La parola ai lettori e ai rappresentanti istituzionali
Non essere più manipolati
Ottimo l'ultimo articolo su Eco del popolo, ci hai messo tutta la passione di cui sei capace. A prescindere di come andranno le cose (scandalosamente potrebbe sorgere a Cremona un nuovo ospedale) è importante dare un segnale forte di dissenso all'amministrazione. Con il voto si instaura un rapporto fiduciario e poi zitti si sta a guardare? No, i cittadini devono essere coinvolti, è la delusione che crea il partito degli astensionisti. Una buona amministrazione non ha colore, destra, sinistra deve essere capace di armonizzare il lavoro con una fattualità progettuale civica e riformista. Uno slogan per i manifestanti, speriamo numerosi potrebbe essere: Portiamo il cuore in piazza per non essere più manipolati.
Lettera aperta all' ASST e al Sindaco di Cremona
Scegliamo di commentare le dichiarazioni rilasciate dai vertici Asst (“La Provincia” 13/09) col titolo “I dubbi: perché serve ora il nuovo ospedale”, dove i dubbi sono tutti in capo all'intervistatore che si fa portavoce del buonsenso dei Cremonesi, mentre le certezze senza contraddittorio sono tutte dei vertici Asst che intendevano forse così smorzare ogni malumore e contestazione dal basso. E questo vista anche la presenza sul territorio del Movimento per riqualificare il Maggiore di Cremona, Movimento che si è assunto l'onere di informare nel merito una cittadinanza che politica e Asst hanno deciso di non incontrare, di non informare sul suo destino sanitario, di trattare come “sudditanza”, in nome e per conto della quale però si usa a propria discrezione quello che comunemente si dice denaro pubblico, locuzione che la navigata leader Thatcher contestava perché “non esiste denaro pubblico ma solo denaro dei contribuenti”che hanno il diritto di essere informati per potersi esprimere nei tempi utili sulla destina-zione dello stesso.
Il dg Rossi si lancia in un'affermazione di peso che dovrebbe essere la chiave di lettura e l'obiettivo del progetto nuovo ospedale “Non è una sfida architettonica ma culturale tesa all'innovazione della cura”. Solo che poi nel resto dell'intervista si parla solo di muri. Ora se il vero obiettivo fosse l'attenzione alla qualità della cura che cosa oste-rebbe a dar corso a questa sfida entro i solidi muri del Maggiore? Ci sono esempi luminosi di strategie vincenti e convincenti tagliate sull'esistente. Ne citiamo uno tra i tanti che certo il dg Rossi conosce. Il Maggiore di Bologna, risalente al '55, alto 15 piani (quindi più datato e più alto del nostro), con una quarantina di UO tra cui il Trauma Center noto a livello nazionale per la maggiore casistica di pazienti gravi ricoverati e con il Laboratorio Analisi più grande d'Italia e uno dei maggiori d'Europa con oltre 18 milioni di accessi l'anno, non ha scelto l'abbattimento ma la riqualificazione con l'aggiunta di un blocco (blocco D) mentre l'intera ala sarà ristrutturata con fondi Pnrr per adeguarla ai nuovi standard in materia di antisismica e risparmio energetico. Ma c'è di più. Il dg Lazzari si è impegnato pubblicamente in un progetto alto di “cultura della cura”per rispondere ai veri bisogni dell'utenza con questo programma:” Meno liste d'attesa-più sale chirurgiche-garantire cure con alti standard di qualità-evitare il fermo dei pazienti nei corridoi e nel PS- per i casi non ospedalizzabili creeremo dei percorsi di carico immediato nei CAU (nelle Case della Salute da poco attive)-siamo pronti con adeguate misure di sicurezza e isolamento in caso di recrudescenza del Covid- e soprattutto punto a creare gruppo e fare squadra, così da garantire e coltivare il senso di appartenenza del personale”.Ci sembra un progetto di tutto rispetto quello del dg mantovano Lazzari contro il quale non c'è movimento che