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Nasce un forte movimento contro il “pacco” /3

FERMARE la costruzione del nuovo Ospedale nella città di Cremona

  19/08/2023

Di Redazione

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Movimento per la riqualificazione dell'Ospedale pubblico di Cremona: movimentoper.riqualificahdicr@gmail.com.

L'appello

Un gruppo di donne e uomini della provincia di Cremona con ruoli idee e funzioni diverse, preoccupati per la decisione di demolire l'Ospedale Maggiore della loro città capoluogo, riferimento sanitario per tutta la provincia, non ritenendo indispensabile la costruzione di un nuovo ospedale in quanto non determinante per il miglioramento della sanità pubblica del territorio, hanno deciso di fare qualcosa.

FERMARE la costruzione del nuovo Ospedale nella città di Cremona

La ragione di questo appello, è dare vita ad una vasta mobilitazione in difesa dell'Ospedale ritenuto "vecchio" dopo solo 52 anni dalla sua inaugurazione, nonostante sul territorio lombardo siano attivi, e ritenuti punti di riferimento, Ospedali ben più antichi e vetusti, come ad esempio il Niguarda, il più grande ospedale d'Italia, costruito nel 1939, il San Raffaele di Milano nel 1950 e il vicino ospedale Poma di Mantova del 1928

Vi chiediamo di firmare, diffondere e condividere su Facebook, e-mail, WhatsApp ecc. questa petizione in quanto riteniamo che ci siano alternative molto più efficaci e meno costose per migliorare la sanità pubblica nel nostro territorio.

Appello....

L'Ospedale di Cremona è stato inaugurato nel 1971 ed è stato costruito grazie al patrimonio di fondi agrari, cascine, case e lasciti in denaro che si sono accumulati nei secoli e frutto della generosità trasversale di ogni ceto sociale dei cremonesi. Tutto questo viene dissolto con il crollo fisico di un edificio, con la demolizione di una struttura che sicuramente non è stata pensata dai progettisti per durare solo 50 anni e di cui si dovrebbe considerare assieme al lascito morale anche il valore economico che non è certamente zero 

I motivi per i quali chiediamo di FERMARE la costruzione del nuovo Ospedale, sono dovuti ad una opportunità di modificare una politica sanitaria fondata sulla sola aspettativa di un ospedale ad elevato livello di specializzazione, che assorbe enormi fondi economici, trascurando il fondamentale aspetto di prevenzione e cura di situazioni mediche curabili in stato precoce che possa evitare l'acutizzarsi o il cronicizzarsi della patologia e la necessità di interventi a posteriori molto complessi e costosi.

Proponiamo

Anziché un nuovo ospedale, che garantisce per ora sulla carta solo la possibità di degenza in camere singole, e una "modularità" di cui non ci è stato spiegato e provato un vantaggio sufficientemente convincente per eliminare l'opzione della riqualificazione dell'ospedale esistente,

Chiediamo che il denaro risparmiato venga usato per la costruzione di centri sanitari chiamati "casa per la salute", come concordato nel "protocollo d'intesa" tra Regione Lombardia, Provincia di Cremona, comune di Cremona, Asst e Ats il 28 luglio 2021 

La funzione delle "case della salute o case della comunità" hanno nel loro principale obiettivo la funzione di "medicina di prossimità", di pronto intervento per patologie non gravi, per attuare consulenze sanitarie e di igiene alimentare, al fine di limitare gli accessi al pronto soccorso ospedaliero solo a gravi urgenze, e anche una finalità di prevenzione e di educazione alla salute fisica e mentale.

L'obiettivo dichiarato da Dr Giuseppe Rossi e dal sindaco Galimberti nel "protocollo d'intesa" era di favorire una maggiore integrazione fra le cure sanitarie e socio sanitarie, fra l'assistenza ospedaliera e quella territoriale. Con la costruzione di un nuovo ospedale si stanno sprecando soldi ingigantendo la funzione ospedalocentrica, lasciando le briciole dei finanziamenti del Pnnr per le "case della salute". Questi centri per la salute dovranno essere adeguatamente attrezzati e dotati di personale medico e infermieristico. Le poche inaugurazioni in questi ultimi mesi in Lombardia di questi centri di medicina sul territorio non hanno avuto un seguito operativo importante in quanto non si è assunto del personale sanitario in misura adeguata. 

Per mancanza di fondi economici?

La differenza di denaro risparmiato tra la costruzione del nuovo ospedale e la riqualificazione dell'attuale ospedale non è irrilevante: 85,7 milioni.

