in partecipazione con
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Associazione Zanoni – Società Filodrammatica Cremonese
rassegna Filo-libri
L'Eco del Popolo - A.N.P.I – A.N.P.C.
col patrocinio del Comune di Cremona
Venerdì 3 aprile 2020 ORE 17,30
Sala Convegni Circolo Filo – piazza Filodrammatici, 2
Cremona
GLI AUTORI
MIMMO FRANZINELLI- Marcello FLORES
presentano ai lettori cremonesi
STORIA DELLA RESISTENZA”“
Editori Laterza
Intervento di saluto di
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Giorgio Mantovani, presidente della Società Filodrammatica Cremonese
-
Rodolfo Bona, Assessore del Comune di Cremona
Introduzione di Giancarlo Corada
Nel corso della conferenza opererà, in collaborazione con la Libreria del Convegno, un book-corner per la distribuzione del libro, a richiesta autografato dagli autori.
Tale sarebbe stato il pannel di un evento culturale molto atteso dalla folta platea cremonese degli appassionati di storia e di estimatori dei due storici, se…
E qui il prosieguo ci si strozza in gola. Per il disappunto di un'occasione mancata e, soprattutto, per la tragedia che ancora incombe.
Nelle more dell'incertezza, si era pensato ad una subordinata sulla quale si erano interpellati gli scrittori e la partnership organizzativa. Tale è la missiva a loro indirizzata:
Caro Professore e cari partners, ritengo doveroso ed utile aggiornarvi dello stato della conferenza prevista per 3 aprile p.v.“
E' implicito, se non altro perché per quella data saremo ancora sotto embargo, che la conferenza non si potrà tenere. Sicuramente, non nella modalità conviviale.
Nei giorni scorsi avevo ottenuto da Mario Silla la disponibilità a svolgere la conferenza in diretta Cremona1 o in differita. Ciò avrebbe comportato, quanto meno, il trasferimento a Cremona del prof. Franzinelli. Stabilito che é sempre un onore e un piacere averlo a Cremona, abbiamo stabilito con Giuseppe Azzoni che non é neanche il caso di un interpello di maniera. L'evento é scritto nella lavagna dei memo. Appena si presenteranno le condizioni di riprogrammare la conferenza (fisica o televisiva) ci rifaremo vivi con gli autori. Confidando nella loro benevolenza.
”.Ringrazio tutti e a tutti auguro di uscire indenni dal flagello. Con cordialità Enrico Vidali
Di fronte all'incombenza, inaggirabile, ce ne facciamo una ragione dell'impraticabilità. Come direbbe il compagno Sindaco Peppone, non moriamo neanche se ci uccidono. Per tigna e per non vogliamo che la nostra testimonianza soccomba di fronte ad eventi difficili.
L'evento é scritto nella lavagna dei memo”.Come abbiamo scritto al professor Franzinelli, “
Intanto, senza invadere la sfera della riservatezza, ci permettiamo consigliare ai nostri lettori l'acquisto e la lettura di un saggio storico di notevole spessore.
Facciamo tale gesto promozionale nell'intento di accumulare legna e non spezzare il filo della tensione necessaria per una degna celebrazione del 75° anniversario della Liberazione.
Insomma, riteniamo di tenerla viva, la questione.
In tal senso ci sostiene l'apporto, costante e sempre apprezzato, di Giuseppe Azzoni che ci ha inviato un importante contributo di approfondimento del lavoro di Flores/Franzinelli.
In questa nuova “Storia della Resistenza” non si dà niente per scontato e risaputo
Era tutto predisposto per la presentazione a Cremona di un importante libro uscito di recente: la “Storia della Resistenza” di Marcello Flores e Mimmo Franzinelli, editore Laterza. La data prevista era il 3 di aprile e il luogo (generosamente offerto come in altre consimili occasioni) la sala del “Filo”.
Vi avremmo incontrato gli autori con un evento che poteva aprire in modo degno celebrazioni, memoria, confronti e riflessioni nel 75° anniversario dell'aprile della Liberazione.
L'angosciante emergenza sanitaria che stiamo attraversando ha impedito anche questo così rilevante evento culturale. Con la volontà e la speranza di poterlo realizzare più avanti è giusto però che la cosa venga mantenuta viva anche solo scrivendone. L'Eco, che pure già se n'è occupato, mi ha invitato a farlo ed io, avendo letto il libro, ne scrivo volentieri. I maggiori quotidiani nazionali hanno già pubblicato ampie recensioni, io mi limito ad alcuni spunti su aspetti del libro che mi hanno colpito, detto cose che non sapevo ed anche convinto.