potrebbe eccepire qualcosa. Si chiederanno i vertici Asst perchè sia toccata loro la grana di un Movimento che fa informazione vera, non si chiude nei sancta sanctorum della città per giocarsi in solitaria i destini sanitari di tutti noi e che non lascerà nulla di intentato per salvare città e provincia da un pro-getto che spreca risorse che consentirebbero al SSN di non morire. Come scrive l'autorevole sociologo Cavicchi in “Sanità pubblica addio”. Il SSN si può salvare. Basta governare la spesa”. È compito dei dirigenti Asst l'onere di governare e di governare la spesa come lo è del presidente Fontana, che dispone dall'alto senza sondare i bisogni del territorio, e del sindaco Galimberti in quanto responsabile della salute dei suoi cittadini. A lui spettano precisi compiti: conoscere lo stato di salute della popolazione, adottare provvedimenti se le condizioni ambientali risulta-no fuori controllo, informare la cittadinanza dei rischi cui è esposta, implementare iniziative e strategie di promo-zione della salute. Come concilia, Sindaco, questi doveri con ciò che attestano gli Annuari statistici del Comune di Cremona che dedicano al capitolo Sanità 3 pagine su 87 per il '20 e così per il '21, 3 su 70 per il'22 liquidate con dati sul servizio Avis e la speranza di vita? I cittadini non vogliono sperare. Vogliono che chi è preposto non giochi carte false col loro diritto alla salute costituzionalmente garantito e qui a Cremona così sfacciatamente tradito con un progetto indifendibile agli occhi dei tanti (e sempre di più) che, anche grazie al Movimento di cui siamo parte, hanno scelto di esserci e di capire per riprendersi ciò che è loro. Considerate le premesse, non ci sarà risposta ma, è certo, ci sarà chi rilancerà cento, mille volte l'appello dal basso “Fermatevi!”.
Rosella Vacchelli - M.Rosaria Daniele, Cingia de'Botti-Cremona
Riceviamo da Paola Tacchini
Due sere fa è stata inviata via PEC una lettera a tutti i sindaci del territorio. Spedita come Movimento Riqualificazione Ospedale.
Ecco il testo:
Cara Sindaca, Caro Sindaco,
Le scriviamo in quanto riteniamo che, per la città di Cremona, per tutta la provincia e soprattutto per i bisogni della nostra popolazione in particolare, quella più fragile, una moderna ristrutturazione dell'Ospedale cittadino sia da preferire all'abbattimento dell'attuale e alla costruzione di un nuovo edificio, peraltro molto costoso. A nostro parere è necessario un decisivo cambio di rotta ponendo al primo posto la medicina periferica, cosiddetta di base, senza tuttavia trascurare l'introduzione e l'adozione delle più moderne tecnologie la cui collocazione, con opportune e oculate rimodulazioni dei reparti, sono sicuramente possibili anche nell'attuale nosocomio.
L'Art. 32 della Costituzione, sul quale tutto Voi avete giurato, faro che dovrebbe guidarci in ogni scelta e valutazione, ci ricorda che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti…”
Sappiamo che a Voi è stato recapitato l'invito alla presentazione del progetto (preliminare) del nuovo Ospedale. Al Nostro comitato, che annovera oggi circa 3000 sottoscrizioni di cittadini, non è stata concessa analoga sensibilità istituzionale.
Invitiamo quindi Voi autorevoli esponenti delle Istituzioni a valutare attentamente, nell'esclusivo interesse delle Comunità che rappresentatele, le decisioni purtroppo già prese e le tante ancora da prendere (perché nulla è ancora definitivo).
Giovedì noi saremo fuori dall'auditorium a dimostrazione di quanto sopra detto e forti della capillarità già raggiunta dai nostri intenti. Vi chiediamo di essere con noi in piazza per dare un segnale forte a chi crede di calare decisioni dall'alto senza una vera attenzione per il Territorio.
Cordiali saluti e buon lavoro. Movimento Riqualificazione Ospedale.