La regione Lombardia ha deliberato fondi per la costruzione del nuovo ospedale: 250,7 milioni di cui 238 milioni dallo Stato e 12,5 milioni dalla regione Lombardia per la demolizione dell'ospedale esistente: 30 milioni                              per un totale di 280,7 milioni.

Per la riqualificazione del monoblocco dell'attuale ospedale di Cremona sono necessari 195 milioni.

Per quanto ci è dato di sapere non ci sono differenze significative tra la superficie del monoblocco ospedaliero e il nuovo monoblocco da costruire a poche decine di metri accanto all'attuale:

il "vecchio" ospedale ad ora ha una superficie di circa 100.000 mq

quando fu inaugurato nel 1971 i posti letto erano circa 1300, era un'altra medicina rispetto all'attuale, e il servizio alla persona era forse alla pari della vita abituale per la maggior parte di cittadini nelle proprie abitazioni.

nel 2010 i posti letto vengono ridotti a 792 con camere a 2 e 4 letti con bagno 

nel 2021 i posti letto dichiarati dalla regione Lombardia sono 589 

Non è impossibile pensare, visto che la superficie negli anni è stata incrementata con ristrutturazioni importanti e costose, che si possano riqualificare tutte le camere di degenza con 1 o 2 posti letto. 

il "nuovo" ospedale ha anch'esso una superficie di circa 100.000 mq e sono previsti

un numero di posti letto di 554, tutti in camera singola.

la presentazione più che entusiasmante del progetto come un "avveniristico ospedale, proiettato nel futuro" con concezioni costruttive "modulari" che lo faranno diventare un "ospedale modello per il mondo intero" e altre più che ottimistiche aspirazioni, si fondano, per chi ha pensato ad un nuovo ospedale, sul fatto che ci sia una "modularità" nella sua costruzione e nelle sue funzioni.

Molti di coloro che hanno letto questi "lanci pubblicitari" hanno pensato ad un edificio TRANSFORMER che possa in pochi e veloci passaggi modificarsi e rendere tutto l'edificio più efficiente rispetto al precedente momento dove assumeva altre funzioni per altre necessità.

Un organismo "vivo" che muterà nel tempo e si adatterà alle evoluzioni più imprevedibili della medicina.

Ma la fantascienza scientifica, anche in ambito medico, non passa per modifiche del suo esoscheletro della struttura muraria, costruita e subito demolita dopo pochi anni e ricostruita con nuove architetture, ma si concretizza, e porta sempre più a migliori risultati medici, con il contributo delle più avanzate apparecchiature tecnologiche, che oggi si sono concretizzate e ancor più si evolveranno nel futuro, quasi in modo completamente indipendente dall'edificio nel quale saranno collocate. Il fattore umano, la competenza e la dedizione del personale che lavora è fondamentale per collocare un ospedale e un servizio sanitario ai più elevati livelli nazionali e mondiali, e nel progetto del nuovo ospedale nulla c'è al riguardo, ma si ha la sensazione di un forte ridimensionamento a tutti i livelli. Non capire questo ci porterà a dilapidare importanti risorse economiche per inseguire la "comodità" del paziente alloggiato in un monolocale alberghiero a cui non necessariamente seguirà una performance di interventi medici di eccellenza. Un obiettivo da tempo perseguito nella cura del paziente in ospedale è quello di una permanenza sempre più breve, pensando al suo rapido recupero, al suo reinserimento in ambito famigliare e al suo costante controllo e supporto domiciliare attraverso sistemi telematici di cui la medicina moderna fa ampio uso. Pensare ad attrezzare con questi sistemi informatici l'attuale ospedale è pienamente possibile anche per un edificio che non ha le caratteristiche di una "stazione spaziale". 

Sono 24 i primi sostenitori e firmatari dell'appello, pubblicato il 28 luglio 2023 (in ordine alfabetico)

