Jacob Frey sindaco di Minneapolis. Fino ad oggi forse nessuno l'avrebbe mai conosciuto e, invece ora tutto il mondo sa chi è. Durante la funzione religiosa per George Floyd il sindaco, un bell'uomo, si è inginocchiato davanti alla bara. E fino qui nulla di strano. Jacob Frey però è andato oltre il gesto di onore di fronte alla morte. Era lì. Piangeva. Piangeva a dirotto. Nessuno riusciva a fermarlo. Un'immagine forte. Unica. Non posso non pensarla. Un gesto umano, che ha reso questo uomo politico vicino a tutte le persone che oggi con la loro preghiera e il loro canto hanno accompagnato George per l'ultimo saluto. Così ha commentato Luigi Cazzaniga, fotoreporter che da giorni segue la triste vicenda, con la moglie Ilka Scobie, notissima poetessa americana: ”Pazzesco vedere come il pathos di questa celebrazione nera abbia coinvolto questo sindaco bianco…” esordisce Cazzaniga mentre lo chiamo al telefono da New York. E poi continua descrivendo il funerale: ”Ho visto il funerale e l'ho seguito. Circa il 95% dei partecipanti erano neri, mi sono chiesto come potessero svolgere un funerale in piena epidemia Covid…però poi ho pensato che aveva già fatto anche altre manifestazioni pubbliche collettive.” E poi sempre per descrivere il funerale conclude: ”È stato un momento forte, di unità collettiva e pieno di lacrime". Qualche lacrima, mi fa intendere, l'hanno consumata anche lui e la moglie Ilka di fronte a tutto questo.
La cerimonia si è svolta nella chiesa dell'università del Minnesota, luogo da cui è partita tutta la protesta americana per l'omicidio del quarantaseienne afroamericano. Celebrità, musicisti, parenti, amici, gente comune hanno pregato davanti alla bara.Tutti. Nessuno escluso. Queste lacrime segneranno il destino americano. I giovani le ritroveranno nei libri di storia e, tutti noi, in silenzio, ricorderemo questo tragico evento, forse anche dalle lacrime di un sindaco. Un sindaco vero, vicino alla sua città, vicino a chi soffre.
Rip George!