Come sostiene Corrado Stajano nella ragionata recensione sul Corriere della Sera l'ultima fatica editoriale di Mimmo Franzinelli, intitolata “Disertori” ed edita da Mondadori (388 pag. 22 euro), rappresenta una particolareggiata analisi della diserzione durante il quinquennio del secondo conflitto mondiale.
Si tratta di un catalogo ragionato del fenomeno, arricchito da una straordinaria documentazione tratta dagli archivi, dai diari storici dei reparti, dalle istruttorie, dalle sentenze dei tribunali, dai rapporti, dai bollettini di guerra, dagli studi, saggi, inchieste apprestati nell'ultimo mezzo secolo.
La diserzione, oggetto della ricerca, costiuì un fenomeno rilevante, di massa si potrebbe osare; incardinato dal primo conflitto con le sue quattromila fucilazioni e con le decimazioni di giovani fuggiti dalla carneficina del fronte e destinato ad irrompere negli scenari della seconda guerra mondiale.
Che, sotto tale profilo, mette in campo statistiche non meno vistose: 200.000 processi, 71.307 condanne a pene superiori ai dieci anni, 24 ergastoli, 40 fucilazioni. Dati questi riferiti al periodo compreso tra l'entrata in guerra ed il 1943. Poi, allestire statistiche sarebbe stato comprensibilmente più complicato.
I numeri dicono sufficientemente della vastità del fenomeno, analizzato da Franzinelli; ma mettono anche in evidenza la problematicità della percezione in una classe dirigente che aveva fatto delle guerre il perno del proprio potere politico e della diffusione dei propri miti.
La loro progressiva e manifesta evidenza avrebbe costituito una vera e propria spina nel fianco per il “duce”. Che, una volta diventato convinto assertore della guerra, condanna senza appello pacifisti ed obiettori di coscienza e pretende l'esemplarità delle punizioni.
Dando luogo ad una disumana filiera, nei confronti della quale l'autore dice “Storie di vita e di morte che mi hanno indignato, commosso e provato”.
“Furoni vigliacchi o eroi? Si rifiutarono di partire per il fronte nella Seconda Guerra Mondiale, non rientrarono da una licenza, fuggirono dalle lande gelate durante la Campagna di Russia, non vollero accettare la Repubblica Sociale dopo l'8 settembre: migliaia di ragazzi – giovanissimi, anche se molti già padri di famiglia, spesso gli unici a portare a casa uno stipendio – finirono davanti ai Tribunali di guerra. Quelli condan¬nati alla fucilazione, subirono l'infamante morte riservata ai traditori”.
La punta dell'iceberg dell'aggregato di crudeltà è rappresentato, tra i tanti episodi che meritano tutti di essere conosciuti, dalla vicenda della fucilazione di cinque soldati, ordinata, ad armistizio ormai avvenuto, da Luigi Chatrian, comandante della 227° divisione di stanza a Castrovillari.
Paradossalmente, a guerra finita, il negativo protagonista di tanta barbarie avrebbe avuto una second life di prestigio. Non solo come esponente di spicco della vita politico-istituzionale, ma, paradossalmente, anche come presidente dell'Opera Orfani di Guerra.
L'autore Mimmo Franzinelli, storico del fascismo e dell'Italia repubblicana, che è stato a Cremona in apprezzate conferenze di presentazione di precedenti libri di successo, sarà ospite della rassegna Filo-Libri della Società Filodrammatica Cremonese in partnership con A.N.P.I – ASSOCIAZIONE ZANONI – L'Eco del Popolo, Mercoledì 1 giugno 2016 ORE 17,30 in Sala Convegni Circolo Filo – piazza Filodrammatici, 2.
L'autore si confronterà con: Giancarlo CORADA, storico e già Sindaco di Cremona, Fulvio STUMPO, Giornalista de La Provincia, Fabrizio LOFFI, Direttore Mondo Padano
In allegato locandina dell'evento