chiediamo od ognuno di voi, che leggete la petizione e la condividerete ad altre persone per mezzo della piattaforma change.org, di inviarci (all'indirizzo e-mail  movimentoper.riqualificahdicr@gmail.com)                  un consenso ad inserire il vostro nome e la vostra professione nell'elenco dei SOSTENITORI, come gesto concreto di solidarietà e partecipazione. Aldovini Daniela insegnante, Barbisotti Giovanna insegnante, Bodini Umberto medico, Carniti Tiziano insegnante, Choi Ok Me interprete, Cirillo Fernando  medico, Corradi Ezio ferroviere, Davoli Camillo medico, Deantoni PierLuigi tecnico Telecom, De Crecchio Michele architetto, Ferrari Dante ferroviere, Gerevini Renzo pensionato, Gnocchi Enrico biologo, Gnocchi Vutha studente, Luccarini Paola insegnante, Maestri Eugenio ferroviere, Manese Annachiara linguista, Manese Eletta insegnante, Mantovani Giorgio geometra, Rangognini Enzo ex bibliotecario della Statale di Cremona, Rossi Laura imprenditrice, Serventi Ennio operaio-pensionato, Vaudetto Guido naturopata, Villa Celestina ex funzionario Archivio di Stato, Ziglioli Giancarlo ambientalista.

Aggiornamento

Il "movimento per la riqualificazione dell'ospedale di Cremona” ha deciso di aprire un altro fronte: raccogliere le firme su moduli cartacei e andare tra la gente per far conoscere la petizione pubblicata il 28 luglio ove viene chiesto al Direttore Generale Dr Giuseppe Rossi dell'Asst di Cremona di NON costruire il nuovo ospedale accanto all'ospedale attuale destinato a diventare un mucchio di macerie, in quanto verrà demolito.

Nei prossimi fine settimana apriremo dei banchetti di raccolta firme al mercato di Cremona e sostenitori del movimento saranno presenti con le stesse finalità anche a Crema e Casalmaggiore.

Nel frattempo invitiamo tutti i cittadini della provincia di Cremona a entrare nel sito di Change.org con il link https://chng.it/Y7VPZMBF, firmare la petizione e a condividere il link con altri conoscenti per diffondere la petizione ed aumentare i consensi.

Movimento per la riqualificazione dell'ospedale di Cremona

Cremona, 16 agosto 2023.

La parola ai lettori e ai rappresentanti istituzionali

Egregio direttore, vedo che "La Provincia" sta dedicando articoli e pubblicando lettere su un Interrogativo di grande rilievo per Cremona: costruire un nuovo Ospedale Generale è una ipotesi necessaria e plausibile? Senza essere un esperto della materia dico la mia sia come anziano cittadino, che ha personalmente sperimentato in qualche occasione l'operatività dell'ospedale che abbiamo, sia per vecchie esperienze politiche ed amministrative. Ritengo l'ipotesi di un nuovo ospedale un diversivo illusorio rispetto ad azioni efficaci, necessarie, attuali e concrete, per investimenti ed altro, volte ad aggiornare, adeguare, migliorare la struttura e le funzioni dell'ospedale che abbiamo. D'altra parte non mi pare siano emerse risposte a domande di semplice buon senso come le seguenti. Cosa si prospetta per gli attuali edifici se venissero dismessi? Rimarrebbero poi fuori delle attività rispetto a quelle attuali dell'ospedale esistente, dato che nella proposta sinora divulgata il  nuovo edificio sembra assai più piccolo? Sono domande banali ma essenziali, se ci sono risposte ipotizzate sarebbe bene venissero rese note

Giuseppe Azzoni, 14 agosto 2023, Cremona.
Giuseppe Azzoni, 14 agosto 2023, Cremona.

Da molto tempo sono sempre presente con alcuni cittadini che a Cremona stanno lottando per il nostro ospedale cittadino. 

Ricordo il gruppo di mamme dal fiocco giallo che nel 2019 hanno provato ad opporsi alla chiusura dell'UTIN (Unità Terapia Intensiva Neonatale) e subito ho aderito.

Ero fra i quattro attivisti mobilitati per protestare e fischiare al presidente di Regione Lombardia che nel 2020 venne ad elogiare la Hab Covid Vaccinale in fiera, dopo aver trasformato il nostro ospedale in un lazzareto x malati di Covid gravi.

Ancora l'anno scorso con altre pazienti abbiamo creato il comitato Spontaneo Rivogliamo Area Donna appena abbiamo capito che volevano smantellare la nostra Breast Unit e unirla in un meno appetibile e generico Cancer Center. In oltre 200 eravamo davanti all'ospedale il giorno della festa della donna, l'8 marzo, abbiamo coinvolto (bontà sua) il sindaco e la giunta comunale, abbiamo smosso il ministero della salute, tutti i sindacati, e bombardato di mail l'assessore regionale.

