Riprendiamo il filo da dove avevamo lasciato l'argomento qualche giorno fa, nell'attesa che chi di dovere cogliesse l'auspicio dei Radicali di Cremona, dei loro consulenti legali, delle Società Canottieri, di una rapida convocazione dell'Osservatorio Tamoil, allo scopo di affrontare le conseguenze del fatto nuovo rappresentato dall'esposto presentato alla Procura della Repubblica.
Almeno in ciò l'Assessore alla partita, che ad inizio anno aveva preannunciato l'intendimento di una convocazione situata a fine gennaio, è stato di parola. Volendo chiosare con una certa leggerezza, diremmo che l'Assessore, come Onofrio del Grillo, “s'è svejiato”
L'Osservatorio, infatti, come da nota che pubblichiamo, è convocato per Mercoledì 26 gennaio 2022 alle ore 15.00 per la trattazione dei seguenti punti all'ordine del giorno:
1. Aree interne al deposito Tamoil: aggiornamento in merito allo stato di avanzamento delle attività di M.I.S.O.
2. Aree esterne al deposito Tamoil: aggiornamento in merito all'andamento delle attività di riqualificazione del sito.
3. Esame della nota a firma dei Signori Sergio Ravelli e Gino Ruggeri in data 4.1.2022 acquisita agli atti del Comune di Cremona al PG n. 667/2022.
4. Conclusione delle attività di dismissione degli impianti di raffineria e valutazioni in merito agli sviluppi futuri dell'area.
Per completezza informativa (che sarà utile anche a noi per una riflessione che intendiamo svolgere sul profilo di questo consesso, pubblichiamo anche la composizione dell'Osservatorio:
Assessore al Territorio, Lavori Pubblici e Casa; Assessore allo sport; Assessore al Turismo, City Branding e Sicurezza con delega alla rigenerazione urbana; Commissione Consiliare Permanente attinente l'Ambiente; Dirigente del Settore Sviluppo Lavoro, Area Vasta, Rigenerazione Urbana, Quartieri e Ambiente; Responsabile della Posizione Organizzativa Servizio Ambiente; Comandante della Polizia Locale del Comune di Cremona; Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo di Cremona; Provincia di Cremona; ATS Val Padana; A.R.P.A. - Dipartimento Cremona – Mantova; Vigili del Fuoco di Cremona; TAMOIL Raffinazione S.p.A.; Famiglia Manzia; Canottieri A.S.D. « Leonida Bissolati » di Cremona; Canottieri A.S.D. «Flora» di Cremona; C.G.I.L. di Cremona; CISL Asse del Po; CST- UIL Cremona – Mantova; Comitato di Quartiere 10; Circolo Legambiente VedoVerde; Coordinamento Nazionale No Triv.
A margine della notizia, che diamo con la dovuta evidenza e con un certo senso di apprezzamento, vorremmo svolgere una riflessione “fuori dal coro” sulla composizione diciamo un po' pletorica e su compiti non esattamente definiti.
Diciamo, sempre per celiare, che mancano solo Pippo, Pluto e Paperino. Ma va bene anche così; ovviamente se l'Osservatorio viene percepito come strumento di consultazione e di sollecitazione ad agire. Altro che assottigliarne l'asset; penseremmo, invece, di estenderlo.
Includendovi, ad esempio, la Commissione Consiliare Territorio (una voce importante quando si vorrà iniziare ad affrontare la questione dell'eventuale mutamento di destinazione d'uso dell'area decommissioned.
Saremmo reticenti, tuttavia, se, nella riaffermazione del giudizio assolutamente positivo nei confronti dell'intraprendenza del pool politico civico e legale (senza del quale non ci sarebbe stata nessuna tutela), non indicassimo alcuni limiti.
Azzardiamo che l'Osservatorio, oltre che un punto di raccordo tra la testimonianza civile molto attiva e la Civica Amministrazione molto neghittosa, può e deve assumere un'opportunità di pressing. Più appropriatamente dovrebbe operare una situation room della vicenda Tamoil. Di cui è garanzia l'incorporazione del contributo dei soggetti sociali coinvolti e delle sensibilità ambientalistiche (purché non diventi una tribuna demagogica)
Non può e non deve assumere una funzione sostitutiva, che resta in capo principalmente ad un aggregato di istituzioni ed Uffici istituzionalmente rilevanti. Che dovrebbero darsi un Coordinamento (con ciò evitando il ripetersi di afasie degli eventi e di discontinuità nell'azione).
Diciamo che il Comune di Cremona ha, dagli anni 50 in poi, molto su cui dare spiegazioni e molto di cui scusarsi.
Ad nauseam non cesseremo di denunciare (ex post, dopo che lo abbiamo fatto in tempo reale) il groviglio di testimonianze e di azioni, che, invece, avrebbero dovuto essere separate (anche senza derivare da una visione di conflitto di interesse).
Mai come in questo caso si rilevò l'erroneità dell'aforisma secondo cui tutto ciò che andava bene per la Tamoil andava bene per la Città.
Sicuramente la Raffineria fu un'occasione positiva per l'assorbimento di mano d'opera ed occupazione, anche qualificata. Ma, lo scambio tra quell'indotto e le mani libere su quasi tutto, non fu una dimostrazione di responsabilità verso Cremona.
La subalternanza della Città verso la Società esercente la Raffineria e l'attività commerciale è dimostrata, anche sul piano simbolico, dalle ricorrenti missioni sulla quarta sponda mediterranea (anche quando nei confronti della Libia operava l'embargo).
Questo è lo stato dell'arte. Per di più, essendo stati smantellati i presidi di prevenzione, cannibalizzati e polarizzati altrove, i casi di inquinamento (come dimostra la vicenda di Spinadesco) vengono, in qualche modo, se non sponsorizzati, certamente non disincentivati. Tra i tanti problemi c'è la grave inadeguatezza del ceto politico-amministrativo e dell'apparato burocratico.