Nelle ultime ore è scomparsa, dopo una lunga e penosa malattia, Caterina Ruggeri (conosciuta nel mondo politico ed amministrativo, che ha praticato con passione per molti anni, “Cate”).
Come è noto, la vita e la politica, soprattutto, convergano e, di tanto in tanto, smarriscono. Prima delle scelte di fine percorso, Cate aveva scoperto altri orizzonti, sicuramente nel convincimento di trovarvi le condizioni per continuare da dove aveva cominciato. Aveva cominciato nelle file socialiste; dai primi step militanti e qualificandosi, via via, nella testimonianza per l'emancipazione dei diritti in capo alla donna (non si chiamava ancora, “quota rosa”).
Erano tempi in cui tutto doveva essere conquistato lentamente, coi denti e con traguardi non affatto scontati. Ce lo dice Mariarita Balsamo, a lungo sua compagna di testimonianza nella lotta per i diritti civili, per il socio assistenziale e per degne celebrazioni dell'8 marzo.
Mariarita, che, a sua volta e nella stessa temperie avrebbe ricoperto incarichi comunali, cita nel profilo dedicato alla scomparsa l'episodio di una manifestazione alla cui organizzazione avevano lavorato insieme.
Crediamo di far cosa gradita a Cate, corredare la nostra presentazione ed il profilo tracciato dalla compagna ed amica Rita Balsamo con i ritaglia degli articoli de L'Eco del Popolo che mettono a fuoco quelle battaglie.
La morte di Caterina, oltre che procurarmi molto dolore, mi ha riportato alla mente, la stagione in cui abbiamo, con molte altre donne, lottato per i diritti di genere. Con Caterina si era stabilito un legame che è andato al di là della politica, anche quando la politica poteva diventare motivo di scontro, in quanto ero certa, non per sua personale manipolazione, ma di chi aveva il potere delle decisioni e che ignorava il mio disinteressato e costante impegno, politico e sociale. Con lei ho condiviso i viaggi notturni per partecipare alle riunioni a Roma, convocate da Alma Cappiello, per essere presenti la mattina, lei in Regione ed io a scuola. Caterina non aveva solo la stoffa di politica sensibile e preparata, lo dimostrano i diversi incarichi, prima come Consigliere Comunale e poi come Assessore, ricoperti, ma era una persona generosa, la sua casa era sempre aperta a tutti e gli inviti si intensificarono, dopo il suo incontro con Cornelio Bertazzoli, insegnante, pittore ed artista sensibile ed affermato, ma anche eccellente cuoco, da me incrociato in occasione di un Festival dell'Avanti. Dopo quell'incontro non si separarono più e divennero una coppia serena e affiatata. Con Caterina, allora giovanissima, ho condiviso le lotte per l'affermazione della legge 180, sostenuta dal PSI, che sanciva la fine della segregazione dei malati psichici, con lo smantellamento dei manicomi provinciali, partita a Trieste con Basaglia, Rotelli ed altri illuminati psichiatri, e che investì, anche se in tempi meno rapidi tutta la nostra penisola. In tempi meno remoti, sempre con Caterina abbiamo condiviso l'affermazione della legge 194 per il diritto dell'interruzione della gravidanza, nelle strutture ospedaliere, per le donne che non erano in grado di proseguire la gravidanza per ragioni economiche, di salute, affettive, ma anche per non perdere il posto di lavoro che, anche a quel tempo comportava il licenziamento della donna quando era incinta. Altra forte condivisione con Caterina, l'impegno per la legge del divorzio, in quanto a quel tempo, le donne erano costrette a sopportare i soprusi di mariti violenti o infedeli. La fine di un matrimonio diventava uno scandalo e la convivenza di una coppia cattolica divorziata comportava l'esclusione dal sacramento della Comunione, La carriera politica di Caterina, per la sua personalità determinata la portò ad ottenere risultati di genere anche a livello locale, soprattutto quando nelle deleghe del suo assessorato fu inclusa quella delle Pari Opportunità, che le consentì di attuare il mercoledì del cittadino, i tempi di conciliazione. Molte sono le tappe condivise con Caterina, apprezzate dalla lista civica "Cremona Futura" dove eravamo entrambe approdate, dopo il rovinoso epilogo del PSI. Fiera di essere stata sua collega politica in Consiglio Comunale per un quinquennio, dove potei ancor più apprezzare il suo instancabile attivismo. Oggi piango l'amica sfortunata, persa solo per la crudeltà della malattia che l'ha colpita, tanto che negli ultimi tempi, in parte per le mie disavventure di salute, ma soprattutto per la sofferenza che mi attanagliava l'animo nel vedere la sua memoria smarrita, ho smesso di farle visita. Sono certa che la sua morte sarà pianta da molte donne, amiche e cittadini che hanno conosciuto le sue doti di sensibilità, generosità e umane anche al di fuori della politica. Io lo sto già facendo. Riposa in pace cara amica.
Maria Rita Balsamo