Quindi come cittadina cremonese, paziente senologica dell'ospedale di Cremona, reputo che il nostro nosocomio debba essere ristrutturato, arricchito di potenzialità con nuove assunzioni del personale medico, infermieristico e sanitario, rinnovati i macchinari e messo a norma, non demolito per un progetto minore e lontano nel tempo.

Ecco perché aderisco al comitato No al nuovo ospedale così come ho aderito al comitato BiometaNo perché sono contraria a nuovi impianti in una città che ha fra le aree più inquinate d'Europa.

Paola Tacchini, 16 agosto 2023, Cremona
Paola Tacchini, 16 agosto 2023, Cremona

Quando ero insegnante elementare mi meravigliavo che la scelta del ministro dell'Istruzione ricadesse su un personaggio che non aveva alcuna esperienza di scuola, didattica, psicologia rivolta ai ragazzi, programmi, collaborazione coi genitori e comunque mai calarsi dall'alto per avvicinarsi a chi svolge con passione e tanta esperienza questa missione. Si, paragono il lavoro dell'insegnante a quello dei medici sempre in prima linea per il benessere altrui.  Quando è piombata sulle spalle del personale sanitario la chiusura del luogo in cui hanno tutto profuso, sono stati interpellati? Per esperienza ahimè di frequentazione per assistenza ai miei fratelli ho constatato come bravissimi medici ad alcune nostre proteste si dolevano di non essere ascoltati nella sede preposta e speravano che a noi parenti fosse concesso più audience!!!! 

Sono state interpellate queste brave coscienziose esperte persone prima di giungere alla decisione di abbattere il loro luogo di lavoro? Oltretutto in gran parte i futuri ricoveri non troveranno posto nella chicchissima nuova struttura e daranno ossigeno “dorato” alle case di cura private. 

Triste! Ma poi

la luce: ecco sul giornale la comunicazione che finalmente alcuni validi personaggi si sono accordati per offrire ai cremonesi la partecipazione al Comitato per il NO. Mi sono pizzicata, poi mi sono immediatamente iscritta e ho iniziato a propagare la grande notizia!! 

Riusciranno i nostri eroi a fermare ciò che sembra già stabilito e ad ottenere di far luce sulle conseguenze di piazza pulita su un'area decisamente impegnativa?? Davvero così inutile …quando potrebbe ospitare tanti anziani bisognosi e studenti universitari iscritti a medicina, convinti magari che la nuova struttura li proietti in futuristiche sperimentazioni …

Gentile direttore purtroppo in un clima politico assurdo il FAI DA TE non esiste. FANNO LORO e “chissà se va se va. Se l'unione fa la forza, UNIAMOCI!! Per il rispetto delle nostre convinzioni, per non deturpare un'area importante, per salvare i nostri diritti di non sudditanza. Grazie per l'ospitalità.

Clara Rossini, Comunità Socialista, Cremona
Clara Rossini, Comunità Socialista, Cremona

È chiaro che il centro-sinistra cremonese sta attraversando un percorso complicato spesso ancora in mano ai soliti noti. Su tutto il fronte delle questioni aperte.

Questione ospedale: in linea di principio non si può essere contrari anche se è frutto di un accordo Fontana-Pizzetti-Superti. Il tema sta nel richiedere cosa ne sarà dal punto di vista dei contenuti. Quale personale, reparti ecc. Questa è la vera battaglia che occorre fare in autunno.

(whattsap firmato) – Cremona 14 agosto 2023

First, percepire e contrastare l'“inciucio” Kabinett

Già, proprio adesso che il neologismo, inventato se non ricordiamo male un quarto di secolo fa da un'assistente dell'allora Presidente D'Alema e lestamente incorporato da tutti i successivi influencer di impronta populista, è stato dismesso dalla sua maggiore vestale in omaggio al nuovo ruolo (che pretende, of course, consapevolezza nell'eloquio), lo adottiamo noi. Per causa di forza maggiore.  Per farci capire, per il tentativo, disperato, di far percepire il concept introduttivo, che sta alla base dell'apparente irragionevolezza per cui tutto il vertice e tutto il parterre che presiede alle scelte strategiche, trasversalmente e caparbiamente, non toglie, nonostante le evidenze dell'avviso contrario e la testimonianza di diffusi settori dell'opinione pubblica, degli operatori sanitari, di liberi cittadini, il piede dall'acceleratore.

