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…che neanche la Pravda….

Riceviamo da Alessandro Gaboardi e molto volentieri pubblichiamo

  06/06/2021

Di Redazione

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La notizia del Presidente Regionale Fontana che torna nuovamente a Cremona dopo poche settimane dalla sua ultima visita mi ha commosso. 

A cosa dobbiamo tanta attenzione per un territorio sistematicamente ignorato dalle amministrazioni regionali succedutisi nell'ultimo decennio, valutato come scarto o, peggio, considerato come un “peso”? Una provincia incapace di farsi valere e di governarsi adeguatamente. È forse per questo che hanno accentrato il governo dei servizi sanitari a Mantova e tolto a Crema anche la gestione della Asl? 

La notizia, giornalisticamente parlando, è considerata storica se non addirittura EPOCALE. La venuta del Messia. Appunto, messia, messaggio.

Il messaggio che si farà un nuovo ospedale a Cremona non mi coinvolge più di tanto, anzi. Le valutazioni più ragionate, confrontate alle carenze operative della sanità emerse in questo periodo, farebbero propendere per una diversa e più diffusa presenza sul territorio dei presidi sanitari. Una nuova "cattedrale" renderà inutile la vecchia con il problema di come riutilizzarla. 

Proclamare che si farà un nuovo ospedale assomiglia molto a dichiarare che si farà un nuovo ponte dove non esiste un fiume. 

Elaborare un piano antipandemico e assistenziale sanitario diffuso sul territorio è più difficile e di minor effetto. Però è ciò che servirebbe. 

Crema poi, cosa ne pensa? E il cremasco, vorrebbe esprimersi? 

Vuole il sindaco di Crema dire alla pseudo Provincia che il nuovo liceo si farà solo se lo insedieranno nella ex scuola di CL, altrimenti non si farà perché dove lo vogliono collocare è sbagliato.

Alessandro Gaboardi – Crema

Più che rispondere al nostro affezionato lettore, interloquiamo con le sue osservazioni su queste visite pastorali che con la loro insistita frequenza faranno rodere il fegato al titolare della diocesi (che, in materia di sollecitudine a battere il territorio ci era sembrato uno non esattamente a minimo sindacale). 

Non ce ne voglia il settimanale Mondo Padano, ma l'intensità del focus dell'annuncio della visita e, soprattutto, la certezza (scandita dalla declaratoria in prima pagina) sugli immancabili risultati rinviano al modulo giornalistico in uso presso i contesti in cui il pensiero critico, associato alla minimalista prudenza, non è mai stato di casa. Se è pur vero che L'Eco del Popolo tiene da tempo sotto tiro queste disperate velleità, ci pare che l'evocazione di un rango “storico” per gli sbocchi di un annuncio, nei confronti del quale, è difficile comprendere, considerando i precedenti più o meno consolidati, fattualità e reale intenzionalità. 

Come per i rigori (di cui deve dire arbitro) a maggior ragione per il rating “storico” dovrebbe dire una filiera di elementi (concreti atti deliberativi, timing delle procedure attuative, precisi impegni di spesa). 

Di “storico”, se ci si passa la libera espressione, c''è solo l'impulso cialtrone a perseverare in una sovraesposizione ispirata dai tentativi di distrarre dall'evidente fallimento di un trentennio di governi regionali inclassificabili. 

L'ansia di incontrare la nostra gente dopo i lunghi e dolorosi mesi di lockdown. 

Rilanciare un grande patto per lo sviluppo che veda al nostro fianco e coinvolga in modo propositivo le rappresentanze sia i sindaci che i rappresentanti degli stakeholders.  

Mi aspetto dalla visita a Cremona un'altra occasione di dialogo e confronto costruttivo per ascoltare e per restituire a questo territorio il frutto del lavoro e i risultati degli impegni assunti dalla Regione. La campagna vaccinale sta procedendo in modo spedito ed efficiente. Nonostante la Regione. Stiamo lavorando per riformare la legge 23/2015 nell'ottica del potenziamento del SSN. L'autostrada Cr-Mn rappresenta un intervento prioritario per la Lombardia che raccoglie un'istanza sentita dal territorio. La realizzazione del nuovo ospedale dovrà consentire il contemporaneo mantenimento in esercizio dell'attuale, che successivamente potrebbe essere demolito. Un totale di 530 posti letto più 100 per degenze non ordinarie o per prestazioni cliniche di tipo ambulatoriale.

Al di là della bolsa retorica, che di per sé stessa rivela la considerazione verso i destinatari di preannunci manifestamente ad usum delphini (insita in questa campagna di distrazione di massa, sia sull'oblio dei livelli prestazionali, storici e recentissimi, del governo regionale sia sulla “potabilità” degli “impegni”) non v'è chi non veda la genericità degli obiettivi e, soprattutto, la fievole tenuità del timing e del riscontro degli accounts. 

Parlando dell'indifferibilità delle misure di inversione del disastro del sistema sanitario lombardo, Fontana indica come panacea il “nuovo” ospedale. Come se fosse cosa di dopo domani. Volendo dar credito alle previsioni, la gittata temporale per questa realizzazione, non si parla di un periodo inferiore agli 8-10 anni. Un'enormità per uno scenario disastrato come il nostro. Nelle moderne culture e sistemi liberaldemocratici la credibilità dei progetti viene anche tarata sulla verificabilità del mandato di chi li avanza. E, nel caso di Fontana, a percepire che si tratti di una formaggia e non della luna concorrono due fatti: la sua indisponibilità a un nuovo mandato presidenziale e il residuo di meno di due anni di quello in corso. 

Nel coro dei laudatores a sollevare, pur nell'appartenenza al parterre degli entusiasti, riserve sia sull'esatto profilo del nuovo ospedale e sulla praticabilità della Autostrada Cremona-Mantova, c'è stato solo il deputato Pizzetti. 

Mentre le voci di tutti gli stakeholders, come li chiama la madonna pellegrina, sono tutte e completamente ipnotizzate da questo pilota dell'elycopter money, con cui vorrebbe semplicemente recuperare ed ampliare consensi. 

Lo snodo abilitante per la credibilità di questa relazionalità istituzionale si verificherebbe con una totale inversione del rapporto tra nomenklatura regionale e realtà territoriale. 

In un paese senza memoria storica si fa presto a scambiare causa ed effetto. La causa risiede sia nell'evidente inadeguatezza di questa leva di apparatchik e, soprattutto, in un tornante durato trent'anni nell'involuzione del rapporto tra i poteri centrali e periferici. 

Stranamente, come osserva il sempre acuto opinionista di Corsera Aldo Cazzullo, “mentre sulla spinta leghista dell'autonomia fiscale e dei poteri devoluti alla periferia, lo Stato centrale cedeva poteri alle burocrazie regionali, le medesime diventavano più centraliste delle Stato. Soprattutto, sul terreno di un'equa destinazione alle istituzioni territoriali. Cui restavano, come nel caso della figura dei Sindaci, pochi soldi e molte grane. 

Sono queste le cose che i rappresentanti del territorio e delle categorie sociali dovrebbero dire a Fontana. 

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