Cominciando con una osservazione che potrebbe apparire banale ma che proprio non lo è: il volume appare già dal titolo e dalla dimensione piuttosto impegnativo ma quando cominci a leggerlo... non smetteresti mai... stile e linguaggio, vicende e persone, argomenti oggetto di appassionate controversie, ti prendono ed avvincono. Molto spazio viene dato al vero e proprio racconto di momenti vissuti, di vicende forti, di situazioni e donne e uomini veri. E sono loro che innervano la storia, gli approfondimenti, i giudizi, le valutazioni.
Sulla Resistenza non poco è stato scritto. In questa nuova “Storia della Resistenza” però non si dà niente per scontato e risaputo e si ripercorre con grande freschezza la nostra storia di quegli anni: vien da dire che ne scorriamo certe pagine come se ne leggessimo per la prima volta.
Naturalmente gli autori tengono conto, confrontano, citano saggi, ricerche, testimonianze, memorialistica esistenti, ma lo fanno dipanando il filo di nuovo, specie dove il gomitolo è ancora aggrovigliato e ci sono nodi tuttora da dipanare e sciogliere. Nodi su cui magari spesso si è sorvolato perchè imbarazzavano, o si è cercato di tagliarli senza riuscirci dandone spiegazioni unilaterali e controverse.
Nelle prime righe della introduzione si dice chiaramente che “la Resistenza ancora oggi rappresenta in Italia un fattore di divisione...”: i punti che connotano le diverse visioni vengono affrontati, specie quelli che ancora scottano, senza dare nulla per scontato sui torti e le ragioni pur partendo da una chiarissima considerazione “dalla parte” della Resistenza come passo avanti innegabile nella storia d'Italia e d'Europa.
I “nodi” di cui sopra sono molti, mi limito a citarne alcuni tra quelli che mi hanno particolarmente colpito per la franchezza, l'equilibrio, le informazioni chiarificatrici con cui vengono affrontati.
Nelle prime pagine del libro ci si imbatte nella evocazione del caso della patriota Clara Marchetto che i repubblichini avevano condannato per spionaggio, liberata dagli Alleati, ricondannata da un tribunale italiano nel '49 per quegli stessi fatti. Caso esemplare per evidenziare come, nel dopoguerra, la vischiosa continuità di certi poteri e le logiche della guerra fredda abbiano mortificato e duramente penalizzato persone e valori della Resistenza.
Un altro tema presente da subito, anche se trattato nel merito nella parte conclusiva del libro, è quello durissimo delle foibe e dei confini orientali. Le origini dell'odio e dei crimini, l'intreccio e lo scontro tra nazionalismi perdenti e vincenti, le lacerazioni e le contraddizioni tra Stati che hanno battuto il nazifascismo, nel campo politico ed ideale dell'antifascismo e poi nel cuore stesso delle forze comuniste...
Molto viva, con racconti spesso di grande fascino, la narrazione da cui risaltano valore e ruolo delle donne partigiane, quindi la riflessione critica sul duraturo prevalere nel campo democratico di una considerazione del tutto inadeguata in merito.
Argomenti e dati assai convincenti vengono portati su un altro punto a lungo controverso: la valenza della Resistenza italiana in armi sul piano dello scontro e della vittoria militare contro le forze della Germania occupante. Si documenta, senza nulla togliere naturalmente al ruolo determinante dei grandi eserciti alleati, come sia stato prezioso e rilevante il contributo anche sul piano militare delle forze del CVL.
Con ciò viene anche ripresa l'importanza degli orientamenti, dei comportamenti, del sacrificio consapevole della grande maggioranza dei soldati italiani dopo l'otto settembre del '43, a partire dagli internati militari italiani nei campi di concentramento.
Alla questione della lotta di Liberazione come “guerra civile”, scontro tra italiani, ed alle sue caratteristiche, quindi alle verità ed alle strumentali distorsioni tuttora sul tappeto in merito, sono dedicate pagine di notevole interesse.
Cito ancora, tra i capitoli che colpiscono sia per la chiarezza senza reticenze sia per l'obiettività e l'equilibrio, quelli relativi alle posizioni del Vaticano e del clero e quelli che affrontano aspetti assai critici e contraddizioni nello schieramento partigiano. L'unità che si raggiunse e si mantenne nelle e tra le formazioni partigiane fu il frutto di sforzi non scontati. Tanto più se ne apprezzano le volontà e l'intelligenza quanto più si riconoscono anche le difficoltà e certe vicende, rare ma terribili, che si crearono e si superarono. Anche qui si entra nel merito di persone e fatti che tra i garibaldini in Emilia o nelle formazioni in Friuli o nelle valli bresciane provocarono lacerazioni ed aspri conflitti.
Ed infine ben documentate sono certe vicende su accadimenti dell'immediato dopoguerra e sui loro “perchè”...
Varrà dunque la pena, passato si spera il più presto possibile questo bruttissimo periodo, riuscire a riprendere il filo del discorso sul prezioso lavoro di Mimmo Franzinelli e Marcello Flores.
Giuseppe Azzoni