Noi siamo a posto con la nostra coscienza civile. Perché da anni non abbiamo mai fatto mancare nulla, in termini di chiarezza e di determinazione, alla denuncia del disfacimento generale della sanità pubblica e della poco onorevole narrazione dei “poteri” che, specie durante e dopo, il castigo biblico della Pandemia, ha opposto, anziché un'onesta autocritica, il riavvolgimento della pellicola della controriforma in chiave capitalistica, il rilancio del diritto alla salute e dei servizi ad esso correlati, una tattica di traccheggio, di sviamento, di insistenza su una strategia menzognera.  Che ha come perno, appunto, il miracolistico “nuovo ospedale”. Sull'altare del quale il territorio dovrebbe credere, obbedire combattere, dando credito al “pacco” del “nuovo”, rinunciando all'attivazione delle contromisure di profonda revisione di un asset organizzativo manifestamente asfaltato dall'”aziendalizzazione”.

Sul che abbiamo, ad nauseam, esternato in questi anni e su cui continueremo la nostra denuncia. Anche nella consapevolezza di essere stati a lungo una vox clamantis in deserto. Il rapporto di forza da i “poteri”, attestati sulla grande bugia, e la cittadinanza attiva che l'ha contrastata è manifestamente impari. Ma l'avvento del Comitato comincia a diventare il sassolino nell'ingranaggio di una sala regia, apparentemente assortita come riferimenti teorici e bacini di rappresentanza, che imperturbabilmente, a prescindere e a dispetto delle collocazioni politico istituzionali, marcia verso il regalone di Fontana, Moratti e Bertolaso, nuda alla meta.

Come è noto, uno dei perni della nostra testimonianza editoriale è rappresentato dalla volontà di dare spazio ed evidenza al nostro retroterra di lettori ed interlocutori. Che per la stragrande maggioranza hanno condiviso la nostra battaglia contro lo smantellamento della sanità pubblica e, nella fattispecie, l'imbroglio del cadeau nuovo ospedale.

Sia pure non espressamente firmato, pubblichiamo uno stralcio significativo di un whatsapp derivante da una consuetudine “dialettica” che intratteniamo con un dirigente politico del PD.

Stralcio da cui non è difficile percepire l'underground del percorso attraverso cui si è andato delineando e consolidando l'”inciucio” nuovo ospedale.

Che sia saltata l'architettura politico-istituzionale (e con essa la decenza) è cosa manifesta.

Ma ad inizio anno abbiamo votato in contesti di irriducibile contrapposizione per la Regione e tra meno di un anno voteremo per il rinnovo della consiliatura nel Comune di Cremona.

Estrapolare dal cahier dei programmi e dei posizionamenti politici questioni come la sanità, il biometano e la politica urbanistica palazzinara non è un gesto trasparente.

Anche se le conseguenze di questo incipit non appartengono, specie ora, alle nostre prerogative. Quel che possiamo dire è che sarà difficile imporre all'elettorato una sterilizzazione delle questioni “inciuciate” dal campo su cui si eserciteranno le opzioni di schieramento.

Come abbiamo fatto un mese fa sulla campagna di avversione al Biometano, rendiamo pubblica la nostra adesione al Movimento per la riqualificazione dell'ospedale di Cremona.

Come gesto idealistico, che appartiene al nostro retroterra storico e come incomprimibile pulsione ad attualizzarlo nei contesti correnti.

La nostra parte sarà dare notizie. E, se consentito, fornire qualche dritta.

Anticipiamo una riflessione sugli indirizzi del Comitato No nuovo H. Per quanto non richiesto, caldeggiamo un'intensificazione della campagna di denuncia e di mobilitazione. Apertis verbis, ci dichiariamo contrario all'idea pervenuta di attivare la testimonianza presso gli interlocutori istituzionali a partire dalla direzione Asst. Sarebbe, per i tacchini alla vigilia del thanksgiving, aprire un'interlocuzione con la cuoca. Per di più questa figura di potere monocratico è priva di ruolo istituzionale e si è rivelata inattendibile dal punto di vista del rapporto di trasparenza e rispetto con l'opinione pubblica. Sarebbe un suo riaccreditamento, come interlocutore affidabile. È in scadenza e punta ad una riconferma, a dispetto dei disastri ed al venir meno del suo mentore e capo band, sul presupposto che "deve completare l'opera". Gli interlocutori, in ordine di priorità, sono il vertice della governance regionale (troppe volte approdato qui a veicolare uno speech spudoratamente ingannevole) e la rete istituzionale territoriale (Provincia, il Comune di Cremona, Crema e Casalmaggiore, i Consiglieri Regionali), nonché i corpi intermedi sociali e l'associazionismo medico e paramedico. (e.v.)

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