Farei di tutto per essere circondata da alberi.
Ho scelto il quartiere dove vivo perché ci sono gli alberi.
Se devo fare una passeggiata vado nelle aree verdi.
Se fa caldo vado in bicicletta scegliendo i viali alberati, perché si percepiscono anche 10 gradi in meno.
Abbattono l'inquinamento e ossigenano l'aria cittadina rendendola più salubre.
Gli alberi cittadini vanno mantenuti sani, con regolari potature e manutenzione. Non si può eliminare viali interi di piante.
Sono state tagliate già alcune piante dal tronco immacolato in via Adda.
A seguire l'amputazione dell'altro giorno, sono andata in perlustrazione. 3 vie zona cimitero... 2 vie zona Po. (Via Fulcheria e Via Serio)
Ecco le piante condannate a morte dal comune sono lungo tutti e due i viali alberati.
Eutanasia o delitto per lucro? Chi ne ha la facoltà indaghi.
Sono piante malate? Ne ho incrociate 2 veramente devastate da bruchi... ma quelle non erano segnate dalle due strisce orizzontali (gialle o bianche a seconda dello spray disponibile a chi le marchia)...
Giudicate voi. So solo che non si può tagliare 200 piante con leggerezza!
Ecco perché ho aderito alla raccolta firme.
Anche mia moglie, come Paola, abbraccia gli alberi. Dice che il gesto è benefico per entrambi. Sul turn over dell'attuale patrimonio cittadino ho poche remore. Generalmente è vecchio, malato, male in arnese, in qualche caso diventato poco compatibile con le preesistenze edilizie e le infrastrutture cittadine.
La premessa, per quanto ispirata come sempre al pensiero critico che è poco indulgente coi radicalismi ed i dogmatismi, mi iscriverà d'ufficio ad una colonna infame dei nemici dell'ambiente.
La circostanza che questa testata ha dato ampio spazio ad una iniziativa contraria ed il prosieguo di questa riflessione, dovrebbero aprire cuori e cervelli.
Il tutto dov'è e com'è appare un dogmatismo privo di ratio e di fiducia nella circolarità del rapporto uomo, vivibilità, valorizzazione della natura vegetale.
Cremona, tranne la piantumazione delle porte avviata due decadi fa, ha fatto poco o ha vissuto sugli allori dei precedenti investimenti.
C'è quasi tutto da reinventare e da programmare, in termini di rotazione e di manutenzione costante ed attiva. Anche se so che verrò frainteso, non mi faccio reclutare nelle fila dei defensores irriducibili. Salvo rigorosa verifica dell'ineludibilità del taglio e dell'assicurazione di una ripiantumazione acconcia. Dico ciò con due consapevolezze derivate, una, dalla memoria fotografica (nella foto sotto e nella gallery - ndr) dei giardinetti di piazza Cavour devastati dalla Giunta Bodini, per realizzare la spianata atta ad ospitare la "pensilina". L'altra dalla vista (dal mio terrazzo) del "parco" del plesso scolastico Bissolati, affidato ad una forestazione spontanea in contrasto con la valorizzazione di una delle apprezzabili tracce di architettura razionalista. Una crescita spontanea di verde, manifestamente incongrua per un serio decoro urbano e lesiva dell'opportunità di percepire l'interessante sky line del centro storico.
Una delle medaglie che si appuntavano sul petto gli amministratori del ciclo (fine anni 50 ed 80 compresi) era quella relativa al report dell'estensione del verde cittadino.
Per essere chiari le amministrazioni che vanno da Lombardi, passando da Feraboli, Vernaschi, Zanoni, per arrivare a Zaffanella.
Assumeva un valore civile la testimonianza di attaccamento al patrimonio arboreo, motivo di impegno civile degli amministratori e di apprezzamento di una cittadinanza, che aveva già il privilegio di vivere in una città aggettante sul maggior fiume e dotata del Parco delle Colonie e di numerose, alberatissime Canottieri.
La Civica Amministrazione fu sempre talmente orientata da un progetto strategico di città verde che si era attrezzata con un invidiabile servizio in house, le Serre Comunali (ormai scelleratamente svuotate e incamminate ad un destino da scongiuri).
In coincidenza con la fine della prima repubblica, tutte (ripetiamo: tutte!) le giunte degli ultimi trent'anni si sono incaricate di asfaltare i precedenti virtuosi. Checché ne dica l'assessore Bona, un eccellente figura di impegno civile, relegata in un ruolo umiliante di “signor Esposito” (lo spiccia faccende di Amici miei 3) si ricava dai cantieri tardivi, approssimativi, incoerenti tutto tranne che l'impressione dell'esistenza di un progetto. Cui, come si evince dall'intervista di oggi, è affidato un programma organico di ottimizzazione del patrimonio in verde, di rotazione dell'esistente in via ordinaria e sopravvenute esigenze di mobilità.
Ci piacerebbe affermare e condividere tale sicumera, che vede il governo cittadino manifestamente sotto schiaffo.
E per fortuna che quasi dieci anni fa questa alleanza di “sinistra” era esordita come paladina e vestale della “rigenerazione urbana”!
Da amici come questi della città verde mi protegga Iddio che dai nemici mi difendo io. (e.v.)