Beh, stavolta sulla formula stereotipata della rubrica di presentazione e di recensione delle new entrys editoriali ha sicuramente avuto il sopravvento la motivazione del sottotitolo “uomo semplice che con coraggio e sofferenza ha speso la sua vita per i valori del socialismo”.
A ben vedere non certamente un stimolo inedito per noi che, con questa nostra testata e con l'Associazione Zanoni, abbiamo da anni fatto dell'approfondimento e della divulgazione la core mission della nostra testimonianza.
Ci ha significativamente coinvolto e confortato la constatazione che, nonostante i salti generazionali e, diciamolo pure, la terra bruciata fatta da qualche decennio attorno alla storia ed agli uomini del socialismo italiano, l'attaccamento (forse l'orgoglio di appartenenza almeno morale) a questa storia funziona, non di rado, in automatico, per istinto.
Contribuendo all'emersione non solo di feconde figure del passato ma anche di slanci ideali in capo a discendenti che, come nel caso in specie, si assumono l'iniziativa e la paternità della salvaguardia e della divulgazione di questa pagina di storia. Minore, perché circoscritta territorialmente, ma non di meno significativa.
Si deve, infatti, al nipote Paolo e ad altri congiunti se il percorso esistenziale ed ideale di Antonio Giussani viene preservato dal pericolo dell'oblio, per essere segnalato ai contemporanei e tramandato ai posteri.
L'agile volumetto, dedicato al profilo del socialista rivoltano si avvale, tra l'altro, di importanti prefazioni-introduzioni “d'arte” azzarderemmo; provenienti da (detto con tutto il riguardo) da “vecchie glorie”di tango del socialismo, specie meneghino.
Vi figurano, infatti, firme come quelle di Mario Artali, a lungo deputato milanese ed animatore del Circolo De Amicis. Il quale, dimostrando di spendersi per una prefazione meditata, traccia a tutto tondo un profilo pregnante di Giusanni, quando lo ricorda come uno degli antesignani delle prime locali Società di Mutuo Soccorso e delle prime Cooperative. Segnaliamo, per dovere di citazione oltre che per convinto apprezzamento, la partecipazione del Comitato milanese dell'ANPI, e di Franco D'Alfonso, già assessore della Giunta Pisapia, della Fondazione Aldo Aniasi.
Importante il saluto del Sindaco di Rivolta d'Adda dott. Fabio Calvi, che si affida ai ricordi infantili, perfettamente congrui a definire “Tunii sart” come
l'uomo dagli ideali così profondi e radicati da fare del suo credo politico una ragione di vita, dimostrando fino in fondo che credere in qualcosa significa sposarne tutte le conseguenze, molto spesso anche le più dolorose
Insomma, che dire, un bel gesto di consapevolezze storiche, peraltro imperniato in un centro importante del nostro territorio. Quella Rivolta d'Adda in cui le tracce del socialismo umanitario e municipale sono passate in modo tangibile. È solo il caso di ricordare che solo qualche mese fa, per iniziativa del Comune e di Giuseppe Strepparola, un altro importante segmento della storia politica e sociale, la bandiera socialista della sezione rivoltana è permanentemente esposta in Municipio, è riemerso e trova evidenza nella sensibilità e nelle consapevolezze comunitarie.
Utile ricordare agli interessati che il volume è rintracciabile a Rivolta d'Adda.