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L'Eco Territori - "Reticenze e Personalismi"

Intervento di Virginio Venturelli e Alberto Gigliotti, rappresentanti della Comunità Socialista Cremasca

  25/08/2021

Di Redazione

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Non sempre incardinato su presupposti fattuali e orientato da afflati fecondi, procede il confronto che ha come riferimento, da un lato, il disastrato scenario delle conseguenze postpandemiche, suscettibili di complicare ancor di più una situazione territoriale ai limiti della sostenibilità e, dall'altro, l'ineludibile approccio agli spintonamenti provenienti dalla prossimità del rinnovo delle consiliature e, più in generale, dai conti che i players della vita pubblica locale dovranno fare con la dirittura d'arrivo dei mandati amministrativi. 

Sconcerta che i seniors partners del sistema politico-istituzionale territoriale siano silenti o del tutto assenti da un confronto, che pure dovrebbe essere nelle loro corde e nella più vasta mission di strumenti di raccordo al sentiment popolare. 

La supplenza appare affidata ai pronunciamenti individuali della nomenklatura istituzionale (“la ditta”) o alle congetture dell'informazione, non raramente embedded con gli interessi soggettivi. 

Ci sarebbe, invece, tanto bisogno di una ricerca convinta e partecipata della direzione di marcia da intraprendere per invertire la rotta del decadimento. 

Sull'argomento intervengono Virginio Venturelli e Alberto Gigliotti, rappresentanti della Comunità Socialista Cremasca. 

Di fronte alle conseguenze prefigurate dalla riforma sanitaria lombarda, in via di approvazione, sorprende non poco vedere la politica cremasca accapigliarsi sulla intitolazione, a Gino Strada, dell'Ospedale di Crema, nonché disquisire, da parte dei sindaci, sulla oggettivamente grave situazione internazionale originante i perseguitati afgani e la loro accoglienza in Europa, prima ancora che in Italia. 

Nel merito del nuovo assetto socio - sanitario che interesserà il nostro territorio, non abbiamo sentito nulla di impegnativo, propositi chiari e unitari per il miglioramento del sistema in essere. 

L'atteggiamento dilatorio non è proprio una novità nella politica amministrativa della nostra zona, per cui prepariamoci a leggere lamentosi ordini del giorno postumi, chiamate alla mobilitazione, come altre volte, in passato, fatto per la soppressione di importanti servizi pubblici decentrati sul territorio. 

Il Presidente dell'Area Omogenea, Aldo Casorati, in più occasioni ha evidenziato i limiti dell'Organismo citato, privo di un formale riconoscimento istituzionale da parte dei livelli decisionali provinciali, regionali e statali, senza nascondere l'aggravante di un clima interno poco partecipativo e polemico. 

Altrettanto sconfortanti risultano anche le considerazioni del sindaco/giornalista Antonio Grassi, sul ruolo dei sindaci dei piccoli comuni, definiti come l'ultima ruota del carro, che se manca lei o cede, il mezzo si ferma, da motivare nella loro carica indipendentemente, dal numero degli abitanti che rappresentano. 

Il disagio e le denunce insomma non mancano, a differenza delle proposte per vincere le reticenze dei conservatori di ogni natura, riluttanti ad ogni cambiamento. 

La Comunità socialista cremasca, sugli aspetti sopra evidenziati, non ha mai mancato di offrire stimoli ai sindaci dei piccoli comuni, perché facessero dei passi avanti e non indietro, per modificare i rapporti e le situazioni esistenti. 

A sostegno di tale necessità, nel tempo abbiamo già suggerito: 

la costituzione di una “Consulta Provinciale “tra tutti i sindaci dei comuni inferiori a 5000 abitanti, rappresentanti insieme la metà della popolazione cremonese, sostanzialmente senza voce sui temi di valenza generale, senza referenze con alcun partito politico, allorché alla guida di liste effettivamente civiche; 

a tutti gli amministratori comunali, di non ripetere l'astensione dal voto, largamente praticata in occasione della elezione del Presidente della Provincia in carica, ma al prossimo appuntamento per il rinnovo del Consiglio provinciale, sia pure nelle penalizzanti condizioni date, ricercare delle forme in qualche modo condizionanti le liste dei candidati; 

la ridefinizione del frammentato assetto amministrativo in essere, partendo dalle considerazioni istitutive dei “piani d'area” previsti nello strumento urbanistico della Provincia, allo scopo di ottimizzare al meglio le risorse e le opportunità sovraccomunali, insieme alla gestione associate dei servizi comunali; 

l'apertura di un tavolo di confronto preliminare nell'ambito degli schieramenti in competizione elettorali, perché condividano un preambolo politico – amministrativo distintivo e affine in tutti i Comuni con pari coalizione, affinché i rispettivi Sindaci, portino visioni analoghe nell'Area Omogenea, oggi particolarmente caratterizzata da personalismi e protagonismi fuori luogo; 

la formalizzazione di una periodica Conferenza programmatica del Circondario cremasco, ove gli Enti Locali, il mondo produttivo, quello politico e sindacale, quello associativo e scolastico, possano confrontarsi, monitorare le priorità e le aspettative strategiche del Cremasco. 

In questo ultimo ambito, sotto silenzio non passerebbero vicende come quella del nuovo Istituto Racchetti, ove le contraddizioni del Comune di Crema sulla sua localizzazione, sommate all'ostinata contrarietà della Provincia a riverificare tecnicamente ed economicamente le proprie scelte, in gestazione ormai da oltre un decennio rispetto all'ipotesi alternativa del completamento del complesso scolastico ex CL, realizzato grazie anche a dei contributi pubblici. 

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