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Le 132 candeline de L’Eco del Popolo, le 124 dell’Avanti!

  03/01/2021

Di Enrico Vidali

Siamo+qui!

Questo tremendo anno, conclusosi da poco, ha, per quanto si riferisce alla permanenza in vita in dignitose condizioni dell'esercizio di testimonianza storica, culturale e politica, accreditato la costatazione o solo forse l'auspicio del fondamento di un “eppur si muove” in capo all'esistenza di qualche richiamo al pensiero socialista. 

Sull'argomento abbiamo recentemente intrattenuto i nostri lettori (che consideriamo non indifferenti all'argomento) e continueremo questa mission tesa a coniugare le ragioni della verità storica e le ragioni dell'attualizzazione del pensiero politico socialista. 

Sulla forma partito del quale quarant'anni fa si abbatté uno tsunami di un'intensità tale da provocare praticamente un editto ed un ostracismo nei confronti delle prerogative di soggetto del sistema politico ed istituzionale. 

Pur se è vero che il movimento socialista italiano è sostanzialmente trapassato e che i players della seconda repubblica non stanno molto bene, non v'è chi non veda e non sia consapevole dell'impossibilità di una resilienza del movimento socialista come attore, anche se minoritario, della sinistra e della vita politica. 

Ci hanno messo del loro i socialisti per cacciarsi, in aggiunta ai pogrom di inizio anni 90, per cacciarsi in un vicolo senza uscita. 

Eppure non sarebbe difficile accertare la permanenza di una rete territoriale ed associativa di testimonianze in grado di certificare una potenzialità di partecipazione alla vita pubblica. 

La questione è che tali presenze non solo sono articolate e, pur richiamandosi alle comuni radici ideali e teoriche, restano disgiunte e (non raramente) malmostosamente impermeabili ad una tendenziale armonizzazione e convergenza. In vista del rilancio di un soggetto socialista, in grado di restituire agibilità ad un player in grado di trasmettere una cultura di sinistra riformista. 

È rimasto in piedi un partito lillipuziano, fatto vieppiù percepire nel corso degli ultimi decenni per qualcosa di minore e di peggio del Partito Contadino Polacco rispetto all'egemonico Partito Operaio Unificato Polacco dell'epoca, che è ormai indirizzato, in aggiunta ad un indecoroso vassallaggio, ad una pratica autoeutanasica. Esistono importanti presenze editoriali (e stiamo venendo al punto) richiamantesi alla cultura socialista. Medesima mission, medesimo buon livello giornalistico, medesima denominazione di testata. Per anni si è litigato sulla titolarità del nome, del simbolo del Partito, della testata dei giornali. 

Esce da tempo un buon Avanti! on line (che quanto meno funge da raccordo informativo per chi non ha disertato) e da qualche mese è tornato in edicola (anche con una versione digitale) l'Avanti! diretto da Claudio Martelli

Siamo ben convinti che sia meglio una separazione che un cattivo matrimonio. 

Ma come si fa a non essere sconcertati (si può dire anche a non incazzarsi) quando assisti all'uscita di due testate che hanno una comune matrice ideale e teorica, che hanno lo stesso nome e che nello stesso giorno (di Natale) di uscita hanno come editoriale lo stesso messaggio. 

Provare per credere; leggendo l'editoriale dell'Avanti! on line (clicca qui per visualizzare) a firma del Direttore Mauro del Bue e l'editoriale dell'Avanti! (clicca qui per visualizzare) a firma del Direttore Claudio Martelli. L'approfondimento e la riflessione di Martelli mettono in stretta relazione i cardini fondanti della testimonianza socialista con quelli del cristianesimo. L'editoriale di Mauro del Bue, sintonizzato sulla stessa linea d'onda, insiste, giustamente secondo chi scrive, sulle preesistenze della stagione fondativa degli organi di comunicazione e di dibattito e del movimento organizzato dei socialisti italiani. Ricorda Del Bue 

I socialisti scelsero di far nascere l'Avanti! proprio il giorno di Natale. Era il 1896… A dirigere l'Avanti! venne chiamato Leonida Bissolati, che debuttò col famoso articolo di fondo: “Di qui si passa”… L'Eco del popolo propagandava la stessa concezione del socialismo tanto che vi scrisse quel che già era apparso su “La Giustizia”: “Milioni di uomini solennizzano in questi giorni la nascita di Gesù Cristo, ma quanti pensano e quanti vi dicono, oh contadini, che la predicazione di Cristo eminentemente egualitaria, era perfettamente analoga a quella che oggi facciamo noi socialisti e che ci procura le ire dei padroni e dei loro preti?”. L'Avanti! fu il primo quotidiano di un partito politico… Auguri per il tuo 124esimo compleanno, caro Avanti!.

Anche noi, caro Mauro, domani compiremo gli anni. Noi intesi come L'Eco del Popolo, 132. D'altro lato, il Tuo editoriale riconosce che il nostro fondatore Bissolati fece della testata messa a punto nell'osteria della Marcella di Cremona, il prototipo della stampa socialista ed il laboratorio per la messa a punto del progetto fondativo del partito socialista. 

Verrebbe da dire: dai festeggiamo insieme! Da cui discenderebbe (o dovrebbe discendere) la consapevolezza di fare tesoro del combinato tra impegno editoriale e convergenze politico-organizzative. Scrive Maurizio Ferrera oggi sulla Lettura del Corsera un approfondimento desueto nella cultura politica. Lo citiamo

Nel linguaggio comune utopia e ideologia hanno una connotazione negativa. Le utopie sono considerate mondi di fantasia, senza i piedi per terra e perciò privi di rilevanza pratica. Le ideologie sono visioni del mondo dogmatiche e unilaterali; nel migliore dei casi fuorvianti, nel peggiore strumenti al servizio di qualche interesse. Il pensiero utopico moderno dà forma e contenuto a un autentico bisogno antropologico di immaginazione etico-politico.  

La nostra testata ha forzatamente “bigiato” solo per qualche settimana a seguito delle repressioni del 1898, durante il ventennio e si è, diciamo, presa qualche pausa a seguito della rottamazione della prima repubblica. 

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