Sgomento, forse l'espressione più congrua tra i sentimenti suscitati dalla percezione di una notizia, giunta inaspettata.
Come osserviamo con una buona dose di fatalismo, la vita unisce e divide.
Il nostro percorso esistenziale e professionale è stato con quello di Claudio Boldori intenso e non certamente occasionale.
È banale affermarlo, a pochi minuti dalla notizia della scomparsa e, nonostante la frequentazione diradatasi nel tempo, già ci manca.
Ci manca il gigante buono; con quella sua stazza fisica che, al di là dell'imponenza, si faceva percepire come rassicurante.
Questo tratto aveva in certo qual modo favorito, sin dalla gioventù, l'approdo ad un'esperienza, quella del servizio militare svolto nel corpo degli alpini, che sarebbe stata in certo qual modo una linea-guida caratterizzante.
Crediamo di non aver mai più incrociato, in una costituency assolutamente pacifica e distante da qualsiasi impulso militaresco, un combinato di predisposizione civile e di attaccamento alla disciplina, al dovere, all'orgoglio di appartenenza ed, in certo qual modo, all'amore per l'habitat, la montagna, in cui venne a svolgere il servizio, ben oltre la leva, con ripetute rafferme nei ranghi ufficiali.
Lo canzonavamo un pò, osservando che quei periodi straordinari rappresentavano qualcosa di più di una vacanza.
Eppoi, risultava innegabile il nesso di attaccamento al ruolo dalla passione del canto corale della montagna; che per lunghi anni lo avrebbe visto partecipe dei ranghi del Coro Paulli.
Diciamo subito dell'altro profilo caratterizzante della personalità, la professione.
Si può dire che, a partire dall'esperienza di tecnico della Sezione Chimica dell'allora Laboratorio Provinciale di Igiene e Profilassi, fu un convinto anticipatore, in contesti istituzionali e burocratici assolutamente arretrati, della svolta che avrebbe fatto dell'ambientalismo, oltre che una sensibilità civile, un avamposto delle competenze delle istituzioni locali.
Si può affermare che la struttura tecnico-burocratica dell'ente intermedio decollò grazie al suo impulso e la sua professionalità.
Sarebbe divenuto, in omaggio alla sua dedizione ed alla sua riconosciuta professionalità, il primo dirigente del dipartimento ambiente della Provincia.
Posizione nella quale mise a disposizione la propria caratura tecnico-amministrativa per numerose e qualificanti consulenze.
Il suo percorso di testimonianza politica era stato lineare e coerente nei ranghi del socialismo cremonese, fin dalla gioventù.
Fu per anni segretario della sezione Boldori, intitolata al congiunto Attilio trucidato nel dicembre 1922 per mano squadrista, e fece parte ininterrottamente degli organismi dirigenti, provinciali e cittadini.
Ricca e costante anche la testimonianza amministrativa. Iniziata nel Consiglio di Amministrazione dell'Ente Comunale di Assistenza e, proseguita, nel ruolo di Presidente dell'Azienda Elettrica Municipalizzata del Capoluogo.
Lo ricordiamo con affetto, ribadita stima e gratitudine per l'apprezzata testimonianza civile.
In ciò ci sentiamo molto vicini ai suoi famigliari.