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Requisiti per l’autorizzazione a pubbliche manifestazioni

Interrogazione della Consigliere Bellini

  29/05/2021

Di Redazione

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Burocraticamente potrebbe essere formulato così il titolo del pezzo che reca l'annuncio della mozione presentata nelle ultime ore al Sindaco di Cremona dalla Consigliera Comunale (indipendente del gruppo PD) Ing. Stella Bellini. 

La quale dimostra sia determinazione sia apprezzabile convincimento che non dovrebbe valere, su materie sensibili, il detto del “passato lo giorno…” 

Quello passato, infatti, si riferisce all'esercizio di culto professato dai nostalgici del “caduti” della RSI. 

Una “libertà” rivendicata sul piano dell'esercizio religioso, che in realtà nasconde la pretesa di esercitare il reato di apologia. 

In materia non abbiamo fatto mancare il nostro punto di vista. La mozione della Consigliere Bellini produrrà auspicabilmente un chiarimento sulle responsabilità che hanno consentito la commissione di un reato. 

Oggetto: interrogazione al Signor Sindaco sull'episodio di violazione del Regolamento Comunale in materia di requisiti per l'autorizzazione a pubbliche manifestazioni. 

 

 

Illustrissimo Signor Sindaco, alcuni giorni addietro si è ripetuta, con le medesime modalità del passato, una vistosa violazione del divieto di apologia del fascismo, per rafforzare il quale è stata attivata, per impegno di alcuni Comuni e delle Associazioni antifasciste, una proposta di legge di iniziativa popolare. 

Lo stesso nostro Consiglio Comunale, con una significativa maggioranza, aveva recentemente approvato un Regolamento, finalizzato a determinare come requisito determinante ai fini autorizzativi di pubbliche manifestazioni la dichiarazione di appartenenza ai valori liberaldemocratici sanciti dalla Costituzione. 

Ciò premesso, la manifestazione, non autorizzata ma consentita, motivata come gesto di libertà di culto, reiterando la volontà di esaltare, in antitesi ai perni su cui fonda la Repubblica, scaturita dalla Resistenza e dalla Liberazione, appare intollerabile, in quanto non solo ha violato la Legge Scelba ed il Regolamento Comunale, ma si è posta su un terreno di disprezzo della volontà e degli auspici del Consiglio Comunale. 

Essendo evidente che non di cerimonia religiosa di suffragio si tratta (e si trattò sempre nel passato), bensì di reiterazione di una testimonianza storico-politica, rivolta a rinverdire le gesta dei “trucidati” (alias i caduti della RSI e i giustiziati per reati non esattamente amnistiabili) ed essendo, altresì evidente la volontà di depotenziare quando non di insolentire l'indirizzo del massimo organo comunale. 

Non appare neanche il caso di manifestare anche in questo caso lo sconcerto per questo ulteriore episodio con cui viene reiterato un incoercibile pregiudizio contro un'auspicabile convergenza verso i valori e le garanzie liberaldemocratiche, suscettibili di consolidare la base fondante della Repubblica in cui si riconosca tutto il popolo italiano. 

Mentre, invece, è stata reiterata pubblicamente la volontà di ribadire un'inaccettabile equivalenza tra gli opposti campi e le opposte ragioni, di cui ha fatto giustizia la Liberazione. Le cui conquiste, che hanno permesso oltre 70 anni di libertà collettive e ed individuali e di diffuso benessere, non possono in alcun modo essere sottoposte a costante stressamento, pena la tenuta del sistema in contesti generali già indeboliti dalle calamità in atto.  

Cui fanno da alimento l'assuefazione ai traumi, alle “discontinuità”, il ripiegarsi nel proprio particolare, il deporre gli strumenti della comune testimonianza civile. Tutti gesti che svuotano la democrazia e la libertà e rendono, alla distanza, sempre più vulnerabile il sistema per il quale, settant'anni fa, l'Italia, umiliata da una guerra assurda e da vent'anni di dittatura, si batté e vinse. 

Ciò premesso, nel manifestare e ribadire, rispetto al lamentato episodio, gli stessi convincimenti espressi da tutto le sensibilità democratiche, si chiede che la S.V. ufficializzi nella sede istituzionale le ragioni per cui il Comune di Cremona non ha rilasciato l'autorizzazione per una manifestazione per cui mancavano i requisiti formali e morali. 

Parimenti si chiede che venga ribadita una presa di distanza dai motivi ispiratori di una gestione flessibile dell'ordine pubblico di una manifestazione non autorizzata. 

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