcosa di più “militante”, come uno scatto che lo ricordasse in un'occasione di Partito od un articolo su l'Eco del popolo (imperdibili e forse anche innocenti opportunità esibitive per molti dirigenti ed attivisti). Abbiamo, a riprova di un carattere ispirato alla modestia, dovuto rinunciare per assenza di tracce.
Circostanza questa che accresce il valore di un percorso dedicato all'idealismo politico ed al servizio della comunità cui appartenne dalla nascita.
Questo profilo ispirato da senso di servizio disinteressato e mai venuto meno nel tempo, anche nelle stagioni successive alla conclusione del ciclo amministrativo, è ancor più apprezzabile in questi tempi difficili, forse drammatici, in cui sembra disperdersi quella tensione ideale che dovrebbe essere l'epicentro del senso di servizio alla comunità.
Di questo servizio è stato detto molto, a riprova di un apprezzamento ampio da parte di tutte le sensibilità politiche e culturali; in termini di evidenza della chiave di interpretazione dei motivi ispiratori del suo impegno amministrativo.
Prima della sua scesa in campo, Bonemerse era un piccolo centro, ben amministrato da una tradizione di sinistra, al confine dell'area del capoluogo.
Un confine di natura strettamente amministrativa, che prescindeva del fatto che le comunità della periferia del capoluogo vivevano a stretto contatto con i cittadini di Bonemerse.
I servizi pubblici di Cremona, arrivavano nella frazione; mentre in qualche cascina od un qualche agglomerato contiguo c'era un'incomprensibile soluzione di continuità.
Biaggi aveva capito questa assurdità ed aveva ispirato la tenace azione di estendere la rete dei servizi del Capoluogo anche a Bonemerse alla consapevolezza discendente di una visione più ampia dell'integrazione territoriale.
Questa fu la chiave di volta capace di dischiudere per Bonemerse la prospettiva di modernizzazione e di sviluppo abitativo.
Dovremmo anche aggiungere che a questa lungimirante visione e ad un'azione amministrativa rigorosa e costante, incapace di trascuratezze e falle, seppe affiancare una dedizione forse ancor più apprezzabile alla comunità di cui fu guida per molti anni.
Ci riferiamo a quella sorta di sportello sempre aperto on demand che facevano di Rosolino il terminale per la soluzione di qualsiasi esigenza individuale. Ascoltava il problema, ne acquisiva la documentazione, veniva in città, sbrigava la pratica, tornava al paese.
Una risorsa comunitaria di cui si sentirà, senza nulla togliere a chi gli è succeduto e succederà nel tempo futuro, la mancanza.
Concludiamo questo ricordo, pubblicando i messaggi a noi giunti da Giuseppe Azzoni, per tanti anni presidente della Lega delle Autonomie Locali, e del maestro Giacinto Zanetti, insegnate elementare nel plesso di Bonemerse.
Mi è molto dispiaciuto per Rosolino Biaggi, ne conservo un ricordo molto positivo... l'ho conosciuto bene negli anni 70, lui ed io eravamo ambedue assessori delegati dei rispettivi Comuni e ci occupavamo dei rapporti col territorio, ci si incontrava sul rapporto tra Bonemerse e Cremona (ricordo che ci scherzavo paragonandolo a Boldori nel senso che doveva portare Bonemerse a fondersi con Cremona così come era avvenuto per Duemiglia...) e lui lavorò molto su temi essenziali come il trasporto, servizio gas, legge per i depuratori delle acque, scuole medie e superiori... telefonate con me ed altri assessori, incontri... era sempre positivo e preparato... ha fatto molto allora e dopo per la sua comunità. Condoglianze, per tuo tramite ai compagni socialisti. (Giuseppe Azzoni)
Un paese ammutolito, ognuno cerca negli occhi degli altri la corrispondenza al proprio sgomento, incredulo alla notizia appena appresa. Anche se non abito a Bonemerse, ma sono di Bagnara, vorrei ricordare Rosolino Biaggi come grande uomo, grande sindaco e grande amico perché era amico di tutti e per tutti si è sempre prodigato. Sono arrivato nella scuola elementare “7 F.lli Cervi “ di Bonemerse agli inizi degli anni 1980 e mi ricordo ancora le sue parole: “menomàal che gh'è rivàat en maèester mas'c , perché chì gh' éra tròpi dùni...”
Una scuola nuova da Lui caldeggiata e voluta, nata da subito come “ tempo pieno con mensa “ funzionale e all'avanguardia. Quante riunioni con la Sua presenza!! Rosolino teneva molto alla scuola e alle sue esigenze così, dopo qualche anno ha fatto costruire lì vicino una mega-palestra che verrà poi sfruttata da moltissime società sportive della città: è un piccolo palazzetto coi posti anche per il pubblico. L'ha voluta intitolare all' Avis perché lui, oltretutto, era anche un avisino convinto (e, in palestra, oltre a molti giocatori, ha convinto anche me ad iscrivermi all'Avis)...
Nel frattempo siamo diventati amici e l'ho conosciuto come genitore, a scuola, ma anche come nonno, perché nella scuola di Bonemerse mi sono fermato per circa 25 anni. E così ho potuto conoscerlo come instancabile volontario Auser.
Ricordo ancora, ultimamente, le cene a casa sua, in taverna vicino al fuoco del camino, perché Rosolino da buon “ paizàan “ nato a Ca Bruciata, quando “ El masàava el nimàal “ invitava gli amici per assaggiare “ li véerzi màti “.
Oggi che ci ha lasciato per colpa del famigerato Coronavirus, mi dispiace non essere fisicamente vicino alla famiglia in un momento tanto triste; alla moglie Rosa e ai figli Maddalena, Giusi e Filippo le più sentite condoglianze. (M° Giacinto Zanetti)
Grazie, cara Clara, a Te e a Giacinto. Sono ammutolito. Una notizia che ha proiettato nella mente il film di un pezzo importante della mia, della nostra vita. Purtroppo, diversamente da quanto assicurano i cristiani, non c'è l'aldilà. Una specchiata, attiva, generosa esistenza è scivolata via. Al di là dell'affetto e della stima rivolti allo scomparso, Rosolino va iscritto in un paradiso laico degli uomini giusti, pervasi da senso totale di dedizione al prossimo. Grazie ancora. Un commosso abbraccio
Enrico Vidali