L'affezionata lettrice e, per molti versi, apprezzata fornitrice di punti di vista non tutti e non completamente (da noi) condivisi, ma sempre tutt'altro che banali, Tacchini Paola, ormai positivamente nota per le sue battaglie per l'aria pulita e per la sanità pubblica rilanciata, ci ha trasmesso un testo, se non proprio provocazione, sicuramente degno di essere pubblicato e adeguatamente riflettuto. “Tu che ami i testi.... sagaci...”, premette Paolo, per stuzzicare il nostro relativismo e per sfidare (vedi un po' se arrivi a censurare). Sagaci si...e militanti, ma non potenzialmente tafazzisti.
Servita, pubblichiamo per intero (e con foto) e, come succede nella cultura anglosassone dell'informazione, con tanto di chiosa. A valere anche per la lettera di un altro lettore, che è giaciuta in un colpevole dimenticatoio, ma che andava assolutamente pubblicata (vai a questo link - ndr).
Letti e in buona parte condiviso. Al netto dell'incarognimento del pregiudizio antiarvediano. Rispetto a cui dovrei soggiungere che l'area industriale (e portuale) “a 100 m. dalle case” è prevista dagli strumenti urbanistici almeno dalla visita del presidente Gronchi del dicembre 1960. Se poi, i cittadini desiderosi di campagna e di vita bucolica si sono poco argutamente fiondati lì e gli amministratori con poca avvedutezza li hanno favoriti con modifiche del Prg e con sostegni al social housing... Constatazione neutrale dei fatti che non consegue comunque la civetteria di girare la testa dall'altra parte e di fare spallucce di fronte ad abusi e violazioni. Testate, però. E non genericamente protestate da radical-ambientalisti, che dopo 40 anni di appartenenza all'establishment (in cui hanno partecipato alle responsabilità di condotte amministrative incongrue e dannose), si sono rifatti una verginità.
Onore al merito, mi ci ha fatto riflettere la compagna di lotta e posso dire amica Cristina Marenzi, anche lei appassionata lettrice di Stephen King.
Derry è una città di fantasia, bagnata da un fiume (tipo il Po) con un canale affluente (tipo naviglio Vacchelli o il Morbasco) abitata da brave persone, anche se un pochino prese delle loro faccende quotidiane... eppure c'è sempre qualcosa che va per il verso storto...
Cremona, quando sono arrivata esattamente 30 anni fa, mi ha fatto subito pensare alla classica cittadina tranquilla e a misura d'uomo. (Ne venivo da Genova, molto trafficata, caotica e piena di problematiche dovute all'essere una città rubata al mare e schiacciata dai monti).
Sono una persona fondamentalmente positiva e ho cercato di vederne il bello, la facilità di percorribilità, anche in bicicletta. Avere tutto a portata di pochi minuti, avere un prestigioso ospedale cittadino.
Ma ultimamente mi sembra di vivere in un racconto dell'orrore.
Siamo la città più inquinata d'Italia
Siamo stati provincia con più decessi per Covid-19 (in relazione alla densità di popolazione).
Di fatto: studi epidemiologici fermi da anni.
Siamo l'area della Lombardia con il maggior numero di tumori e problemi cardiovascolari.
È stato creato un parco rottami (di fatto una discarica) a meno di 80 metri da una zona residenziale periferica, Cavatigozzi.
Abbiamo un numero di centri commerciali a meno di 100 metri l'uno dall'altro, che fanno morire i piccoli negozi storici del centro.
Progettano Autostrade e Ponti da decenni solo per far girare soldi di progettazioni e utilizzarli come slogan durante le campagne elettorali. (Che poi chi ha una buona conoscenza delle esigenze del territorio dice che non servono)
Ma soprattutto, noi che avevamo un ottimo ospedale pubblico cittadino, ci stiamo vedendo smantellare pezzo per pezzo... per non parlare quello che hanno approfittato di farne dopo la pandemia.
Chi può fare davvero qualcosa lo faccia!
Oppure c'è un famigerato "IT" che lo impedisce?
Paola Tacchini