Viene a fagiolo, come si suol dire, l'editoriale mono-tematico del Direttore dell'Avantionline. Ed è talmente puntuale e ben strutturato da esimerci da soverchie chiose. Dice tutto. Noi aggiungiamo solo che ci ritroviamo in pieno e che, in qualche senso, abbiamo, in questi sedici mesi, anticipato e rafforzato una linea, improntata da forte consapevolezza e decisa testimonianza. Dei diritti dei cittadini di essere nelle priorità dell'impegno comunitario in questa drammatica temperie e dei doveri degli stessi di essere coscienti partecipi dello sforzo eccezionale, indispensabile per vincere questa battaglia.
Diciamo subito che questa prova civile non si è sempre snodata linearmente e, come avrebbe dovuto tassativamente, con una partecipazione universale.
La gestione della vicenda pandemica ha quantomeno rivelato la compresenza di luci e di ombre. Caratteristica speculare, d'altronde. Al profilo congenito di questa Italia, che, quando c'è da fornire prove di coesione, non è negli avamposti civili.
Andrebbe, anzi, precisato che la complessivamente apprezzabile conduzione della “macchina” ha incrociato, unitamente a difficoltà terribili ed inusitate per un Paese da decenni disabituato alle grandi prove, una non meno avversità, riscontrabile nell'azione di attrito proveniente da un “contrismo”, per decenni congenito e debordato nelle ultime tre decadi oltre i limiti della razionalità e del tollerabile.
Ci siamo trovati di fronte ad un nemico raddoppiato. Da una parte l'aggregato virale, sconosciuto in questa complessità, e, dall'altra, la sommatoria degli umori, dei rumors, delle resistenze, delle ribellioni contro qualsiasi cosa che richiedesse senso di precauzionalità, di sacrificio, di rinuncia. A cominciare dall'uso dei presidi protettivi (anche rudimentali, come la mascherina), dall'assoggettamento alle più elementari regole di cautela relazionale, da un senso generale di rispetto e di accompagnamento attivo dell'azione istituzionale.
Stupefacente che questo concept anticomunitario si stia accanendo anche contro quella che a pieno titolo più essere definita “l'arma segreta” dell'umanità per vincere la guerra contro la pandemia. Già…il vaccino! Chi l'avrebbe pensato un anno fa, quando non si riusciva neanche ad eseguire il tampone!?
Non é tutto oro ciò che luce. D'altro lato, i maggiori successi dell'azione umana procedono empiricamente. Oggi li scenario è meno drammatico ed è legittimo essere positivi sull'esito finale. Da cosa nasce cosa, come si suol dire. Il risultato della campagna vaccinale fornisce opportunità di rimodulazione del tentativo di ritorno alla normalità. Delle attività economiche e dei rapporti relazionali. Il green pass non è una genialata. Semplicemente è la progressione attiva ed edificante del progresso resiliente. L'elemento disarmante che emerge dalla constatazione delle forze schierate in campo pro e contro l'azione comunitaria denuncia ancora una volta la persistenza di players negativi. Le cui motivazioni, nel più benevolo dei giudizi, risiede nella endemica persistenza in larghi strati sociali e culturali di una avversione di principio a tutto ciò che evoca razionalità e sapere.
La linea editoriale di questa testata è assolutamente di consenso e di appoggio ad una vastissima (se possibile, totalitaria) campagna vaccinale e ad una gestione ferma e responsabile del (come si dice) ritorno alla normalità. Con le buone e, occorrendo, con le cattive! (e.v.)