Per far arrivare la nosta voce
Ai responsabili dei media della provincia di Cremona
Come annunciato da qualche giorno, il 30 novembre, alle ore 17, al Museo del Violino sarà presentato il progetto che ha vinto il concorso di progettazione internazionale per il nuovo Ospedale di Cremona.
Sono stati invitati solo soggetti istituzionali (sindaci, assessori, consiglieri, prefetto, questore, dirigenti pubblici, ecc.) e gli organi di stampa, probabilmente non solo quelli locali, ma anche i quelli a diffusione nazionale (Giorno, Corriere, Repubblica, Tg3 Regione, ecc.), vista la presenza del presidente della giunta regionale, signor Attilio Fontana.
Il nostro movimento, essendo una voce dissenziente non è stato ammesso, ma la lettura dei documenti finora pubblicati ed il fatto che si voglia demolire un'immobile di appena 50 anni, per il quale ancora si spendono parecchi soldi per il suo adeguamento e la sua manutenzione, ci rafforzano nella convinzione che il nostro Ospedale vada riqualificato e
per fare arrivare la nostra voce a chi ha deciso tutto ciò invitiamo i cittadini e gli amministratori dei Comuni della nostra Provincia a partecipare al sit-in programmato in piazza Marconi a partire dalle ore 16 del 30 novembre.
Più siamo e più la nostra voce sarà potente!
Il Movimento per la riqualificazione dell'Ospedale Maggiore di Cremona.
Cerimonia di premiazione del concorso internazionale per la progettazione del nuovo ospedale di Cremona
Riceviamo dal SS Comunicazione e relazioni esterne ASST di Cremona il pannel che pubblichiamo di seguito, che si riferisce alla “Cerimonia di premiazione del concorso internazionale per la progettazione del nuovo ospedale di Cremona”.
Con un successivo p.s. S.S. (un acronimo su cui, volendo, si potrebbe anche ironizzare) Asst avverte di un modesto spostamento d'orario dell'inizio della conviviale. Si tratta di una rettifica operativa priva di conseguenze sull'evento.
Infatti, qualche giorno fa, del core business del medesimo, in materia di valore etico-civico, avevamo scritto “Limitate sedie… per prescelti fondoschiena”.
Inviti rigorosamente limitati alla nomenklatura politico-istituzionale, che è in dirittura d'arrivo per strappare la qualifica di embedded dell'aggregato di potere che sostiene l'operazione-pacco nuovo ospedale (a mezzo di immotivata demolizione dell'attuale nosocomio). Che sempre più si rivela continuatrice della filosofia del “piccone risanatore”.
Soprattutto, auditorium ovattato e sterilizzato dal pericolo anche della più piccola esternazione gandhiana del vasto movimento di opposizione a questa follia; che, invece, come abbiamo ad nauseam osservato, intriga molto i “poteri”.
Si continua a giocare molto, in questa operazione, sul ruolo della disinformazione ai fini del depistaggio delle varie ragioni del tracollo della sanità pubblica (a beneficio di quella privata e a danno dei fragili e degli ultimi).
Per quanto ci riguarda parteciperemo sia all'”anteprima” delle onoranze riservate al Governatore (in piazza Marconi, insieme al Movimento) sia, tenetevi forte! alla “cerimonia”. Se il nostro fondoschiena non fu ritenuto congruo alle sedie ufficiali, parteciperemo, non da imbucati, bensì da iscritti all'ordine dei giornalisti ed editori di una testata, nata il 5 gennaio 1889 (nel centenario della Bastiglia e nel 30° della guerra risorgimentale, tuttora iscritta al Registro delle testate periodiche).
Beh un po' disagio per la comunanza con gli “unti” (non dal Signore ma dall'autocompiacimento dell'appartenenza selettiva) c'è e ci sarà.
Ma da lì garantiremo (per quanto potremmo scrivere adesso un profluvio di cose scontate) le condizioni per un'informazione corretta e puntuale.
Come e peggio di Onofrio del Grillo…
La suonano… a porte chiuse…all'insegna di quel proverbiale “io so' io e voi nun siete un (bip)"
Noi ci teniamo la nostra idea di “nuovi” ospedali