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Sul medico presunto no vax

Due pesi e due misure

  28/04/2021

Di Redazione

Sul+medico+presunto+no+vax

Abbiamo ricevuto da un (presumiamo) affezionato lettore la lettere che riportiamo. In omaggio alle nostre ben radicate linee guida ispirate al pluralismo e al pensiero critico. Ma, in un momento in cui la gran parte dell'informazione sembra praticare il pensiero unico e, sull'argomento, l'impulso del dagli all'untore, abbiamo il dovere di ribadire il nostro assoluto convincimento dell'utilità e del dovere etico-morale dell'adesione alla pratica vaccinale di massa e se possibile pressoché totalitaria. D'altro lato, parafrasando l'aforisma di Churchill, il contrasto vaccinale all'epidemia sarà una risposta relativa, ma, allo stato, non c'è n'è una migliore. Il futuro, anche grazie al progresso scientifico e all'applicazione sistematica, fornirà elementi maggiormente probanti. Allo stato, è assolutamente fuori discussione l'ancoraggio, che non ammette sconti neanche sul piano astrattamente dialettico, all'ineludibilità di questo primo strumento. Cui, a sommesso parere di chi scrive, dovrà accompagnarsi il convincimento del servizio della ricerca scientifica e della produzione farmaceutica al bene assoluto della tutela della salute. E, se è consentito, di una profonda revisione dei criteri che fanno guidato e sostenuto l'involuzione in senso assistenzialistico e capitalistico della riforma sanitaria. Anche in temperie drammatiche come l'attuale la piena libertà di pensiero e di espressione devono essere tratto costante delle prerogative civili. Con il debito correttivo dell'esistenza delle condizioni di garanzia di un'esternazione di basi verificabili e avulse da un perniciosi ed autolesionistici ribellismi. Assolutamente non consentiti a chi pratica ruoli di rilevanza comunitaria. In tal senso sarebbe auspicabile che il Legislatore definisse regolamentazioni dettagliate e restrittive  in materia di compatibilità fra libertà di espressione ed obblighi connessi ai doveri etici e deontologici in capo a ruoli nella filiera sanitaria. Ma qui è anche il caso di ribadire il rifiuto della pratica di un giustizialismo, che nessun contesto emergenziale può giustificare. Nella fattispecie, l'accertamento della dinamica delle eventuali violazioni è avviato, nella piena tutela dei titolari dei diritti ed interessi eventualmente lesi. E, come dovrebbe essere in un sistema di garanzie civili, anche per la parte imputabile. Per la quale deve essere assicurato in qualsiasi momento il diritto di difendersi. In un contesto in cui non abbiano conseguenza la pressione mediatica e la sorte predestinata dell'irregolare.

Caro Direttore,

lascia un po' perplessi la notizia, soprattutto per come è stata data da La Provincia, sul "medico presunto no vax" (come citato nell'articolo di oggi). Notizia messa in rilievo, da "mostro" sbattuto in prima pagina, si direbbe da "clickbait" (acchiappaclick) se fosse stato pubblicato online!

Da garantista quale sono, mi pare che quel "presunto" debba contare pur qualcosa, almeno fino alla  metà di maggio, periodo nel quale l'Ordine convocherà in audizione il dott. Berti per chiarire la sua posizione in merito alle accuse a suo carico. Al momento egli si giustifica sostenendo di essere stato fraintenso.

Aggiungo che se un cittadino si presenta all'hub vaccinale terrorizzato dal vaccino quasi quanto dal virus, o non ha ricevuto adeguata informativa sui rischi ed i benefici, oppure non ha trovato il conforto sperato dai medici da lui consultati. In questo caso vaccinarsi, per alcuni, sembra più un atto di fede che una vera e propria presa di coscienza razionale su cosa sia giusto fare.

Comunque andrà, il pubblico ludibrio ha già emesso la sua sentenza. Magari verrà accertata un'infrazione alla deontologia, ma in caso contrario, per come è stato presentato il caso, difficilmente ci sarà una riabilitazione agli occhi della collettività del medico in questione.

Dare una notizia si può, anzi, si deve, ma tempi e modi dovrebbero suggerire qualche scrupolo in chi la scrive e la pubblica.

Due pesi e due misure, si perché, lo stesso trattamento non l'ho visto riservato per fatti ben più gravi, ad esempio, al responsabile delle ruberie a danno dell'associazione #unitiperlaprovinciadicremona. A proposito, non se ne sa più nulla. Tutto risolto a tarallucci e vino? Mah...

Paolo Orlandelli

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