Il green pass
Mauro Del Bue 21 luglio 2021 L'EDITORIALE
Francamente mi risultano incomprensibili le opposizioni all'uso del green pass nei luoghi pubblici e affollati. I dati forniti ieri dall'Istituto superiore di sanità sugli ultimi trenta giorni di epidemia sono chiarissimi e dimostrano come i vaccinati con le due dosi, che oggi superano la metà degli italiani, sono stati protetti dall'ingresso nelle terapie intensivi nel 97,3% dei casi e dalla morte del 95,7%, ma non tenendo conto di altri morbi concomitanti. Dunque i no vax sono solennemente smentiti. Costoro si dividono in due categorie: quelli che ritengono che i vaccini siano inutili, perché sarebbero solo sieri sperimentali inoculati sulla nostra pelle, e quelli che addirittura sostengono che i vaccini siano la causa di malattie gravissime e addirittura delle stesse varianti con le quali sta combattendo tutta l'umanità. Il valore scientifico di queste credenze é più o meno pari a quello delle streghe che leggono la mano o degli interpreti del volere degli astri o dei vaticini delle sacerdotesse greche. Cioè scientificamente meno di zero. Che poi costoro, che hanno avuto come tutti la possibilità di vaccinarsi e non l'hanno fatto, si mettano a sbraitare in nome della libertà contro il nuovo lasciapassare lascia sbigottiti. In nome di quale libertà parlano? Ha spiegato bene il presidente emerito della Corte costituzionale Giovanni Maria Flick oggi sul Corriere il significato dell'articolo 16 della nostra Costituzione che sostiene la piena libertà di movimento tranne per emergenze sanitarie o relative alla sicurezza. Il che appare anche ai più strenui liberali, come chi scrive, assolutamente scontato. La libertà non può essere quella di infettare il prossimo e chi ha avuto il green pass non può avere gli stessi diritti di movimento di chi ha scelto di non essere vaccinato. Tutto questo mi è chiaro e penso che questo esuli dal numero dei contagi o dal numero dei morti. Mi pare saggio che nel valutare i colori delle varie regioni si tenga presente non più il numero dei contagi che significa poco o niente, ma la percentuale di riempimento degli ospedali e soprattutto delle terapie intensive. Oltre ai no vax si sono presentati ieri per bocca di Salvini i quasi no vax. Il leader della Lega, che non è medico né scienziato, ha stabilito che i vaccini fanno bene agli anziani, così così alle persone di mezza età, mentre giovani e bambini possono farne a meno. In base a quale criterio scientifico non è dato sapere. Pare per ragioni elettorali. Mi viene spontaneo sostenere che un solo morto non vale un successo elettorale. Mi restano però alcuni punti interrogativi. Primo. Se inseriamo il passaporto vaccinale come condizione per salire sugli autobus urbani avremo ovviamente un aumento del trasporto privato. E questo contribuirà a creare più inquinamento e sappiamo che l'inquinamento genera malattie anche mortali. Dunque? Secondo. Coloro che non sono ancora vaccinati non per scelta ma o per età, i bambini, o perché la loro predisposizione non glielo consente, che fine faranno? Non andranno più a scuola o al lavoro se non con mezzi privati? Terzo, i controlli. Lasciamo perdere i treni e gli aerei, ma chi controllerà, se il green pass verrà imposto anche ai ristoranti, che tutti i clienti ne siano forniti. Ci saranno poliziotti che gireranno tra i tavoli mentre la gente sta mangiando un piatto di spaghetti per pretendere un documento? E cosi nei bar? Situazione diversa è quella dei cinema, dei teatri, degli stadi e dei palazzi dello sport. Ma anche qui, che senso ha fissare un limite di riempimento se solo i vaccinati possono essere ammessi? Si pretende il green pass e anche il distanziamento? E allora qual è la differenza tra un vaccinato e un non vaccinato? La Gran Bretagna ha deciso di infischiarsene del Covid e delle sue varianti e da lunedì è tornata alla piena normalità, accentuando il numero delle vaccinazioni. Johnson ha preso atto che il rapporto tra contagi e morti é diventato ormai simile a quello dell'influenza. Anche in Italia, che conta, per adesso, molti meno contagi, il numero di morti è simile ormai a quello di un'epidemia influenzale. Tutto questo però grazie ai vaccini. Vedremo chi avrà avuto ragione. Certo vorrei vedere la faccia dei no vax quando tutto sarà rientrato nella normalità. Vuoi vedere che si appelleranno al volere del fato?